L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO 4/09/2006 (Scandali e
solite risposte)
Di fronte all’ennesimo scandalo italiano in materia fiscale che
coinvolge la Repubblica, Ivan Foschi, Segretario alla Giustizia, e Stefano
Macina, Segretario alla Finanze, hanno risposto come, negli ultimi decenni,
hanno risposto – quando si sono degnati di rispondere – i loro predecessori.
Solita tiritera. San Marino ha fatto tutto il possibile per
fornire un’ampia e dettagliata risposta alla rogatoria pervenuta. Su certi punti
i giudici sammarinesi hanno chiesto ai colleghi italiani dei chiarimenti che non
sono arrivati. Su altri punti i giudici sammarinesi non hanno potuto dare
informazioni perché i reati in questione sono previsti dal Codice Penale
italiano, ma non da quello sammarinese.
Da decenni si va avanti, più o meno, così. Scandalo dopo
scandalo.
Che San Marino abbia diritto di promulgare il suo Codice Penale
è fuor di dubbio. Ma va pure riconosciuto all’Italia il diritto di proteggersi
dalle perturbazioni alla economia che da San Marino le arrivano con una
frequenza esasperante. Alcune di tali perturbazioni sono coperte da modifiche
apportate al Codice Penale sammarinese. Modifiche che, insomma, viste
dall’Italia, appaiono strumentali. Cioè introdotte appositamente per evitare
di fornire una risposta a certe rogatorie in materia fiscale.
Esiste, nel Codice Penale sammarinese, un articolo (il 316) che
prevede delle pene in caso di “False comunicazioni” prodotte
nell’amministrazione delle società. Ebbene nel 1996 il Consiglio ha stabilito
che detto articolo, in pratica, non si applichi se le “False
comunicazioni” sono finalizzate alla “evasione fiscale”. In aggiunta,
il Consiglio, ha modificato anche l’articolo 389 per favorire chi si presti ad
“agevolare l’altrui evasione”. Cioè l’evasione in altri paesi.
Non sarebbe il caso di riguardare certi articoli del Codice
Penale sammarinese prima che l’Italia o l’Unione Europea impongano alla
Repubblica dei vincoli che finirebbero per pregiudicarne la indipendenza, come
stava per avvenire nel 2005?
Nel novembre del 2005 si è stati lì lì per subire un accordo
capestro con l’Italia. Il nodo è ancora lì. Il nodo non è stato ancora sciolto
forse perché la lobby finanziaria che vi stava dietro non ha ancora rinunciato a
portare avanti il suo progetto di business, che è anche un colpo durissimo alla
indipendenza della Repubblica.
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