3/03/2001 Un reggente nominato dall’opposizione. E altre innovazioni istituzionali proposte in sintesi

3/03/2001 Un reggente nominato dall’opposizione. E altre innovazioni istituzionali proposte in sintesi

Un reggente nominato
dall’opposizione

E altre innovazioni istituzionali proposte in
sintesi 

(Le
proposte cui si accenna sono illustrate nella pubblicazione Riforme secondo
la storia
, che si può trovare in libreria o su questo  sito nella sezione
Libri)
 

 

San Marino Oggi 3/03/2001 (Un
Reggente garante dell’opposizione)

Domenica 25 febbraio nel Convegno della
Democrazia Cristiana a Dogana, il relatore sulle riforme istituzionali, fra
l’altro, ha ventilato la possibilità che, nel ridefinire l’istituto reggenziale,
un reggente possa essere nominato dalla opposizione.

E’ il segno di una volontà
di riforma che si sta facendo strada. La innovazione era stata proposta a suo
tempo assieme ad altre miranti a dare più forza alla opposizione e ad arginare
la invadenza dei partiti.

La necessità di un
ripensamento dell’organizzazione dello Stato, allo scopo di mettere un freno
allo strapotere dell’esecutivo e alla invadenza dei partiti, non è questione
solo sammarinese. Riguarda un po’ tutti gli Stati democratici di tipo
parlamentare. Anche quelli dotati di costituzione. Altrove si cerca di rimediare
andando alla ricerca di nuovi modelli di Stato o progettando organismi su
organismi che si controllino vicendevolmente o introducendo commissioni di
giurisperiti.

Il miglior controllo, in
democrazia, è quello della gente. E in uno Stato piccolo e dalle tradizioni
democratiche ben radicate (da noi la cultura dell’Arengo è sopravvissuta anche
nei secoli bui dell’assolutismo!) affidarsi alla gente è possibile. E non è una
novità. Già Pietro Franciosi, dopo quello della democrazia rappresentativa del
1906, ha additato come ulteriore traguardo la democrazia diretta. Per
ritornare – sono parole sue – alla più semplice, alla più diretta,
alla più pura e alla più genuina forma del Governo democratico
. Come mezzo
di attuazione, l’istituto del referendum.

Facilitare il ricorso ai
referendum e farne un uso intenso e continuo, non danneggia la democrazia. Anzi
la migliora come dimostra l’esperienza della Svizzera, dove fra il 1866 e il
1993 ne sono stati indetti ben 395, di cui 189 approvati.

Altra innovazione proposta
a suo tempo per migliorare la democrazia: dare la possibilità di presentare
candidature per il Consiglio anche al di fuori dei partiti. Anche questa non è
una novità assoluta. Fra il 1906 e il 1920 praticamente ogni elettore (salvo
casi eccezionali) era un potenziale candidato. Poi, a San Marino come altrove,
vennero privilegiate le organizzazioni partitiche. Finché si è mantenuta alta la
dialettica fra i partiti il sistema ha retto. Con la crisi delle ideologie e il
sorgere del consociativismo, lo Stato è finito tutto in mano ai partiti. Ed i
partiti al loro interno sono finiti in mano a ristrette oligarchie. E queste
ristrette oligarchie sono ormai  più sensibili agli interessi delle cordate
affaristiche trasversali ai partiti stessi che a quelli della gente e della
società. La presentazione di candidature anche al di fuori dei partiti – cioè
espresse direttamente dalla società – gioverebbe alla democrazia ed agli stessi
partiti che, stimolati dalla concorrenza, sarebbero costretti  a ripensare le
loro stesse candidature. I partiti sarebbero costretti a  preoccuparsi di
riprendere  a rappresentare gli interessi veri della gente e della società.  

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