Alcune proposte. Dall’ultimo convegno della Democrazia Cristiana sull’economia che ha avuto luogo il 25 novembre 2000 a Rimini

Alcune proposte. Dall’ultimo convegno della Democrazia Cristiana sull’economia che ha avuto luogo il 25 novembre 2000 a Rimini

Alcune proposte

Dall’ultimo convegno della Democrazia Cristiana sull’economia
che ha avuto luogo il 25 novembre 2000 a Rimini 

 

(Sintesi pubblicata sul
giornale
“San Marino” del PDCS)

Ringrazio per l’opportunità che mi è data da questo
incontro fra amici per riproporre qui, come argomenti di discussione, alcuni
temi su cui in altre occasioni già mi sono soffermato.

 

Anzitutto un auspicio: che la politica riprenda a volare
alto. Lo richiedono le questioni da affrontare. In primo luogo l’unificazione
europea. Siamo in una situazione paragonabile a quella di metà Ottocento quando
fu la penisola italiana a unificarsi. Allora la Repubblica trovò in se stessa la
forza di rinnovarsi senza tradire la sua indentità, anzi rafforzandola, dandosi
un programma che un politico dell’epoca ha sintetizzato con due parole:
saviezza e istruzione.

Fondamentale sta diventando per qualsiasi società
l’apporto allo sviluppo fornito dai giovani, con la loro capacità di tentare il
nuovo e di impegnarsi nel nuovo. Di conseguenza l’efficienza del sistema
scolastico diventa il primo degli obiettivi, nei programmi dei governi.

Il nostro sistema scolastico va riorganizzato. Ecco la
prima proposta: cogliere l’occasione della cosiddetta riforma dei cicli
in Italia per fare noi la nostra riforma secondo le nostre esigenze, utilizzando
al meglio l’autonomia guadagnata, nei confronti della stessa Italia, con
l’accordo in materia scolastica del 1985 e con le intese del 1999. Oggi,
realisticamente, possiamo indicare come traguardo possibile per tutti i nostri
giovani il diploma di scuola secondaria a 18 anni e la laurea (laurea breve), a
21 o 22 anni. Parte di questi giovani continueranno la formazione in Italia. Ma
ad almeno una cinquantina all’anno va data la possibilità di completare la
formazione in prestigiose università d’oltralpe o d’oltreoceano.

Tutto questo è possibile senza spese aggiuntive. Salvo
gli investimenti nell’edilizia scolastica. Lì siamo rimasti veramente indietro.
Nonostante che complessivamente si sia costruito tanto nel nostro paese.

 

Che in questo paese si costruisca troppo è evidente.
Dobbiamo porvi rimedio. Si potrebbe  – ecco la seconda proposta
introdurre  una tassazione nel settore immobiliare, con criteri di forte
progressività. Lieve (o, meglio, nulla) per la prima casa e per gli immobili
necessari per lo svolgimento di una attività, poi via via più accentuatamente e
rapidamente crescente. Chi si ‘ostina’ a nascondere le proprietà dietro
l’anonimato societario, dovrà ‘rassegnarsi’ a pagare in base ad una aliquota
assai più alta di quella massima prevista per le persone fisiche.

Fra l’altro abbiamo bisogno di trovare risorse per
investire in altri settori – non solo della nuova economia –  dove possiamo dare
una prospettiva di occupazione vera ai nostri giovani, anche a quelli laureati e
diplomati.

 

Esempio nel turismo culturale. Ecco la terza
proposta
: creare a San Marino un Parco della scienza. La posizione
geografica lungo lo stivale, la vicinanza a una grande autostrada, ci
favoriscono. Un Parco della scienza incrementerebbe il flusso turistico
ordinario,  creerebbe occupazione per giovani diplomati e laureati, e lavoro per
artigiani di un’ampia gamma di qualificazioni. Infine, soprattutto attraverso il
turismo scolastico, rafforzerebbe l’immagine positiva del paese. E Dio sa se ne
abbiamo bisogno.

 

La nostra immagine influisce sui rapporti
internazionali. Rapporti che vanno recuperati. Con l’Italia si sta trattando
sulla doppia imposizione. Ci siamo impegnati con l’Ocse. Impegni precisi da
onorare a scadenza. Bisogna cominciare a darsi da fare da subito per essere
credibili. Bisogna far capire da subito che ci stiamo avviando sulla strada
giusta. E non avendo paura di ritornare sui nostri passi se necessario.

Nel 1996 è stato modificato il Codice Penale per
depenalizzare i reati fiscali e societari. Un errore. Soprattutto perché nel
momento in cui gli italiani si stavano sottoponendo a sacrifici enormi (esempio
tassa per l’Europa) per rientrare nei parametri di Maastricht ed erano
praticamente in ‘guerra’ contro gli Stati che avevano scommesso sulla loro
esclusione dall’Euro. Poi è successo quel che è successo. Bisogna riconoscere di
avere sbagliato. Questa è la mia quarta e ultima proposta.

 

Saviezza e
istruzione
, così è stato
sintetizzato il programma politico con cui la Repubblica ha affrontato
l’unificazione della penisola italiana. Ed è stato un programma efficace. Il
programma, a mio avviso, può essere riproposto, mutatis mutandis, anche
di fronte alle problematiche della unificazione europea e della
globalizzazione

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