4/03/2002 Aspettano il tonfo finale?

4/03/2002 Aspettano il tonfo finale?

Rimini ci guarda e irride

Aspettano il tonfo finale?

San Marino Oggi 4/03/2002 (Abbiamo perso la
bussola!
)

In questi ultimi tempi da Rimini ci stanno osservando con molta
attenzione. In primo luogo per la questione dei frontalieri (una bomba sotto la
nostra sovranità e i nostri conti pubblici). Il 14 dicembre scorso abbiamo avuto
l’onore addirittura di una pagina intera de Il Resto del Carlino,
intitolata Benvenuto, Titano, nella normalità, cioè fra gli Stati col
bilancio in rosso. Diversi giornalisti si sono alternati per girare e rigirare
il coltello nella piaga con una ironia pesante ed amara. In primo luogo Silvano
Cardellini che ci ha puntualmente ricordato che era stata la cosiddetta
industria fatturiera a far galleggiare il Titano nell’agiatezza, anzi nel
lusso
. Appena da Roma hanno cominciato a presentare il conto (chi ha
dimenticato il blocco del Monte da parte della Guardia di Finanza?)
ecco che
la festa sul Titano ha cominciato a perdere, via via, lustrini e
cotillons
. Cardellini ha concluso auspicando una politica di rigore
economico, che, nel caso del Titano, dovrebbe anche essere politico e morale.
Diversamente, per la paura di negare al cittadino la verità, quel buco diventerà
sempre più grosso. E saranno guai. Per tutti
.

In effetti sul Titano, noi diretti interessati, per come ci
comportiamo, non stiamo dimostrando di condividere le preoccupazioni di
Cardellini. Fra noi, in sostanza, quel che fa il tempo, da una ventina d’anni, è
il sottobosco politico-affaristico, il quale non si alimenta più soltanto – come
continua a credere Cardellini – alla fonte dell’industria fatturiera, che
sfruttava sì la sovranità del paese, ma per vie traverse. Tale fonte aveva perso
il primato ancor prima dell’intervento della Guardia di Finanza, soppiantata
dallo sfruttamento della sovranità a presa diretta. Ci si è messi a costruire
immobili su immobili da vendere a chiunque sia disposto a pagarli col
sovrapprezzo appunto della sovranità pur di mettere piede a San Marino. Né Visco
né Tremonti lo possono impedire. A protestare ci sarebbero i nostri antenati, ma
chi è più in grado di ascoltarne la voce?  Dapprima il privilegio è stato per
qualche tempo appannaggio di una ristretta congregazione politica-affaristica
trasversale ai partiti di governo. Poi si sono coinvolti anche partiti
dell’opposizione. Con le varie crisi di governo, il giro si è allargato oltre lo
stretto ambito politico. Ora è prassi. Fenomeno di massa. I clienti, del resto,
non mancano. I politici hanno dato prova della loro valentìa impegnandosi a più
non posso per allargare vieppiù le maglie che un tempo regolavano nel nostro
Stato il flusso dall’esterno. Sino a distruggerle del tutto quelle maglie. Non
si dice che oramai chi acquista a certe condizioni da certi personaggi ha
garantita la cittadinanza?

Quanto alle conseguenze, nessuno se ne occupa. L’aumento
esplosivo della popolazione già sta portando al collasso strutture fondamentali
come strade, scuole, servizi sanitari. La Repubblica è tutto un cantiere. Per
costruire immobili su immobili per le frotte dei nuovi clienti, non già per
investimenti nel pubblico, il cui fabbisogno pure  – ovviamente – sta crescendo
in modo esplosivo.

I riminesi stanno
facendo dell’ironia sul nostro bilancio in rosso, sul frontalierato (una bomba
che ci siamo piazzati da soli sotto la nostra sovranità). Nemmeno loro, pur così
vicini, pur così pronti ad irriderci, sono arrivati a pensare che abbiamo perso
del tutto la bussola: che ci siamo messi a tagliare, per far legna, il ramo che
ci sostiene. Oppure, i felliniani, trattengono il fiato in attesa del tonfo, per
inondarci di un fragoroso sberleffo stile Amarcord!

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