22/02/2010 San Marino in mano ai poteri forti italiani

22/02/2010 San Marino in mano ai poteri forti italiani

San Marino in mano ai poteri forti italiani

  Libertas  22/02/2010

Dopo la spoliazione di Delta i poteri forti italiani
pare che abbiano deciso di insediarsi direttamente a San Marino. A San Marino ci
sono meno vincoli che in Italia, membro della Ue, e, soprattutto,  a San Marino,
le regole, saranno poi  loro a dettarle.

È un passo così grosso che non può
non avvenire senza l’ok del Ministero della Economia Italiano (che ha già
ottenuto la ‘monachizzazione’ di San Marino). Ok concesso,  da detto Ministero,
forse  a seguito di pressioni … irresistibili.

San Marino si accinge ad accettare di diventare il
laboratorio di detti poteri forti ove questi sperimenteranno intrugli finanziari
da pietra filosofale, per produrre, appunto, oro.

Finora i pirati della finanza hanno adoperato San Marino
come covo per riporvi l’oro venuto da fuori, approfittando della dabbenaggine –
e peggio – della classe politica, che da decenni non sa mettere in campo altro
che la propria disponibilità a farsi corrompere (tanto da accettare perfino la
taglia di 500 euro a testa sui propri cittadini, come è successo con Banca del
Titano).

Ora, pare che nella caverna di Alì Babà, svuotata dalla
scudo fiscale, l’oro lo si voglia produrre. Si vuol produrre oro, qui,
all’impronta, attraverso lampi di genialità finanziaria (che, a dire il vero,
non si sa, fra l’altro come supereranno le diffidenze post Madoff).

Quanto al dopo, ai poteri forti italiani non interessa.
Come non interessava a quei di Banca del Titano.

Roma, comunque vada l’esperimento, fa un altro passo
verso la cancellazione tout court dell’enclave.

Detto passo, per  la Repubblica di San Marino,
 equivale, mutatis mutandis, a quello di un imprenditore che progetta di
salvarsi mettendosi nelle mani di quelli dello strozzo.

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