25/11/1999 Debito pubblico anche a San Marino?

25/11/1999 Debito pubblico anche a San Marino?
Debito
pubblico anche a San Marino?

San Marino Oggi 25/11/1999 (L’uso disinvolto dei soldi
pubblici
)

Si è avuto occasione, qualche tempo fa, su
queste stesse pagine, di svolgere alcune considerazioni su quanto avvenuto a San
Marino ed in Italia a partire dagli anni Ottanta a proposito di risorse
pubbliche. Si era concluso che in Italia la classe politica, per guadagnare il
consenso a breve, non aveva esitato a creare la voragine del debito pubblico. E
che a San Marino ciò non era avvenuto. Questo si era detto. L’abbondanza delle
risorse arrivate alla tesoreria del nostro Stato attraverso gli accordi
italo-sammarinesi della metà degli anni Settanta, ci aveva preservati da tale
sciagura.

Si può ancora affermare che le cose stanno così?

Si sa da anni di un indebitamento derivante da
leggi specifiche, quantificato al momento della loro approvazione in Consiglio
Grande e Generale. Ad esempio di quello per la ristrutturazione di alcuni
edifici pubblici. Si sa di una spesa gravante sul bilancio dello Stato derivante
dall’impegno assunto dal Governo – pure in Consiglio Grande e Generale – di
ripianare comunque i conti dell’ISS. Spesa che negli anni potrebbe divenire
paurosamente rilevante, come già si comincia a intravedere, anche per il ben
noto fenomeno del frontalierato (una bomba sotto la nostra sovranità, ma anche
sotto i nostri conti). Si sa, più o meno, dell’aumento delle uscite dello Stato
e di vari Enti statali, per esosi affitti di locali siti in gran parte in
edifici della grande speculazione edilizia.

Da qualche tempo ricorrono voci circa impegni
pluriennali sul bilancio dello Stato per somme annue rilevanti per contratti,
stipulati con la grande speculazione edilizia, di natura meno definita.
Stipulati alla stregua di normali atti amministrativi. Eppure, almeno per
scrupolo, avrebbero dovuto essere oggetto di deliberazione da parte del
Consiglio Grande e Generale, se non altro per la loro onerosità. Sorprende
inoltre che questi contratti siano stati sottoscritti in un momento di
difficoltà – di cassa? – per lo Stato come dimostrano le tensioni attorno
all’ISS, la riduzione del 5% della spesa corrente. E con motivazioni su cui è
legittimo nutrire dei sospetti dato che quelle apparse, casualmente, sono
tutt’altro che esaurienti. 

Uno di questi singolari contratti, come è
apparso sulla stampa, riguarda il parcheggio interrato dell’Admiral Point. Pare
che fra le motivazioni ci sia quella di assicurare la gratuità della sosta per
coloro che si recheranno a messa. Ma la gratuità della sosta per coloro che si
recheranno a messa, la parrocchia non l’aveva già ottenuta con la rinuncia allo
spazio in superficie adiacente alla chiesa stessa? E lo Stato non aveva
cancellato addirittura una strada pubblica? Inoltre lo Stato non aveva già
abbondantemente contribuito in altre  ulteriori svariate forme come si è appreso
dalla recente interpellanza di un consigliere?

In paesi di normale democrazia, si svolgono, in
circostanze simili,  almeno  indagini tipo ‘libro bianco’.

Insomma, si ha la sensazione che l’uso
disinvolto di risorse pubbliche cui si è assistito in periodo di vacche grasse
stia proseguendo anche in periodo di vacche magre. E che non si abbiano remore a
procedere all’assunzione di gravosi impegni pluriennali a carico dell’erario per
finalità per lo meno discutibili, certamente non essenziali, nemmeno quando si
deve cominciare – solo per una momentanea difficoltà di cassa? – a lesinare gli
stanziamenti in servizi essenziali per i cittadini

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