San Marino Oggi 27/03/2000 (Società meno anonime)
Nel programma del nuovo governo – a quanto hanno
riportato gli organi di informazione – c’è un capitolo sull’anonimato
societario di cui si intende ridurre il livello di segretezza.
E’ un proposito di buon auspicio. Dispiace che
non sia maturato prima, quando ancora si poteva salvare un po’ della nostra
immagine in ambito italiano ed europeo. Tanto più che, a sentire alcune
dichiarazioni, pare che la programmata revisione sia conseguenza di
sollecitazioni provenienti proprio da tali ambiti.
Stranamente la notizia della revisione
dell’anonimato societario questa volta non ha suscitato le solite pronte
allarmantissime dichiarazioni di politici né della maggioranza (vecchia o
nuova) né della opposizione (vecchia o nuova). Né di sindacalisti. Né di
esponenti delle associazione degli imprenditori o degli ordini professionali. In
passato ogni volta che si è accennato all’uso disinvolto dell’anonimato
societario, si è levato subito un coro a difesa del ‘cardine’, del ‘pilastro
fondamentale’, del ‘caposaldo’ della nostra economia. Questa volta solo qualche
parere e così isolato e così contenuto e così in ritardo da far pensare a una
poco sentita difesa d’ufficio. Perché?
Essendo la motivazione della revisione
dell’anonimato societario di origine esterna, forse, in certi ambienti, si
presume che si continuerà a mantenere blindato l’anonimato relativo a società
che agiscono all’interno (sia pure con capitali anche esterni). In primo luogo
vien da pensare alle società della grande speculazione edilizia, che, fra
l’altro, operano esentasse o quasi e godono del privilegio di vendere gli
immobili col sovrapprezzo della sovranità. Insomma le cordate che operano nel
settore, trasversali ai partiti ed ai vari centri di potere, che da anni stanno
inquinando l’azione dei governi, paiono tranquille. Sono in attesa di
assicurazioni?
Nel momento che si sta cercando di porre rimedio
ai guai che l’anonimato societario sta causando all’esterno, è politicamente
insostenibile che si continui ad ignorare i guai prodotti all’interno nel
settore immobiliare. L’anonimato societario interno nel settore immobiliare non
ha mai avuto una ragion d’essere. Non è mai stato e non è certo ora un
‘cardine’, un ‘pilastro fondamentale’, un ‘caposaldo’ della nostra economia.
Piuttosto un fattore di distorsione anche economica, oltre che politica, sociale
e morale.
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