30/01/2006 Sergio Gambini sui politici di San Marino

30/01/2006 Sergio Gambini sui politici di San Marino

Sergio Gambini sui politici di San Marino

 

LIBERTAS  29/01/2006

L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO 30/01/2006
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Sergio Gambini, parlamentare di Rimini, ha scritto giovedì
scorso (26 gennaio) dei politici sammarinesi: varrebbe anche la pena di
verificare dove la cecità di una classe di governo ha condotto la repubblica del
titano
.

A Rimini i politici sammarinesi sono odiati, ad esempio, per le
sale giochi di Rovereta, ma anche disprezzati fino alla irrisione per la vicenda
del World Trade Center.

II World Trade Center è stato costruito a Dogana a ridosso del
confine con l’Italia (comune di Rimini) in una zona particolarmente
congestionata e di grande degrado urbanistico
, come si legge nella
convenzione firmata nel 1995 dai governanti sammarinesi dell’epoca e da un
gruppo di privati. Eppure di viabilità nella convenzione si trattò poco e
vagamente. In primo luogo i governanti si preoccuparono di assicurare a quei
privati l’esenzione totale degli oneri di concessione edilizia per il ritiro
dei progetti esecutivi, ed eventuali varianti…
.. Esenzione anche dalle
imposte di bollo, registro e trascrizione. Stiamo parlando di una
edificabilità di questo ordine di grandezza: superficie utile, 18000 mq;
altezza, 20 m. Lo Stato, dunque, rinunciò a incassare una somma enorme. Somma
fra l’altro necessaria per far fronte alle spese di urbanizzazione, a partire
dalla viabilità.

L’edificio venne costruito senza che fosse risolto il problema
della viabilità. Per la viabilità si mise in cantiere un progetto coinvolgente
anche lo Stato italiano e, in particolare, il comune di Rimini. Difficoltà
tante, costi enormi. Al che i governanti sammarinesi parvero rinsavire.

Nell’anno 2000 i governanti sammarinesi ordinarono che, benché
il World Trade Center fosse in fase di completamento, non venissero
rilasciate abitabilità relativamente all’edificio prima dell’ultimazione
della viabilità di progetto che collegherà la zona con la S.S. 72 Rimini-San
Marino
. Ma il rinsavimento durò poco. A Palazzo, gli interessi privati
ancora una volta finirono per prevalere sul bene pubblico: le abitabilità
vennero concesse prima che il problema della viabilità venisse risolto.

Venerdì scorso (27 gennaio) la notizia: il problema della
viabilità sarà risolto. Con la costruzione di una strada a confine a seguito di
un accordo – umiliante e onerosissimo fino al ricatto – col comune di Rimini.
Lunghezza della strada: metri 1200. Costo: 29 miliardi delle vecchie lire. Paga
lo Stato. Siccome lo Stato i soldi non li ha, farà un debito. L’operazione è
presentata dal governo  straordinario come un successo (straordinario?) dato che
si tratta di un debito che verrà acceso per finanziare non la spesa corrente ma
un’opera pubblica. Vien da piangere a pensare quante e quali opere pubbliche – e
Dio sa se ne abbiamo bisogno! – si potrebbero costruire con 29 miliardi,  a
cominciare dalle scuole.

La proposta di accendere un debito di 29 miliardi di lire per
mettere a carico dello Stato la spesa della viabilità attorno al World Trade
Center è stata presentata dal governo in un Consiglio distratto dal giudizio di
Gambini.

Il giudizio di Gambini, che si limita a parlare di cecità
della classe politica sammarinese, fa ridere di fronte all’altro termine
affiorato in un rapporto internazionale: corruzione.

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