Coalizione ‘Cittadinanza attiva’: Programma elezioni 2012

Coalizione ‘Cittadinanza attiva’: Programma elezioni 2012

PROGRAMMA DELLA COALIZIONE CITTADINANZA ATTIVA

 

PREMESSA

Le persone, cittadini e cittadine sammarinesi che s’impegneranno con tutte le loro energie nella prossima campagna elettorale e nella prossima legislatura sentono come necessità vitale per il Paese l’esigenza di:

• Ridare forza e dignità internazionale alla Repubblica.

• Rigenerare il sentimento di piccola comunità capace di originare solidarietà, progettualità innovazione per preservare e valorizzare i beni comuni

• Scacciare il malaffare e l’illegalità.

• Evitare alla Repubblica il collasso economico e lo scontro sociale.

Tutto questo deve avvenire attraverso un processo che generi “buona politica” che leghi le persone di buona volontà in un progetto comune, che premi la qualità e le capacità.

Persone, Passione, Progetti per una nuova “buona politica”
La Repubblica di San Marino non merita la fama che si è “conquistata”, grazie alla classe politica degli ultimi 30 anni, di covo di criminali, di paradiso fiscale senza regole, di luogo di occultamento e riciclaggio di capitali.
La Repubblica di San Marino deve percorrere un percorso faticoso e difficile che la riporti nel contesto internazionale nel ruolo che merita, ovvero quello di piccolo paese luogo di mediazioni e di pace e laboratorio per le migliori pratiche democratiche, sociali ed economiche.
La Repubblica di San Marino non può rischiare il collasso economico e lo scontro sociale che può superare solo attraverso ricette concrete e nette come quelle che proporremo.

Le persone che sottoscriveranno questo progetto s’impegneranno in due anni a realizzare un programma di emergenza, che si articolerà su tre punti fondamentali:

• Recupero della credibilità internazionale – Posizionamento internazionale e misure urgenti per la cancellazione del sistema della illegalità

• Rigenerazione della credibilità interna – Impostazione di un modello culturale e sociale “APERTO” e partecipato per sconfiggere il modello clientelare e mafioso; definizione di nuovi strumenti a difesa della legalità e per la certezza del diritto capaci di generare nuove opportunità economiche.

• Equilibrio economico – Valorizzazione delle risorse comuni – Laboratorio per le Best Practice a livello mondiale in campo economico, sociale e democratico

Analisi e risposte alla crisi
La profonda crisi economica che sta colpendo gli Stati Uniti e l’Unione Europea e che ha generato effetti devastanti sulla nostra Repubblica ha un’origine e dei responsabili ben precisi: l’eccessiva finanziarizzazione, la deindustrializzazione, gli attori del mondo finanziario che hanno immaginato un mondo senza regole.
San Marino come paradiso fiscale è stato funzionale al modello economico dominante negli anni passati, un modello impostato sul debito e sulla produzione virtuale di ricchezza.
Quando con il fallimento dei mutui subprime al sistema finanziario mondiale è stato richiesto di rientrare dal debito si sono verificati due effetti che hanno posto i paradisi fiscali nella “lista nera” della comunità internazionale.
In primo luogo, l’opacità dei paradisi fiscali è stata ritenuta tra i responsabili dell’occultamento d’ingenti ricchezze, e l’esigenza del rientro di capitali per sanare il debito ha creato politiche internazionali nettamente contrarie ai paradisi fiscali.

Improvvisamente da centro di un determinato modello nell’area italica e da figura necessaria per quel tipo di modello economico, San Marino si è vista emarginata dalla comunità internazionale perché ritenuta, insieme agli altri paradisi fiscali, “responsabile” della crisi finanziaria.

Nel contempo si è determinato uno scontro di poteri fra coloro che utilizzavano e proteggevano i paradisi fiscali e coloro che avevano il compito di gestire la crisi finanziaria.
E San Marino si è trovata come un vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro di questa guerra.

Il lungo periodo di “vacche grasse” per lo stato di San Marino ha determinato uno scollamento e una diminuzione della tensione sociale per la legalità che ha permesso l’insediarsi di fenomeni criminali che di certo la nostra Repubblica non meritava.

Gli effetti di questo scenario catastrofico sono stati amplificati ulteriormente dalla incapacità di reazione da parte di un Governo che invece di avanzare proposte concrete per superare un sistema economico ormai inadeguato per motivi interni ed esterni, ha perseverato nella linea politica di minima resistenza verso l’esterno e massima continuità nelle pratiche interne.

L’aumento della disoccupazione, le conclamate difficoltà del nostro sistema bancario e il crescente deficit di bilancio non trovano adeguate risposte da parte del Governo, impegnato a gestire con determinazione la sola continuità di gestione del potere.
Cosa che viene confermata dall’accordo elettorale della “grande ammucchiata” nato per confermare il governo precedente, senza programma e senza il consenso degli iscritti, pura espressione delle volontà dei vertici dei partiti che ne fanno parte.

A questa situazione, come ricordato, va ad aggiungersi un pesante degrado morale e di legalità che si è palesato in questi anni grazie all’attività delle procure italiane.
All’emergenza dei conti pubblici si aggiunge l’emergenza culturale di un paese incapace di assumersi le proprie responsabilità, di svolgere compiutamente il proprio ruolo di selezione della classe dirigente, completamente addormentato dalle sirene di un consumismo dilagante e incontrastato, di un individualismo che ha permesso un continuo ed inesorabile deterioramento del tessuto sociale, vera ricchezza della nostra comunità.

Di fronte a questo scenario catastrofico è urgente una presa di responsabilità da parte di tutti i cittadini sammarinesi che amano il proprio Paese e sentono l’urgenza di un necessario impegno per “salvare” il Paese.

Per fare questo sono necessarie pratiche e approcci mentali e culturali differenti, è necessario rigenerare un tessuto sociale scollato e impaurito, è necessario uno slancio di passione civile che superi i dispositivi che hanno determinato la crisi sammarinese e frammentato il proprio popolo.

Quello che i cittadini sottoscrittori di questo progetto vi sottopongono è un tentativo pulito, sincero, appassionato e concreto di portare elementi per una politica innovativa e partecipata che si concentrerà in questa prima fase esclusivamente sull’emergenza e che, se avrà successo, tenterà di consolidarsi in un progetto serio e consistente per governare il Paese, riportandolo nel ruolo internazionale che merita, chiudendo definitivamente questa lunga e brutta pagina di storia sammarinese.

 

IL PROGRAMMA DELL’EMERGENZA

Il Paese è all’emergenza economica e solo una parte della popolazione avverte la gravità della situazione. La scelta del passato governo di non informare correttamente i cittadini lasciandoli nell’illusoria sicurezza di un benessere che di fatto è già finito, ha inibito le capacità di reazione positiva del Paese e rischia di innescare lo scontro sociale, proprio quando tutti dovremmo stringerci in un impegno comune per superare l’emergenza. Questo è il quadro economico sammarinese oggi: aumento della disoccupazione, forte crisi di liquidità e solvibilità del sistema, reputazione del sistema San Marino in caduta libera, permanenza nella black-list, insostenibilità nel breve periodo del deficit di bilancio.
C’è molto da fare concretamente e con urgenza per affrontare la criticità del momento. Intanto uscire dalla black list, avviare un nuovo modello di sviluppo e ristabilire il posizionamento internazionale di San Marino. In attesa di conoscere l’esito della consultazione referendaria sull’adesione di San Marino all’Europa, noi ci dichiariamo favorevoli ad una maggiore e convinta integrazione internazionale. Ma per quello che concerne l’emergenza Paese proponiamo un’agenda delle cose da fare che è frutto di ascolto, di dialogo, di indagine, di riflessione.
Siamo preoccupati ma guardiamo avanti con fiducia contando su coloro, e non sono pochi, che negli anni del benessere facile hanno tenuto la barra dritta, lavorando seriamente e conseguendo onesti profitti, facendo impresa con la forza dell’impegno e dell’intelligenza, più semplicemente rispettando la legge e facendo il proprio dovere di cittadini.
Queste le nostre cinque priorità per gestire la fase emergenziale:

1) RECUPERO DI NUOVE RISORSE FINANZIARIE
Il nostro Paese è troppo piccolo per rischiare la propria sovranità ricorrendo a massicci finanziamenti esteri del suo debito pubblico che metterebbero lo Stato nelle mani dei suoi creditori. Dunque occorre recuperare risorse finanziarie al nostro interno anche con misure straordinarie per il tempo necessario a superare la crisi.
Pensiamo di agire su due fronti. Il primo riguarda il risparmio, il controllo e l’efficienza della spesa pubblica. Tutti, dal più alto dirigente fino all’ultimo dipendente PA, dovranno sentirsi impegnati a risparmiare e ad azzerare gli sprechi. E’ giunto il momento di smentire i pregiudizi e dimostrare le capacità e le professionalità presenti nella nostra PA. Esistono infatti ampi margini di risparmio senza compromettere la qualità dei servizi e margini di razionalizzazione affinchè il servizio pubblico diventi una leva dello sviluppo a favore dell’impresa e possa amplificare le prestazioni dello stato sociale a sostegno delle famiglie. Il secondo riguarda una moderata ed equa intensificazione del prelievo fiscale.
L’insieme di queste queste misure dovrebbe generare un volume di introiti che potrebbe aggirarsi da 80 a 100 milioni di euro all’anno, equamente suddisivi fra nuove entrate e risparmi. Con queste risorse immediate si potrà ridurre il deficit evitando la formazione del debito, garantire i servizi e lo stato sociale, finanziare lo sviluppo per generare nuove imprese, nuovi investimenti e soprattutto nuova occupazione.

EFFICIENZA DELLA PA, RIDUZIONE DI SPRECHI E SPESA PUBBLICA
Per quale ragione lo Stato compra a molto e vende a poco? E perché lo Stato committente paga quasi il 30% in più del committente privato? Serve un intervento immediato di analisi della spesa pubblica, della sua qualità e della sua efficacia. Pensiamo in particolare ad affitti di immobili, consulenze, manifestazioni, erogazioni di contributi, permute, assegnazioni di appalti e di incarichi e a tutte quelle spese non obbligatorie che necessitano di razionalizzazione, controllo, verifiche di opportunità e di legittimità. Pensiamo a una Pubblica Amministrazione che possa funzionare meglio, a condizioni di maggiore uguaglianza fra tutti i lavoratori dipendenti del Paese, a eque opportunità di accesso alle commesse pubbliche

• Un immediato piano antisprechi affidato alla coscienziosità e all’impegno dei dirigenti e di tutti i dipendenti pubblici
• Uno scivolo per favorire il pensionamento anticipato di dipendenti in ruoli che non necessiteranno di sostituzione

• Contributo di solidarietà straordinario e limitato al periodo di crisi, parametrato progressivamente alle retribuzioni pubbliche, ad eccezione di quelle più basse o con gravose situazioni familiari
• Incentivi al passaggio dal lavoro pubblico a quello privato
• Piano di razionalizzazione organizzativa per massimizzare entro sei mesi la produttività degli uffici e di tutte le strutture pubbliche con l’obiettivo di ridurre drasticamente se non eliminare i costi di appalti, consulenze e pseudoprivatizzazioni, con il divieto di appaltare a privati lavori pubblici che possano essere svolti da forza lavoro della PA e con la possibilità, qualora il piano non dia i risultati sperati in termini di risparmio, del ricorso alla CIG o a contratti di solidarietà
• Un piano formativo mirato alla riconversione degli incarichi per riassegnare alle maestranze pubbliche i servizi già esternalizzati
• La spesa pubblica dovrà privilegiare, a parità di condizioni, le ditte sammarinesi e garantire un equo accesso alle opportunità di incarichi professionali
• Massiccia riduzione delle indennità di funzione
• Ricognizione sulle invalidità affinchè vengano indicate le attività lavorative che possono essere svolte dal dipendente e non, come avviene ora, solo quelle che gli sono precluse
• Erogazioni pubbliche come assegni di studio, mutui casa, assegni integrativi, certificati di credito sociale, assegni di accompagnamento etc. nonché dispositivi quali i congedi parentali, da disporre non considerando esclusivamente il reddito ma altri indicatori economici dello stato patrimoniale di tutto il nucleo familiare
• Contrasto ferreo alle false residenze, ad esclusione dei sammarinesi domiciliati nel circondario che producono reddito in territorio
• Aumento del contributo di solidarietà straordinario in particolare sulle pensioni d’oro e riparametrato sulle altre in maniera decrescente, ad esclusione ovviamente delle fasce medio basse.
• Accelerazione al processo di piena attuazione della riforma ISS del 2004, in particolare per quanto concerne l’introduzione di sistema informativo, budget, sistema di valutazione e rispetto degli standard internazionali, e per quanto concerne la piena autonomia del Comitato Esecutivo nella gestione del personale e nella gestione finanziaria
• Massima integrazione dell’Istituto della Sicurezza Sociale nella rete sanitaria territoriale limitrofa, a tutti i livelli (sanitario, sociosanitario, formativo, progettuale etc.) per favorire le economie di scala e a garanzia della eccellenza delle prestazioni
• Ricognizione sui servizi ospedalieri per tracciare la mappa dei servizi essenziali e delle esigenze dell’utenza e allo scopo di creare una struttura commisurata alle esigenze, più duttile e più accessibile da parte degli utenti
• Misure e interventi mirati a diminuire i tempi di attesa nei servizi specialistici dell’ISS
• Regolamentazione della libera professione dei dipendenti ISS con una intramoenia diretta esclusivamente ai non assistiti ISS. I servizi specialistici offrono infatti alcune eccellenze di diagnosi e cura che possono essere fornite a parte degli utenti del sistema sanitario di Emilia Romagna e Marche anche con un ritorno economico
• Rigetto della proposta di trasformazione dell’AASS in società per azioni per evitare la privatizzazione di servizi vitali per il Paese e contestuale revisione delle modalità di scelta e di composizione dei Consigli di Amministrazione delle aziende pubbliche allo scopo di privilegiare le competenze e la managerialità
• Sperimentazione in alcuni segmenti della PA del ‘modello di gestione di beni comuni e condivisi’ per verificare la possibilità di darli in gestione a enti no-profit o in perdita che privilegino gli interessi comuni e non la speculazione privata, orientando la struttura organizzativa alla preservazione e valorizzazione del bene comune. I componenti del’organismo di gestione saranno reperiti fra persone competenti del settore e indicati prevalentemente dagli utenti/clienti del servizio stesso

• Revisione urgente del Testo Unico delle Leggi Urbanistiche ed Edilizie, anche per recuperare le mancate entrate delle tasse di concessione non riscosse dallo Stato sugli abusi “legalizzati” realizzati grazie alle lacune interpretative della legge. La revisione è oltremodo urgente poichè l’abuso normativo che si sta tuttora realizzando (sfruttando una scorretta e tollerata interpretazione di numerosi articoli di legge), scombina tutti i parametri gestionali del territorio rendendo impossibile il controllo dell’edificato, giunto alla situazione attuale con 9.000 unità edilizie vuote.
• Una verifica sugli adempimenti prescritti dalle leggi e assunti dai privati all’interno di una qualsiasi convenzione tra Stato e privato cittadino, per accertare che la parte privata abbia assolto pienamente agli obblighi assunti (come richiesto da Istanza d’Arengo già approvata). La verifica è mirata al recupero dei crediti dovuti, anche attraverso eventuali aste pubbliche per la vendita dei beni immobili acquisiti con le convenzioni o con i pignoramenti provocati dal mancato rispetto degli accordi convenzionali.
• Abolizione del contributo per il trasporto scolastico e delle agevolazioni previste dal diritto allo studio, agli studenti che frequentano fuori territorio istituti presenti anche in territorio
• Pianificazione degli eventi di promozione turistica calibrata e mirata a quelli che offrono ricadute economiche certe e verificabili
• Ristrutturazione del servizio trasporti pubblico con introduzione del servizio “a chiamata”
• Sostituzione ove possibile dei libri scolastici con l’utilizzo del tablet come strumento dove caricare testi ed esercitazioni
• Un pacchetto di piccole misure come, ad esempio, la garanzia del rispetto dei passi carrai con concessione pubblica annuale, su richiesta dei proprietari, dietro pagamento di un piccolo canone
• Avvio di un percorso di avvicinamento alla autonoma gestione delle nostre dogane come contemplato dall’Accordo di Unione Doganale con l’UE

PIU’ GETTITO PER LO STATO
Servono misure fiscali che assicurino maggiori risorse allo Stato e insieme garantiscano una maggiore equità retributiva e la trasparenza del sistema economico. Interventi equi e oculati che non arrechino danno allo sviluppo dell’economia e non gravino sui più deboli, ma vadano a trovare i denari dove ci sono:

• Introduzione del regime IVA sull’acquisto di beni e servizi, prevedendo per le piccole e medie imprese nel settore del dettaglio la graduale riconversione del magazzino
• Ritenuta fiscale sulle plusvalenze derivanti da prodotti finanziari
• Una “exit tax” per i capitali di cittadini sammarinesi trasferiti fuori territorio
• Maggiore tassazione sugli strumenti finanziari emessi all’estero rispetto a quelli interni
• Minima tassazione dei premi assicurativi e dei prestiti al consumo ‘venduti’ a San Marino da parte di soggetti esteri
• Scudo fiscale per favorire il rientro dei capitali sammarinesi esportati all’estero
• Imposta progressiva sugli immobili ad eccezione delle case di abitazione purchè non siano di lusso
• Imposta progressiva sugli immobili appartenenti a finanziarie e società di leasing
• Deducibilità fiscale del 50% degli importi di tutte le spese effettuate in territorio
• Misure di accertamento reale del reddito ai fini dell’equa fiscalità, così da consentire un aumento medio di 1,5 punti dell’aliquota di imposta effettiva sulle persone fisiche

 

2) RILANCIO DELLO SVILUPPO
Il volume di introiti generati dalla adozione delle misure proposte per il recupero di nuove risorse finanziarie sarà utilizzato per ridurre il debito pubblico e per mettere in campo strumenti a favore dello sviluppo economico, condizione primaria per accrescere il lavoro, e intanto per sostenere i redditi delle famiglie con nuove politiche e strumenti di protezione sociale, come il reddito di cittadinanza. Poiché la permanenza di San Marino nella black-list italiana condiziona il rilancio della nostra economia e del lavoro, dovrà essere messa in campo ogni azione utile alla soluzione del problema, tuttavia bisogna ripartire. Occorre porre le basi per un nuovo modello di sviluppo radicato nello zoccolo duro dell’economia reale, consapevole che non c’è sviluppo economico senza sviluppo sociale, improntato alla lealtà e alla trasparenza delle relazioni economiche fra stati, incentivato nella fase emergenziale da un’azione propulsiva dello stato che possa toccare e stimolare la più ampia gamma di fattori dello sviluppo, fino alla carta delle grandi opere pubbliche e infrastrutturali come volano.
Precondizioni essenziali dunque le relazioni amichevoli fra stati e in particolare con l’Italia per risolvere la questione black-list, poi bassa fiscalità e incentivi mirati ai settori strategici, burocrazia snella, certezza del diritto e trasparenza

IMPRESA TURISMO ARTIGIANATO COMMERCIO
• Piano di incentivi fiscali e contributivi a favore di imprese in settori strategici o interessanti
per la Repubblica
• Attivazione di un’Agenzia per lo Sviluppo e la promozione degli investimenti esteri in
Repubblica che operi prevalentemente all’estero
• Meno burocrazia e meno discrezionalità nella concessione di licenze, fatti salvi requisiti di onorabilità, professionalità, affidabilità e garanzie a tutela del sistema e dei dipendenti
• Istituzione immediata dello Sportello Unico delle Imprese
• Meno discrezionalità nella concessione di residenza agli imprenditori che vengono a investire e a portare lavoro
• Piano di incentivazioni fiscali per promuovere l’insediamento in Centro Storico di strutture di servizio anche per la vita universitaria e negozi di qualità
• Incentivi e spazi per l’insediamento nel Centro Storico di botteghe artigiane con lavorazione e vendita diretta di prodotti afferenti le tradizioni artigianali sammarinesi come la lavorazione ceramica e quella della pietra, o di nuovi punti di ristoro e vendita dei nostri prodotti enogastronomici tipici e di eccellenza
• Incentivi per attività turistiche specializzate in didattica e animazione culturale al servizio del turismo della disabilità, degli anziani, e delle scuole, recuperando tracciati, siti e poli di attrazione sul territorio da collegare in un sistema di percorsi tematici storici, archeologici, naturalistici (ad esempio il sistema dei Mulini di Canepa, il crinale del Monte, il sistema delle fortificazioni, le gallerie ferroviarie etc.)
• Potenziamento della Smac Card. Tale moneta elettronica sarà nominativa, obbligatoria per tutti gli operatori economici che abbiano un rapporto diretto col consumatore finale, differenziata fra residenti e non residenti. La sconto minimo sarà a carico dello Stato e differenziato a seconda della categoria merceologica. Tale potenziamento consentirà l’adozione di politiche differenziate mirate a specifiche aree di vendita quali, ad esempio, il Centro Storico.
• Introduzione di una specifica Smac Card turistica per incentivare il turismo di sosta
• Politica di accordi internazionali che consenta ai nostri prodotti e servizi di circolare più liberamente fuori dai nostri confini

INFRASTRUTTURE
• Aumento della quota di partecipazione sammarinese nella società di gestione dell’Aeroporto Internazionale Rimini – San Marino
• Messa in sicurezza della superstrada Rimini – San Marino e avvio degli accordi e delle azioni per la realizzazione di un collegamento rapido con l’aeroporto, l’autostrada e la ferrovia
• Progetto di realizzazione rapida a cura dello Stato della rete di cablaggio in fibre ottiche su tutto il territorio per assicurare lo sviluppo e l’evoluzione delle telecomunicazioni. Lo Stato proprietario curerà la gestione della rete anche in vista di concessioni di utilizzo a privati per i servizi finali, dietro pagamento di un canone adeguato
• Piano di sviluppo immediato dell’Agenda Digitale: hot spot wifi dislocati sul territorio in aree pubbliche per l’accesso gratuito a internet, sviluppo immediato di siti web e strumenti di comunicazione amministrativa per rendere tracciabile e trasparente l’attività amministrativa dello Stato, valutazione dell’istituzione dell’Agenzia per lo Sviluppo Digitale secondo le indicazioni dell’Associazione Sammarinese per l’Informatica (ASI)
• Realizzazione nell’area Logge e cava dei Balestrieri-Giardino dei Liburni della sede espositiva permanente della Galleria d’Arte Moderna e di una grande sala mostre capace di ospitare eventi di richiamo culturale e turistico
• Valorizzazione, tutela e bonifica del sito Unesco-Patrimonio dell’Umanità compresa la fruizione delle Cisterne del Pianello a fini culturali e turistici, nel rispetto assoluto del loro fragile equilibrio di monumento storico di cultura materiale nato per altri usi e incuneato nel cuore istituzionale del Paese
• Musealizzazione del sito archeologico romano-goto in località Paradiso a Domagnano corredata da un centro dedicato alla didattica della ricerca e della sperimentazione archeologica collegato al ritrovamento del famoso tesoro di Domagnano oggi ospitato nei più importanti musei del mondo
• Avvio della realizzazione del campus di Fonte dell’Ovo con la costruzione della nuova sede della Scuola Superiore
• Eventuale emissione di Titoli di Stato finalizzata al finanziamento di grandi opere pubbliche o infrastrutturali. Le risorse finanziarie all’interno di San Marino non mancano e, in caso di necessità, lo Stato dovrà essere in grado di intercettarle anche tramite l’emissione di titoli interni alla Repubblica, con rendita più vantaggiosa e garanzia di convertibilità immediata

CONOSCENZA
• Pianificazione strategica della formazione universitaria e postuniversitaria collegata al modello di sviluppo e alle nostre vocazioni territoriali, con incentivi speciali per la frequenza di corsi in settori strategici per il futuro del nostro Paese
• Piano di formazione linguistica esteso a tutta la cittadinanza per la conoscenza diffusa della lingua inglese, progettato, coordinato e diretto dalla nostra Università con l’interazione di tutte le agenzie culturali e formative del territorio
• Piano di formazione permanente rivolto a tutta la forza lavoro sammarinese, condotto dalla nostra Università in accordo con il Centro di Formazione Professionale, per cogliere con flessibilità e prontezza le richieste di professionalità avanzate dall’impresa e dal mercato del lavoro
• Istituzione di nuovi corsi di laurea e post laurea che, nel rispetto delle autonomie assicurate all’Università dalla legge e delle nostre vocazioni sociali, culturali, istituzionali ed economiche, perseguano l’attrattività dell’ateneo garantendo l’eccellenza già raggiunta in alcuni campi, potenziando la sua internazionalità, richiamando docenti e collaboratori di chiarissima fama e selezionando discipline e settori innovativi e coerenti con il modello di sviluppo sammarinese, in grado di attrarre un maggior numero di studenti
• Piano di sviluppo dell’indotto economico generato dalla presenza della nostra Università che, attraverso appositi incentivi, punti alla creazione di un contesto urbano e di servizi allettante per la scelta dei nostri corsi universitari

TERRITORIO AMBIENTE AGRICOLTURA
• Un nuovo Piano Regolatore Generale a crescita zero con l’obiettivo finale di riqualificare quanto costruito finora al fine di migliorare sia il paesaggio urbano che quello territoriale per recuperare l’immagine e la dignità del Paese in quanto realtà statuale autonoma
• Individuazione nel PRG di specifiche aree da destinare a strutture ricettive di qualità
• Conversione delle attività produttive in attività commerciali di grande dimensione, come gli outlet o gli ipermercati, in una zona produttiva ai confini del territorio. La scelta porterebbe a una diversificazione del traffico degli utenti “stranieri” differenziandoli tra fruitori dei centri commerciali e quelli turistici diretti sul Monte Titano. Le aziende esistenti andrebbero incoraggiate e incentivate a spostarsi in zone più adeguate alla produzione
• Classificazione e certificazione energetica degli edifici allo scopo di riqualificare il patrimonio immobiliare esistente. La responsabilità della certificazione resta in capo ai tecnici, mentre allo Stato spetterà la funzione di controllo della bontà della stessa
• Tutela concreta del patrimonio rurale di pregio ancora esistente, per conservare la memoria dei nostri manufatti agricoli e delle nostre tradizioni rurali
• Una nuova legge sulla agricoltura che disciplini meglio l’impresa agricola, rimuova i vincoli degli indici di superficie rispetto al tipo di attività o servizi forniti, assegni il Codice Operatore Economico ad operatori diversi, anche part-time, introduca agevolazioni fiscali e tributarie per creare nuove opportunità di lavoro legate a produzioni di nicchia su piccola scala (come allevamenti di animali di piccola taglia o da compagnia, o colture particolari come le officinali e le ortive, o la produzione di miele, olio, formaggi, marmellate) e aumentare la disponibilità di prodotti alimentari, officinali, erboristici a km zero
• Promuovere il passaggio dalle coltivazioni di grano e foraggio comuni, prodotti che non danno reddito, a varietà più ambite dai mercati di nicchia (ad esempio il farro)
• Contributi e mutui ad interesse agevolato mirati (non più a pioggia) per sostenere precisi programmi di sviluppo aziendale che oltre all’attività agricola (produzione di beni e servizi ad esempio agrituristici) tengano conto anche della riqualificazione del paesaggio agrario e dell’ambiente naturale.
• Istituzione di marchi di Stato di denominazione di origine, con disciplinari di produzione per specifici prodotti agroalimentari, recupero di varietà/razze tradizionali o sperimentazione di nuove colture, studio delle migliori tecniche di trasformazione alimentare per ottenere prodotti di qualità superiore. E poi strategie di marketing per legare il territorio alle sue produzioni tipiche o di qualità, e una seria tutela pubblica dei marchi per il rispetto di disciplinari e qualità dei prodotti
• Gestione trasparente del terreno agricolo di proprietà dell’Ecc.ma Camera. Gli eventuali affitti dovranno essere concessi a privati cittadini sulla base di un preciso regolamento, superando la discrezionalità del Congresso di Stato

BANCHE E FINANZA
• Piano di riordino e sviluppo del settore finanziario per la transizione verso modelli di raccolta e impiego compatibili con le dimensioni della nostra economia e con i parametri internazionali di trasparenza e lotta al riciclaggio. Obiettivi: favorire le fusioni bancarie vere e non a carico dei contribuenti, rendere più penetranti i controlli sugli impieghi, creare presidi a tutela del rischio liquidità e Fondi di Garanzia a tutela dei depositanti, porre le condizioni affinchè il nostro sistema bancario possa aprirsi ed operare all’esterno aprendo il ventaglio delle sue opportunità
• Qualora lo Stato debba intervenire finanziariamente a sostegno delle banche ne acquisirà le quote relative, anche negli interventi di prestito ancora in essere
• Sviluppo del settore assicurativo e della gestione del risparmio grazie alla bassa fiscalità, alla formazione degli operatori, alla possibilità della libera circolazione in Europa dei nostri servizi. Obiettivi: costruire nuovi prodotti finanziari ‘vendibili’ all’estero, attrarre società di gestione in territorio, generare un’attività di grande trasparenza e grandi opportunità di gettito con un quadro normativo chiaro, una rigorosa vigilanza e personale qualificato

 

3) MISSIONE TRASPARENZA
E’ vero che San Marino è vittima della crisi globale, ma le cause principali del nostro declino sono tutte interne per la semplice ragione che il Paese non è stato in grado di tutelare e sostenere la tenuta etica di una parte significativa del sistema politico ed economico. Non lo ha fatto una certa politica che si è prestata agli oscuri legami con l’affarismo dimenticando la rappresentanza degli interessi generali e tradendo il mandato assegnato loro dal corpo elettorale che ha confermato ripetutamente la sua fiducia a politici rivelatisi indegni e detentori di inspiegabili ricchezze. Nessuno si è mai veramente interrogato sulle origini del nostro benessere e così un sottobosco di imprese parassitarie e truffaldine, alcune in stretta relazione con la criminalità organizzata, ha potuto fiorire quasi indisturbato. San Marino è diventato teatro di scontri che si consumano fuori territorio, fra poteri forti ed economie malate che hanno trovato terreno fertile nel lassismo, se non nella complicità della malapolitica e dell’economia d’assalto sammarinese. Il nostro declino è morale, uno schiaffo al nostro orgoglio di appartenenza e a quei cittadini, e sono tanti, che vivono onestamente del loro lavoro e della loro intelligenza. Questi cittadini devono far sentire la loro voce, pretendere la bonifica delle aree grige del sistema San Marino, e soprattutto pretendere la trasparenza assoluta nelle istituzioni, nella politica, nella Pubblica Amministrazione, nell’economia. La trasparenza è la condizione per garantire la legalità, l’uguaglianza e la partecipazione democratica, e insieme il recupero della credibilità internazionale della Repubblica, una sfida vitale per il piccolo Stato la cui sovranità vive soprattutto nella considerazione degli altri, nella loro stima e nella loro amicizia.
• Attuare una riforma fiscale orientata alla massima tracciabilità delle transazioni economiche
• Ogni Istituzione pubblica avrà l’obbligo di pubblicare le proprie spese, la loro documentazione e la loro analitica ripartizione su un sito consultabile online affinché ogni cittadino possa richiedere spiegazioni attraverso un apposito forum con obbligo di risposta da parte della Segreteria competente.
• Ogni atto pubblico dovrà essere tempestivamente pubblicato su apposito sito governativo per consentire ai cittadini un maggior controllo sulle spese dello Stato
• Nei bandi pubblici, a parità di offerta e di qualità saranno premiate le imprese sammarinesi che abbiano dato, nel proprio lavoro, prova di correttezza ed eticità.
• La durata degli incarichi di Presidente di Banca Centrale, Comandante della Polizia Civile, Comandante della Gendarmeria, Magistrato Dirigente e dirigente di organismi di controllo quali l’Ufficio di Collegamento e la Vigilanza sulle Attività economiche, sarà ridotta a 3 anni con un’unica possibilità di rinnovo
• Istituzione di un Registro Societario consultabile liberamente da ogni cittadino su apposito sito web gestito dalla Camera di Commercio, con bilanci, statuto e l’elenco di soci e azionisti di tutte le società comprese le fiduciarie, ad esclusione di grandi imprese di rilevanza internazionale e riconosciuta affidabilità. Lo scopo è la trasparenza dei beneficiari effettivi di tutte le attività e di tutti i patrimoni, anticipando le linee di indirizzo europeo su tale materia

 

4) UNO STATO GIUSTO

La parte più avveduta della cittadinanza ha sempre condannato il rapporto politico affaristico e i meccanismi del voto di scambio clientelare, fonti di inaccettabili privilegi e distorsioni in campo economico e finanziario, della progressiva involuzione della PA in una organizzazione pletorica, ingestibile, costosa e con ampi margini di inefficienza, e del degrado del territorio in mano alla speculazione più avida e gretta. Tuttavia questi erano mali noti, ma la scoperta che gran parte del sistema economico e finanziario sammarinese era profondamente viziato ha sgomentato l’intero Paese. Ora ci si interroga sul perché non abbiano funzionato le istituzioni preposte al controllo, alla sicurezza, e alla lotta contro il crimine, mentre occorrono interventi concreti mirati a ripristinare lo stato di diritto, il principio di legalità e la certezza della pena.
• Creazione di strutture investigative specializzate in reati economici-finanziari
• Revisione dell’organizzazione della Polizia Giudiziaria
• Creazione presso il nostro Tribunale di un’apposità unità per la lotta alla criminalità organizzata condotta in stretta collaborazione con le competenti istituzioni italiane e sovranazionali, che possa avvalersi della competenza di esperti magistrati di altri paesi distaccati temporaneamente nei ranghi della nostra magistratura
• Collaborazione internazionale per quanto riguarda la formazione di magistrati, circolazione di informazioni e potenziamento delle strutture investigative
• Leggi speciali antimafia e anticorruzione che prevedano fra l’altro la confisca dei beni
• Interventi normativi per il recupero di efficienza del Tribunale mirati a sfoltire i procedimenti aperti con la trasformazione dei reati meno gravi in reati amministrativi,
• Avvio delle intercettazioni telefoniche tramite la stipula di accordi tecnici con le istituzioni italiane, l’acquisto delle attrezzature necessarie, la formazione specifica per le Forze dell’Ordine
• Nucleo di polizia postale all’interno della Gendarmeria
• Processi per direttissima (in particolare per reati in flagranza quali, furto, rapina, guida senza assicurazione, in stato di ebbrezza, senza patente etc.)
• Trasferimento del carcere e suo adeguamento agli standard internazionali recependo le indicazioni del Comitato Contro la Tortura presso il Consiglio d’Europa
• Revisione del Codice Penale per il suo ammodernamento e adeguamento ai tempi
• Nuovo Codice di Procedura Penale con sdoppiamento delle funzioni del Giudice Inquirente e introduzione del Pubblico Ministero e del Giudice per le Indagini Preliminari; correzione del rito inquisitorio con maggiore caratterizzazione in senso accusatorio; differente calcolo dei tempi di prescrizione per dare modo ai processi di essere celebrati

 

5) IL LAVORO E L’EMERGENZA DELLE FAMIGLIE
La crisi economica ha travolto anche le aziende sane, costrette a chiudere o licenziare, dando luogo a una disoccupazione di inaudita gravità che riverbera sofferenze e disagio sui soggetti più deboli: i lavoratori, i disoccupati, i giovani e i precari. E’ del tutto inedita e frustrante nelle generazioni più giovani la percezione che il futuro possa essere peggiore del passato, e che a loro manchino le promesse del futuro alle quali avevano guardato con fiducia i loro genitori. Anche la rete familiare può fare poco per sostenere i progetti di realizzazione e di lavoro dei giovani, perché le stesse famiglie subiscono gli effetti della crisi al punto che già si profilano situazioni di nuove povertà alle quali la società e lo Stato devono poter corrispondere solidarietà e sostegno. Alcuni degli strumenti proposti hanno lo scopo di far fronte all’emergenza reddituale e occupazionale che ci auspichiamo sia di breve durata e soluzione tramite gli strumenti proposti per lo sviluppo economico
• Istituzione di un fondo di garanzia salariale o reddito di cittadinanza in favore di coloro che siano alla ricerca di un lavoro e disponibili a formarsi
• Abolizione dei contratti atipici, fatta salva la regolamentazione delle prestazioni lavorative di brevissima durata e di quelle di soci e amministratori delle imprese, e introduzione della possibilità di sperimentare su base volontaria meccanismi di flex-security per i nuovi assunti
• Debellare il lavoro nero
• Parificazione dei diritti fra forza lavoro sammarinese e frontaliera, e incentivi all’occupazione di sammarinesi o residenti, in particolare giovani, donne e lavoratori e lavoratrici anagraficamente mal ricollocabili
• Riduzione della forbice fra pubblico e privato attraverso il Contratto Unico del Lavoro

 

“Ci sembra fuori da ogni retorica dire, e ne siamo convinti per quanto abbiamo potuto constatare nell’ambito dei nostri rapporti familiari e sociali, che esiste, nonostante l’apparente resa alla logica mercantilistica, un sottofondo ancora più resistente all’attrazione di un modello di vita lontano sia dalle nostre tradizioni che dal nostro futuro. E’ un sottofondo ancora vivo, come un deposito prezioso e invisibile, se non nei momenti più acuti e tragici della nostra storia repubblicana. Con una serena consapevolezza sappiamo che ora viviamo uno di questi momenti. Non chiudiamo gli occhi, teniamoli ben aperti senza paure di problemi nuovi. Noi contiamo sull’emergere di questo fondo che acquisti luce e forza e sia sprigionato nella nostra società civile.

Carla Nicolini
insegnante sammarinese, 84 anni”

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

 

1
PROGRAMMA ECONOMICO D’EMERGENZA

OBIETTIVO
Reperire le risorse necessarie per ridurre il debito pubblico (evitando in qualunque modo il finanziamento del debito da parte di soggetti esterni alla Repubblica) e per finanziare un pacchetto di misure immediatamente fattibili capaci di creare favorire l’insediamento, lo sviluppo e l’ampliamento delle imprese, dei servizi, del turismo, del commercio e dell’Università, di aumentare l’occupazione e di garantire tutele sociali alle persone in difficoltà.
Si dà per scontata l’uscita dalla black list, che è il primo e necessario passo per una qualunque ripresa economica (ma su cui le sole scelte di San Marino hanno poco impatto, dipendendo questo anche dalle scelte italiane): siamo fiduciosi che, dopo la firma, i tempi perché ciò accada possano essere brevi. Le nostre proposte mirano ad un programma di emergenza per il dopo black list.

PROGRAMMA DI REPERIMENTO DELLE RISORSE
Siamo consapevoli che il modo più sostenibile e duraturo per reperire risorse utili al finanziamento delle varie necessità dello Stato sia quello di attrarre nuova imprenditoria competitiva, capace di ottenere utili e generare occupazione, tramite cui avere gettito.
Tuttavia gli effetti di questo genere di politiche di attrazione non sono immediati: occorre infatti del tempo prima che le imprese vengano a San Marino, investano, assumano e generino utili.
Purtroppo noi abbiamo bisogno di risorse immediatamente, per ridurre il deficit evitando la formazione del debito e per ricavare risorse utili a finanziare le misure sopra descritte.
Le proposte che seguono sono proposte per reperire subito risorse in maniera sostenibile e senza creare, a nostro parere, grossi problemi all’economia.
Naturalmente, sono misure in larga parte straordinarie e temporanee: una volta che le modifiche legislative e le risorse reperite e destinate allo sviluppo avranno dato i loro frutti, e generato nuove imprese, nuovi investimenti e nuova occupazione, il gettito che da questo deriverà potrà essere utilizzato per ridurre o eliminare queste misure e rendere il sistema sempre più competitivo.

1. Immediata attuazione di un’imposta patrimoniale sugli immobili, con questi punti fermi: a) esenzione per l’abitazione di residenza fino ad un numero di metri quadri commerciali rapportato al numero di componenti il nucleo familiare b) progressività dell’imposta (cioè più abitazioni e/o opifici e/o uffici a carico dello stesso intestatario = aliquote progressivamente più elevate), c) calcolo dell’imposta come percentuale del valore di mercato dell’immobile (stimabile con il valore a Catasto, ma che richiede un aggiornamento). Occorre prevedere che siano sottoposti a tassazione anche gli immobili in via di completamento, ma per i quali siano passati almeno 3 anni dall’avvio dei lavori, secondo il valore di mercato del “grezzo”. Naturalmente l’imposta sarà a carico del proprietario dell’immobile: in caso vi sia un contratto di leasing in essere, sarà facoltà del proprietario rivalersi sul conduttore.
2. Immediata introduzione dell’IVA sull’acquisto di beni e servizi in territorio. L’aliquota potrebbe essere del 15%, potendo essere anche ridotta per particolari categorie di beni e servizi. L’IVA infatti, oltre a ridurre le distorsioni nell’interscambio commerciale, permette un maggiore gettito rispetto alla monofase. Il 30% dell’imposta sull’ultimo valore aggiunto, anziché essere pagata al momento dell’acquisto, potrebbe essere caricata sulla SMAC per incentivare i consumi in territorio e ridurre l’evasione dell’IVA stessa.
3. Introduzione della deducibilità fiscale del 50% del valore di tutte le spese effettuate in territorio, purchè documentate da scontrino/fattura o effettuate con SMAC e di nuovi meccanismi di lotta all’evasione fiscale quali:
• l’introduzione di un “Nucleo di Controllo sui Tributi”, organismo snello composto di poche persone e con un Dirigente a capo sottoposto a meccanismi di rotazione, in prospettiva retribuiti anche in base ai risultati ottenuti nell’opera di contrasto all’evasione, da formare inizialmente e periodicamente all’estero per l’attività di controllo (anche sfruttando l’Accordo di collaborazione fra le Forze di Polizia appena firmato con l’Italia), con ampi poteri di controllo e sanzione quali, a titolo di esempio a) richiedere all’Ufficio Centrale di Collegamento l’attivazione dello scambio di informazioni con l’Italia e gli altri Paesi con cui sussistano Accordi, in presenza di indizi di evasione b) richiedere direttamente alle società fiduciarie e/o di leasing il reale intestatario o beneficiario di immobili o patrimoni mobiliari c) effettuare ispezioni all’interno delle imprese sammarinesi ed accedere alla contabilità d) richiedere ad altri uffici dati sulla proprietà di beni, sui consumi di utenze, e su altri indizi indiretti di capacità contributiva, ed incrociarli con le dichiarazioni e) avere pieno accesso ai conti correnti bancari dei contribuenti, con l’impossibilità di opporre il segreto bancario f) effettuare controlli in loco sull’emissione di scontrini o fatture e/o sul passaggio della Smac, ecc;
• la messa in opera di una normativa che renda penalmente perseguibile l’evasione di più di 15 mila euro di tributi in un anno: sarà poi l’Autorità Giudiziaria a stabilire, nei casi di minore gravità, se trasformare la sanzione penale in sanzione amministrativa;
• l’introduzione di meccanismi di progressiva limitazione all’uso del contante: le transazioni al di sopra di un certo valore, calante nel tempo, dovranno essere obbligatoriamente canalizzate attraverso strumenti elettronici di pagamento (compresa la Smac), e la violazione di questa norma sarà passibile di sanzione amministrativa pari al prezzo della transazione (diviso a metà fra acquirente e venditore), anche ex-post (cioè in caso di controllo a campione da parte del “Nucleo” sulle spese dedotte dal contribuente);
4. Accanto alle politiche di cui al punto precedente, un aumento dell’aliquota d’imposta media effettiva sulle persone fisiche di 1,5 punti percentuali (attuabile agendo su deduzioni e detrazioni o aumentando linearmente le aliquote per tutti gli scaglioni d’imposta);
5. Attuazione di misure di risparmio di spesa nella Pubblica Amministrazione quali:
• una politica di incentivazione al collocamento a riposo anticipato per le figure non essenziali (indicate dal dirigente) che abbiano superato una certa età, tramite appositi ammortizzatori sociali che consentano di non pesare sui fondi previdenziali;
• un contributo di solidarietà progressivo (fatti salvi i redditi più bassi), crescente in 5 anni fino ad arrivare al 10% medio del monte salari a carico dei dipendenti in organico del Settore Pubblico Allargato e dei dipendenti a tempo indeterminato degli Enti privati a Partecipazione Pubblica >=50%, per riavvicinare salari pubblici e privati, ridurre i costi e creare un fondo con cui finanziare ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza per chi non ha altre forme di sostegno e sia in cerca di occupazione;
• una politica di incentivi all’esodo dalla Pa al privato sempre limitatamente ai dipendenti ritenuti non essenziali per l’ufficio, attraverso ad esempio la previsione di un sussidio mensile pari al 30-50% del vecchio stipendio per 3-5 anni a partire dall’uscita dalla PA;
• una riduzione massiccia delle indennità di funzione che dovranno essere progressivamente ridotte fino ad essere eliminate in 5 anni, fatti salvi i casi in cui le indennità costituiscano l’unico strumento per consentire di premiare professionalità specifiche (es: medici) che non possono essere remunerate con l’inquadramento nei livelli previsti dal contratto di pubblico impiego;
• una verifica straordinaria sulle invalidità prevedendo che per ogni lavoratore invalido sia indicato, in luogo di ciò che non può fare, il lavoro che invece è in grado di svolgere. Questo lavoro dovrà essere svolto, a pena di licenziamento;
A queste misure andrà accompagnato da subito un piano di razionalizzazione organizzativa e delle risorse umane disponibili all’interno della Pubblica Amministrazione, da mettere in campo di concerto tra tutti i dirigenti dei vari uffici, nell’ottica di utilizzare al meglio il personale presente ed introdurre quelle innovazioni organizzative e di gestione dei servizi che consentano di evitare il ricorso sempre più elevato ad appalti di servizi all’esterno dell’amministrazione e alle consulenze: andrà quindi introdotta da subito una piena e completa mobilità del personale all’interno di tutto il Settore Pubblico Allargato, dando quindi la possibilità di avere il personale più preparato là dove serve. Se ciò non fosse sufficiente ad ottenere risparmi significativi entro pochi mesi, dovrà essere introdotta la possibilità di utilizzare meccanismi quali la Cassa Integrazione o gli Accordi di Solidarietà, già previsti per il settore privato, per ottenere dei risparmi consistenti nella spesa, negli Uffici/Servizi dove ciò sia possibile.
6. Aumento del contributo di solidarietà straordinario, previsto dall’art.24 della legge 158/2011, a carico dei pensionati con pensione superiore ai 1800€. Le aliquote, progressive a scaglioni, dovranno essere settate in modo da colpire blandamente le pensioni più basse e molto pesantemente (nell’ordine del 25-30%) le pensioni d’oro. Questo ulteriore contributo di solidarietà, aggiuntivo rispetto a quello di cui alla legge 158/2011, dovrà essere destinato a finanziare le entrate dello Stato, con l’impegno da parte dello Stato a versare la cifra ricavata ai Fondi pensione appena il bilancio lo consentirà.
7. Un controllo ferreo su tutte le residenze fasulle (il cui risparmio in termini di servizi non usufruiti è difficilmente quantificabile ma si può presumere cospicuo), incrociando i dati dei controlli con quelli delle utenze, escludendo i cittadini sammarinesi che abitino fuori territorio ma producano un reddito e paghino imposte a San Marino;
8. Un’attenta valutazione degli eventi organizzati dallo Stato, cercando di analizzare quali di questi portino effettivamente un ritorno al turismo-commercio-ristorazione sammarinese, nell’ottica di potenziarli (anche attivando meccanismi di gestione congiunta con le associazioni del settore) e quali invece non portino ritorno compatibile con le spese, nell’ottica di eliminarli;
9. Una radicale ristrutturazione del servizio trasporti pubblico. Occorre prevedere che le corse “di linea” siano riservate alle corse scolastiche e che per tutto il resto della giornata, piuttosto che far girare i mezzi semivuoti o vuoti, sia previsto un servizio “a chiamata”, dei veri e propri “taxi pubblici”. I mezzi in dotazione possono essere venduti e sostituiti da auto o piccoli bus a metano o ibridi, e gli autisti in esubero andranno riconvertiti ad altre attività;
10. La sostituzione, ove possibile, dei libri scolastici, per cui lo Stato spende moltissimi soldi ogni anno, con un tablet dove caricare testi ed esercitazioni, che potrebbe portarci a risparmiare diverse migliaia di euro all’anno;
11. La regolamentazione dei passi carrai attraverso concessione pubblica annuale, dietro pagamento di un piccolo canone, che garantisca il cittadino rispetto al suo diritto di passaggio;
12. Una serie di misure di maggiore tassazione sul sistema finanziario nell’ottica di rendere più competitivi i nostri prodotti e servizi: tra queste una piccola “exit tax” per i capitali sammarinesi che vengano portati fuori dal nostro sistema finanziario, l’applicazione della ritenuta fiscale prevista per le obbligazioni anche sulle plusvalenze derivanti da acquisti azionari, fondi, valute, ecc.., una maggiore tassazione su strumenti finanziari emessi all’estero rispetto a quelli interni, la tassazione dei premi assicurativi e prestiti al consumo “venduti” a San Marino da parte di soggetti esteri, ecc…il tutto abbinato ad uno “scudo fiscale”, con tassazione adeguata, che favorisca il ritorno all’interno del sistema finanziario sammarinese di capitali esportati all’estero;
13. Un serio processo di “spending review” (revisione delle spese) su tutta una serie di uscite dello Stato ad esempio per affitti di vari generi di immobili (per i quali occorrerebbe un censimento vero e proprio), consulenze, manifestazioni, donazioni, contributi, ecc…per tutte quelle spese “non rigide” che necessitano di essere adeguatamente controllate e ridotte, venendo determinate in maniera molto più razionale e scientifica nel loro ammontare. Lo stesso discorso vale qualora lo Stato sia parte, ad esempio, di contratti di permuta. Tale attività dovrà essere svolta da un un apposito organismo, simile alla Corte dei Conti, che si avvarrà di tecnici appositi e suggerirà i risparmi possibili;
14. Il recupero della possibilità di gestire autonomamente le nostre dogane, come previsto dall’Accordo di Unione Doganale con l’UE ma il cui compito è oggi affidato all’Italia. Ciò comporta la riscossione di una parte sola dei dazi perché l’altra spetta ai Paesi che forniscono il servizio al posto nostro. Se si utilizzasse una propria dogana, vi sarebbero benefici fiscali (la riscossione di tutti i dazi) ed un maggiore controllo delle merci;
15. Collegamento di tutte le erogazioni pubbliche (assegno di studio, mutuo prima casa, assegni familiari e integrativi, prestazioni sociali, ecc…) non solo al reddito del richiedente ma anche ad un indice di situazione economica (ISEE), da costruire tenendo anche conto della situazione patrimoniale, delle partecipazioni societarie, delle capacità di consumo, ecc…personale e del proprio nucleo familiare;
16. Riduzione o eliminazione dei rimborsi per le spese di trasporto e i contributi allo studio (quali assegno di studio e contributo libri) per chi frequenti all’estero scuole che sono disponibili in territorio.
17. Revisione urgente del Testo Unico delle Leggi Urbanistiche e dell’Edilizia, anche in funzione del recupero delle mancate entrate per le tasse di concessione non riscosse dallo Stato sugli abusi “legalizzati” che i buchi interpretativi della legge permettono di realizzare. Tale revisione è oltremodo urgente in quanto l’abuso normativo tuttora in corso (sfruttando una scorretta e tollerata interpretazione di numerosi articoli di legge), scombina tutti i parametri gestionali del territorio rendendo impossibile un controllo dell’edificato che ha portato alla situazione attuale con 9.000 unità edilizie vuote. Una verifica sugli adempimenti che, all’interno di una qualsiasi convenzione tra lo Stato e il privato cittadino, stipulata in osservanza alle leggi che la richiedono, la parte privata abbia assolto pienamente agli obblighi assunti. (Come richiesto da Istanza d’Arengo già approvata). Questa verifica potrebbe essere utile per recuperare crediti dovuti che potrebbero contribuire ad abbassare il debito pubblico anche attraverso le eventuali aste pubbliche per la vendita di beni immobili acquisiti con le convenzioni o con i pignoramenti provocati dal mancato rispetto degli accordi convenzionali.

La somma di tutte queste misure, più o meno equamente divise fra risparmi e nuove entrate, può consentirci di reperire OGNI ANNO SOMME FRA GLI 80 MILIONI E I 100 MILIONI DI EURO, con una stima prudenziale.
Almeno QUARANTA DI QUESTI VANNO DESTINATI ALLA RIDUZIONE DEL DEFICIT E ALLA GENERAZIONE DI AVANZI DI BILANCIO NECESSARI A PAGARE IL DEBITO PUBBLICO PREGRESSO, fino a che non sia completamente pagato.
Ciò che rimane, CIRCA 40-60 MILIONI DI EURO OGNI ANNO, POSSONO ESSERE DESTINATI ALLE POLITICHE DI SVILUPPO ECONOMICO, A NUOVE POLITICHE DI PROTEZIONE SOCIALE E A QUELLE POLITICHE INFRASTRUTTURALI CHE POSSANO FAVORIRE LO SVILUPPO ECONOMICO.
A quest’ultimo riguardo va sottolineato anche che talune di queste infrastrutture, qualora “tariffabili”, come ad esempio le strade o i parcheggi, potrebbero essere finanziate con il “project financing”, cioè costruite da privati in cambio dell’affidamento della gestione del servizio per alcuni anni; oppure potrebbero essere finanziate attraverso emissioni di Titoli di Debito Pubblico pluriennali vendibili solo all’interno della Repubblica a soggetti sammarinesi o residenti, con un rendimento interessante, attraverso un veicolo che consenta la destinazione delle risorse reperite solo e soltanto alla costruzione delle infrastrutture, e per nulla alla spesa corrente.
Questo genererebbe anche un bilancio molto più orientato verso le spese per investimenti e molto meno sulla spesa corrente.
Tra le misure finanziabili, nell’immediato, suggeriamo quelle qui sotto.

ALCUNI STRUMENTI PER IL RILANCIO ECONOMICO
1. Sviluppo di un piano di incentivazioni fiscali e contributive mirate ad un imprenditoria interessante e strategica per la Repubblica. Ciò significa, ad esempio 1) imprese che occupino una significativa maggioranza di lavoratori residenti e che si spendano nella loro formazione 2) imprese che facciano ricerca e innovazione, con particolare riguardo all’utilizzo di marchi e brevetti, all’investimento in ricerca e sviluppo o in innovazione organizzativa 3) imprese che siano attive in settori e nicchie “obiettivo” per la Repubblica (es: turismo di sosta, commercio di grandi dimensioni e con prezzi competitivi, industria ad alto valore aggiunto e/o in in settori in crescita a livello mondiale, come indicato nel documento “sviluppo economico”, attività di gestione del risparmio e del settore assicurativo). A fronte di queste situazioni, lo Stato potrà ridurre l’aliquota fiscale (fino al 10% o sotto al ricorrere di più condizioni) e contributiva (ad esempio in presenza di lavoratori in formazione, con contestuale aumento delle aliquote in caso di assunzioni di lavoratori non residenti).
2. Messa in campo di una politica di accordi internazionali che consenta ai nostri prodotti e servizi di circolare più liberamente al di fuori dai nostri confini. Ciò significa cercare al più presto una via per integrarsi in Europa, con applicazione, almeno a nostra tutela, delle quattro libertà fondamentali (tra cui la libera circolazione di merci e servizi). In attesa, ma anche, quando l’accordo sarà compiuto, in aggiunta, occorre puntare ad accordi contro le doppie imposizioni fiscali che consentano di ridurre o eliminare la doppia imposizione (potendo quindi sfruttare appieno la nostra bassa fiscalità) e ad accordi di cooperazione e scambio di informazioni fra Autorità di Vigilanza con Paesi che possano dare una “via di sbocco” in Europa e all’estero ai nostri prodotti finanziari. Occorrerà anche cercare di prevedere un’attività di formazione, all’interno di queste autorità con cui si stringono tali accordi, di personale sammarinese dedito al controllo, alla normazione e alla promozione di questi “settori” obiettivo.;
3. Immediata attivazione di un’Agenzia per lo Sviluppo e la Promozione degli Investimenti Esteri, col compito di andare in cerca di investitori all’estero, di promuovere le leggi, le facilitazioni e le peculiarità della Repubblica, di supportare le imprese (nelle fasi pre-insediamento e nei primi anni di vita) nelle esigenze di contatto con l’amministrazione pubblica e il settore finanziario. A questo scopo potrà essere creato un Ente a partecipazione mista pubblico-privata, che si fonderà con la Camera di Commercio.
Il Direttore e i dipendenti adibiti a questa specifica mansione saranno retribuiti con una parte fissa e una parte, fino al 100% di quella fissa, legata al numero di investitori portati in Repubblica e all’ammontare e qualità dell’investimento effettuato. Requisito essenziale per essere nello staff dell’Agenzia per lo Sviluppo sarà l’ottima conoscenza dell’inglese, dell’informatica e del web, nonché la disponibilità a viaggiare per la maggior parte dell’anno. L’attività dovrà essere svolta in collaborazione col personale diplomatico e lo staff della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, ed anche utilizzando adeguatamente le comunità sammarinesi all’estero ed i loro contatti e capacità di promozionare la Repubblica.
4. Accanto a ciò, per potenziare l’attività dell’Agenzia e rendere ancora più attrattivo il sistema, dovrà essere senza indugio costituito lo Sportello Unico per le Imprese, come unico punto di contatto amministrativo per le varie esigenze delle imprese portate dall’Agenzia nei primi 2-3 anni di vita: dovranno essere individuati alcuni referenti per ogni impresa, e costoro si occuperanno di interfacciarsi con gli altri Uffici dell’Amministrazione per tutte le necessità che dovessero emergere (dalle pratiche per l’ottenimento della licenza a quello della produzione dei certificati, a quello legato al reperimento di manodopera, al pagamento delle imposte per l’importazione di impianti e macchinari, ecc.)
5. Politica di concessione di licenze meno discrezionale e meno burocratica. Ciò significa l’immediata approvazione di una legge che permetta la concessione delle licenze sulla base di chiari requisiti di onorabilità, professionalità, mai avvenuto fallimento (in capo a sè stesso così come in capo al coniuge), nonché del possesso di locali idonei all’attività da svolgere e della presentazione di un business plan, dell’apertura di un conto corrente in una banca sammarinese e della presentazione di qualche forma di garanzia a tutela del sistema e dei dipendenti contro eventuali fallimenti: alla presenza di queste condizioni, la licenza va concessa senza indugio e senza discrezionalità in tutti i settori, dovendo i controlli essere successivi (e comportare anche la revoca della licenza qualora la realtà sia diversa dagli impegni presi o da quanto certificato).
6. Politica di concessione di residenze meno discrezionale. Ciò significa l’approvazione di una legge sulle residenze che individui i requisiti (ammontare dell’investimento, numero di dipendenti residenti assunti, settori di attività dell’impresa, ed altre caratteristiche) alla presenza dei quali la concessione di residenza all’imprenditore può essere automatica, lasciando invece la valutazione discrezionale agli altri casi. L’obiettivo è stimolare investimenti importanti anche tramite la concessione di residenza, che va legata all’investimento effettuato e durerà fin quando sarà in essere l’investimento stesso.
7. Aumento della quota di partecipazione sammarinese nella società di Gestione dell’Aeroporto Internazionale Rimini-San Marino, con l’obiettivo di arrivare ad influenzarne attivamente la governance, e di farlo diventare un vero aeroporto di servizio per il turismo e l’economia sammarinese (sviluppando collegamenti con mete di interesse, anche fuori Europa). Accanto a ciò, sviluppo di un accordo con gli enti interessati per la realizzazione di nuove vie di collegamento veloce (anche con l’utilizzo del project financing e l’apposizione di un pedaggio) fra San marino e aeroporto di Rimini e Autostrada A14 e di tutta una serie di interventi sulla superstrada esistente per aumentarne la sicurezza e la scorrevolezza.
8. Pianificazione della formazione Universitaria e Post-Universitaria con incentivi speciali legati alla frequentazione di corsi (di laurea o post laurea) in settori strategici per il futuro. Tali settori dovranno essere immediatamente individuati dal Comitato Esecutivo per il Lavoro e la Formazione (in coerenza con i settori che si vogliono incentivare) e gli incentivi dovranno prevedere, fra l’altro, borse di studio per gli studenti meritevoli per l’accesso a corsi di livello avanzato in università prestigiose, anche in collegamento e collaborazione con imprese esistenti o che vogliano investire in repubblica (e che, grazie ai voucher formativi di cui al Decreto 156/2011, potrebbero finanziare una parte dei costi). L’obiettivo è aumentare il livello di produttività del lavoro e quindi migliorare le performance economiche, creando nuove prospettive di lavoro e di impresa.
9. Redazione di un nuovo “Piano Regolatore Generale” a crescita zero con l’obiettivo finale di riqualificare quanto costruito finora al fine di migliorare sia il paesaggio urbano che quello territoriale per recuperare l’immagine e la dignità del paese in quanto realtà statuale autonoma. Il PRG dovrà seguire un processo democratico di impostazione attraverso la discussione pubblica dei parametri proposti dai tecnici e dai politici per poter trasformare detti parametri in vere e proprie scelte programmatiche per impostare il “futuro modello di sviluppo” del paese. Questo per decidere prima dove vogliamo andare (non come succede adesso che si naviga a vista, giorno per giorno, subissati dai continui abusi e dai chiarissimi “controlli” esercitati dalle lobby speculative) per poter così impostare la progettazione urbanistica a scadenze regolari.Ad esempio, una scelta possibile, potrebbe essere quella di favorire, in una zona produttiva ai confini del territorio, la conversione di alcune (o tutte) attività produttive in attività commerciali di grande dimensione come gli outlet o gli ipermercati. Tale scelta porterebbe a una diversificazione del traffico degli utenti “stranieri” differenziando il fruitore dei centri commerciali da quelli del flusso turistico diretti sul Monte Titano. Tale scelta dovrebbe essere incentivata, ad esempio, con l’abbattimento del prelievo fiscale mentre le aziende esistenti andrebbero incoraggiate e incentivate a spostarsi in zone più appetibili per la produzione.
10. Lanciare l’idea del progetto Paese con l’inserimento di infrastrutture importanti da gestire (alcune di collegamento – ad es. Metropolitana della riviera con una bretella di sbarco anche a San Marino) in simbiosi con i Comuni e le Province confinanti con il nostro territorio. Le infrastrutture completamente interne al territorio, dovranno avere un alto valore ricettivo e qualità architettonica di alto livello per stimolare un turismo culturale anche in funzione della loro presenza sul territorio. San Marino può e deve diventare una “location” di qualità perfettamente riconoscibile nel territorio circostante dotandosi di strutture finalizzate all’ospitalità, al benessere e alla creazione di servizi per i nostri nuovi ospiti con un’occhio di riguardo verso la trasformazione graduale da un turismo “mordi e fuggi” ad un turismo più stanziale. Alla scoperta del piacere di stare a San Marino.
11. La riqualificazione dell’urbanizzato esistente come parola d’ordine dei prossimi anni di sviluppo per garantire lavoro alle imprese edili e stimolare l’indotto artigianale. In questo senso vale la pena rilanciare le politiche per il risparmio energetico e per la creazione di energie alternative. E’ altrettanto opportuno imbastire, per poi realizzare in pieno, un progetto di riciclo dei Rifiuti Solidi Urbani attraverso la ormai consolidata prassi attuata in numerosi Comuni Italiani del servizio “Porta a Porta” che consente un livello di riciclo dei vari materiali in smaltimento fino all’85%. Il rimanente 15% potrà essere conferito in discarica con costi decisamente contenuti. (Adesso conferiamo in discarica quasi l’80% di tutti i Rifiuti Solidi Urbani). Contestualmente si potrebbe lavorare per attrarre in territorio imprese che si occupano del riutilizzo dei materiali riciclati.
12. Progetto di sviluppo delle telecomunicazioni Il cablaggio di tutto il territorio con fibra ottica, la cui realizzazione e gestione della rete affidate all’AASS, potrebbe conseguire sensibili risultati d’esercizio riscuotendo i canoni di utilizzo della rete versati dalle società private che forniscono i servizi alle utenze finali. Questo progetto comporterebbe investimenti pluriennali nemmeno troppo onerosi, visto il costo attuale della fibra ottica, e costituirebbe un potente volano per l’economia. Pensiamo solo all’atteso Parco Tecnologico e alle tante aziende che forniscono servizi e prodotti informatici, le quali trovando una rete potenzialmente idonea e una tassazione appetibile, potrebbero trovare interessante il nostro Paese e creare occupazione con professionalità medio alta, senza ignorare che tutta la realizzazione comporterebbe occupazione per un discreto numero di addetti.
13. Messa in campo di alcune immediate misure di incentivazione del turismo di sosta. Ciò significa: individuare aree da destinare all’insediamento di strutture ricettive di alta qualità (centri benessere, strutture per la terza e quarta età, agriturismi e fattorie didattiche etc.); la creazione di una struttura espositiva per ospitare mostre ed eventi di grande attrattività turistica e culturale nel distretto urbano del Giardino dei Liburni, Cava dei Balestrieri e Logge dei Balestrieri; una politica di eventi organizzata e dilazionata su tutto l’anno, con la messa in campo immediata di una collaborazione fra Segreteria e associazioni per creare un calendario di eventi concordato, che copra anche i periodi di bassa stagione evitando sovrapposizioni; un piano di incentivazioni fiscali, contributive e di reperimento degli spazi (anche attraverso la vendita dei locali di proprietà dello Stato in Centro Storico) per favorire l’insediamento in Centro Storico di strutture di servizio (locali, enoteche, ecc…che potrebbero servire anche gli universitari) e di negozi di qualità (come piccole boutique di marca, per le quali si possano prevedere anche delle riduzioni significative delle imposte indirette sui beni venduti, da caricare su specifiche Smac Card rilasciate ai turisti che alloggino almeno 1 notte), ma anche di attività, quali laboratori artigianali, che valorizzino e mettano in mostra l’artigianato locale di qualità e i prodotti locali in genere (a tal fine si può anche pensare di strutturare il centro Storico per vie, suddividendo le varie merceologie in maniera organizzata, così come fatto molto bene da altri centri storici); lo sviluppo di un piano di servizi turistici miranti a migliorare il nostro grado di ospitalità turistica e di servizi al turista stesso: segnaletiche Unesco, emissione di un regolamento sulle guide turistiche, miglioramento dei controlli sulla regolarità dei prodotti venduti, servizi informativi e di accoglienza più efficaci, miglior utilizzo del sito Internet dello Stato mettendo in rete tutto il settore turistico-commerciale, la creazione di un ufficio reclami, la liberalizzazione dei flussi turistici, l’eventuale costruzione di nuovi parcheggi (anche sotterranei) adibendo a servizi le aree oggi destinate ai parcheggi stessi.
14. Rendere obbligatoria la Smac Card per tutte le attività economiche che abbiano rapporto col consumatore. La scontistica base, in attesa dell’introduzione dell’IVA, dovrà essere interamente a carico dello Stato e differenziata a seconda della categoria merceologica: ogni esercente potrà naturalmente aggiungere una quota di sconto a suo carico per essere ancora più competitivo. La Smac dovrà essere resa nominativa e collegata ad un conto corrente bancario a condizioni agevolate (in modo che anche i forensi che ne vogliano usufruire possano essere incentivati ad aprire un conto in Repubblica). Si può anche pensare a creare una Smac Card per i cittadini residenti e una per i non residenti, differenziando le scontistiche.
15. Un piano di sviluppo immediato dell’Agenda Digitale che preveda:
la messa in opera delle infrastrutture (già in parte presenti) in grado di consentire il cablaggio completo del paese con banda larga e conseguenti stazioni hot spot wifi gratuite a disposizione dei cittadini e diramate su tutto il territorio in aree di pubblico interesse;
lo sviluppo immediato di siti web e strumenti di comunicazione amministrativa in grado di tracciare e monitorare ogni incentivo, finanziamento e spesa pubblica. Permettendo in questo modo un azzeramento degli sprechi e un’ottimizzazione organizzata delle risorse, come possiamo osservare in paesi più “evoluti”. Per una trasparenza completa a disposizione della cittadinanza;
trasportare e aggregare i dati della PA su piattaforme cloud condivise. Permettendo la dismissione di gran parte delle costosissime piattaforme attuali;
attivare in modo completo firma digitale e pec. Garantendo uno snellimento enorme nelle normali procedure burocratiche.
16. Mettere in campo un piano di riordino e sviluppo del settore finanziario, tramite incentivazioni fiscali e apposita formazione degli operatori
Il riordino dovrà passare da una prosecuzione e consolidamento dell’attività di vigilanza sull’attuale sistema bancario, accompagnandone la transizione verso dimensioni e modelli di raccolta/impiego compatibili con le nuove regole internazionali in materia di trasparenza e lotta al riciclaggio e con le dimensioni della nostra economia: dovranno essere favorite le fusioni bancarie (vere, non a carico dei contribuenti); dovrà essere reso più penetrante il controllo sugli impieghi (al fine di evitare sofferenze e incagli), anche attraverso la costituzione di una Centrale Rischi; dovranno essere posti in essere presidi a tutela del rischio di liquidità; dovrà essere quanto prima attivata una vera attività diplomatica tesa a giungere alla firma di un accordo che consenta al nostro sistema bancario di aprirsi all’esterno e di operare in Italia (cosa che consentirebbe di gestire meglio la transizione sopra descritta senza contraccolpi, aprendo opportunità di business oggi chiuse); dovranno essere creati nel tempo (compatibilmente con le attuali difficoltà delle banche e dello Stato) Fondi di Garanzia significativi a tutela dei depositanti in caso di liquidazioni. Qualora lo Stato debba intervenire significativamente a sostegno delle banche, ne acquisirà le quote relative, anche negli interventi di prestito ancora in essere.
Per quanto concerne lo sviluppo, noi pensiamo possa avvenire non più sul sistema bancario tradizionale ma su due nuove branchie: il settore assicurativo e quello delle società di gestione del risparmio.
Riguardo al settore assicurativo, occorre immediatamente sviluppare un regolamento anche per il ramo danni, così da consentirne lo sviluppo, e prevedere che le banche possano chiedere l’abilitazione ad essere soggetti offerenti prodotti assicurativi, dopo opportuni corsi di formazione degli operatori: in tal modo si potrebbero anche costruire prodotti finanziari “compositi” per la clientela, vendibili anche all’estero (in presenza degli accordi internazionali di cui al punto 2). Occorrerà naturalmente anche un piano di formazione delle risorse umane interne, nell’ambito dei piani di cui al precedente punto 8.
Per quanto riguarda l’attrazione delle società di gestione del risparmio, la premessa fondamentale è la stipula degli accordi internazionali di cui al precedente punto 2, che consenta la libera circolazione dei nostri servizi in Europa: ad oggi San Marino, pur avendo una buona normativa sulle SG, non è riuscita a raccogliere pressochè nulla, perchè non riesce ad accedere al mercato comunitario. Fatto questo, San Marino avrebbe la possibilità, in base alla normativa UCITS IV, di attrarre società di gestione in territorio, cioè le “teste” che gestiscono fondi domiciliati in altri Paesi: mentre infatti le attività di amministrazione, custodia, auditing e legale del fondo richiedono società di grandi dimensioni e con importanti economia di scala che San Marino non potrebbe mai avere, l’attività di materiale gestione delle masse può essere svolta anche da società più piccole e frammentate, che si spostano su piazze con bassa fiscalità come la nostra. Questo attirerebbe cervelli e personale qualificato in territorio, ci consentirebbe di sviluppare un’attività (quella della gestione del risparmio) che viene fatta in completa trasparenza, consentirebbe un importante gettito (se arrivassimo a gestire 10 miliardi di euro di capitali, appena lo 0,2% del mercato europeo, applicando l’1,5% di commissione di gestione, avremmo 150 milioni di euro di fatturato all’anno, oltre all’indotto generato da studi legali, commercialisti, società informatiche e dipendenti delle SGR stesse) senza rischi per lo Stato, visto che il fondo sarebbe domiciliato all’estero. Naturalmente perchè ciò avvenga, occorrono, oltre agli accordi per la libera circolazione dei servizi, anche un quadro normativo e regolamentare chiaro e trasparente, una vigilanza rigorosa e credibile e personale qualificato per la gestione: tutte cose che dobbiamo costruire nel tempo, anche attraverso un’opportuna politica delle residenze. Infine, serve una promozione all’estero della nostra legge sulle SG, che è già competitiva a livello internazionale ma che nessuno conosce.
17. Mettere in campo un piano di sviluppo dell’Università, su 2 direttrici. Da un lato l’ampliamento dei corsi di laurea e post laurea offerti, attraverso un attento studio dei settori economici su cui San Marino possa svilupparsi in futuro (sia nel settore produttivo che nei servizi che nel turismo culturale, ecc…) e la creazione di percorsi di studio di eccellenza (anche in lingua inglese) che possano formare capitale umano coerente con quei settori, da poter quindi utilizzare per la crescita economica del Paese. Qualche esempio: energie rinnovabili, sanità avanzata, settore chimico e farmaceutico, medicina naturale e omeopatica, ingegneria delle telecomunicazioni, finanza avanzata, settore alimentare e agroalimentare, design di prodotto, gestione dei siti Unesco ed in generale tutela del patrimonio culturale e tanto altro ancora. In tal senso l’Università potrebbe anche essere strategica nell’offrire percorsi capaci di valorizzare le caratteristiche territoriali e la cultura del territorio. Dall’altro lato, l’Università potrebbe essa stessa generare economia attraverso l’indotto che porta: sarebbe utile in tal senso creare un apposito e specifico piano di sviluppo dell’indotto, con degli appositi incentivi per i privati che vi aderiscano e per gli stessi studenti che decidano di mettersi in gioco, con l’obiettivo di creare attività e servizi che favoriscano la permanenza degli studenti in territorio, il loro incontro, la creazione o l’utilizzo dei servizi e del commercio interni, la messa in campo di servizi di comunicazione innovativi (sarà opportuno prevedere un servizio Wi-fi gratuito in tutto il centro storico), di nuovi servizi di trasporto da e per Rimini, ecc…in questo piano dovranno stare anche una serie di politiche per facilitare gli affitti agli studenti. Il tutto per creare un ambiente favorevole e stimolante per la frequenza ai corsi universitari sammarinesi. L’Università infine potrebbe offrire corsi di formazione permanente, in collaborazione con il CFP, per i lavoratori già impiegati nel tessuto economico sammarinese e, attraverso il Dipartimento Formazione, sviluppare un percorso di bilinguismo italiano/inglese nelle scuole sammarinesi.

ALCUNI STRUMENTI PER L’OCCUPAZIONE

1. introdurre immediatamente un “Reddito di Cittadinanza”, indicativamente pari ad 1/3 del reddito medio dei lavoratori dipendenti, da destinare a tutti coloro che siano disoccupati, non beneficino di ulteriori ammortizzatori sociali e siano subito disponibili al lavoro e/o alla formazione nelle modalità che saranno loro richieste;
2. Eliminazione di tutte le tipologie di contratto atipico oggi esistenti eccetto il lavoro occasionale (che verrà tarato in modo da aumentarne la possibilità di utilizzo a copertura di esigenze molto temporanee; tale contratto sostituirà anche quello saltuario, che invece sparirà) e i co.co.pro. (da utilizzare esclusivamente per consulenze e progetti e per il lavoro di gestione della propria azienda di amministratori, dirigenti e soci);
3. Consentire alle imprese che si mostrino disponibili o a quelle di nuova costituzione la possibilità di sperimentare contratti di lavoro basati su meccanismi di flex-security per tutti i nuovi assunti, configurando, in pratica, una sperimentazione di questo modello. Il tutto in cambio di una riduzione dell’imposta, ogni anno, indicativamente di 4 punti percentuali (che scenderanno a 2 punti se, in quell’anno, il rapporto (residenti)/(totale assunti) sarà compreso fra il 50% e il 75%, e a zero se sarà minore del 50%). All’impresa dovrà essere richiesto di sottoscrivere uno speciale contratto di lavoro a tempo indeterminato con l’assunto, con la possibilità di libero licenziamento per motivi economici e organizzativi in cambio di:
a. un indennizzo pari ad 1 mesi di retribuzione per ogni anno di lavoro, con un massimo di 12 mesi, da versare in parte alla Cassa per gli Ammortizzatori Sociali (vincolato al finanziamento delle sole Indennità Economica Speciale, Indennità di Disoccupazione e Reddito di Cittadinanza) e in parte al lavoratore;
b. il pagamento di un “contributo di licenziamento”, pari indicativamente al 7% del reddito del lavoratore licenziato, da pagare ogni 6 mesi qualora il lavoratore resti disoccupato; tale contributo sarà riversato alla Cassa per gli Ammortizzatori Sociali;
c. la sottoscrizione di un contratto di “ricollocamento” tramite cui l’impresa si impegna a far frequentare al lavoratore (a suo carico, con un contributo massimo del 30% da parte dello Stato) corsi e attività utili ad una veloce ricollocazione, attraverso agenzie specializzate (qualora il lavoratore non si impegni o si rifiuti, perderà gli ammortizzatori sociali).
Per tutto il resto varranno le regole già in vigore (ammortizzatori a carico della Cassa per gli Ammortizzatori Sociali, impossibilità di rifiutare occupazioni, ecc…);
4. Introdurre un piano di incentivazione fiscale ad aziende che, al di fuori della casistica di cui sopra, assumano lavoratori sammarinesi e residenti, in particolare giovani e donne. La scelta potrebbe essere quella di ridurre l’aliquota fiscale (in misura minore al caso precedente) solo in presenza di questo genere di politiche di assunzione (ed in misura maggiore al crescere del numero di lavoratori “obiettivo” assunti e del fatto che siano assunti a tempo determinato o indeterminato).
5. prevedere che le aziende che assumono un sammarinese o residente con contratto di formazione in luogo di un lavoratore non residente abbiano diritto, oltre ai vari abbattimenti già previsti dalle leggi per il contratto in formazione, anche ad un abbattimento del 100% dell’aliquota da corrispondere alla Cassa per gli ammortizzatori sociali per i primi 6 mesi e del 75% per i successivi 6 (in ragione del fatto che questa sua politica di assunzione riduce la spesa per ammortizzatori sociali). Se non disdetto entro 3 mesi dal suo avvio, tale contratto in formazione si intende automaticamente trasformato in contratto a tempo indeterminato alla scadenza;
6. Obbligo per tutti i disoccupati iscritti nelle liste di avviamento al lavoro di partecipare a corsi di formazione organizzati da enti quali il Cfp o l’Università, o altri enti e istituzioni, anche private, in settori e ambiti compatibili con la propria preparazione scolastica e/o con la propria pregressa esperienza di lavoro.
7. Forte incentivazione delle cooperative di lavoro, specialmente se create da disoccupati che decidano di creare una nuova impresa con questa forma giuridica.
8. Contrasto al lavoro nero con i seguenti dispositivi: rotazione degli Ispettori; meccanismi chiari di identificazione dei lavoratori in regola; inversione dell’onere della prova in tribunale a tutela del lavoro degli ispettori; introduzione della possibilità di denunce anonime sull’occupazione di lavoratori in nero o irregolari nelle aziende; immediato invio alla Commissione di disciplina e sanzioni economiche severe per i dipendenti pubblici e privati che svolgano un secondo lavoro, ove non consentito e che non sia di stretto e dimostrabile vantaggio familiare (come lavori di casa, o per i figli, ecc…); forte aumento delle sanzioni amministrative per gli imprenditori coinvolti (ad esempio divieto ai contravventori di partecipare agli appalti pubblici finoalla chiusura dell’attività in caso di recidiva plurima) e per il lavoratore (purchè non sia provato il suo stato di indigenza e di disoccupazione); forte aumento delle sanzioni penali per gli imprenditori coinvolti; estensione degli orari di controllo ed ispezione fino a coprire tutto il ventaglio degli orari di lavoro; previsione per l’impresa committente della responsabilità in solido (a livello economico, amministrativo e penale) con l’appaltatrice in caso di utilizzo di lavoratori in nero qualora la committente sia in condizioni di esercitare il controllo diretto.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

2
SANITA’ E STATO SOCIALE

Premessa
La salute è un diritto dei cittadini e la tutela della salute è il fine del servizio sanitario e socio-sanitario nazionale. La salute, secondo la definizione dell’OMS è “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattia o infermità”.
I principi ispiratori del piano Sanitario e Socio Sanitario della Repubblica di San Marino intendono dare corpo e sostanza a quanto indicato dall’OMS attraverso le seguenti linee direttrici:
• Salute e non solo sanità
• La persona al centro del sistema
• È compito dello Stato la programmazione sanitaria e socio-sanitaria, che contribuisce a determinare la qualità della salute della popolazione
• Sanità di qualità ed a misura d’uomo che garantisca uguaglianza, solidarietà, equità e sostenibilità – secondo i principi di efficacia, efficienza ed appropriatezza.
• Attenzione ai nuovi bisogni di salute della società adeguando le forme di assistenza alle esigenze di salute dei cittadini
• L’integrazione socio-sanitaria
• Definizione dei soggetti erogatori delle prestazioni secondo standards di qualità (accreditamento) in base alle caratteristiche dello stato di salute della popolazione ed agli obiettivi di prevenzione, cura e riabilitazione
Queste indicazioni, così come tantissime altre, sono contenute nel “Piano Sanitario e Socio Sanitario della Repubblica di San Marino” predisposto dalla Segreteria di Stato per la Sanità in collaborazione con l’Authority sanitaria e approvato dal Consiglio Grande e Generale.
Il Piano è uno strumento previsto dalla riforma del nostro Istituto per la Sicurezza Sociale avviata con la Legge n. 165 del 2004. Riforma che possiamo definire, per molti aspetti, decisamente innovativa (per non dire rivoluzionaria), che ha introdotto strumenti e principi del tutto estranei all’organizzazione precedente.
Authority sanitaria, sistema informativo, sistema del budget, gestione del rischio, linee guida, sistema di valutazione, sono solo alcune delle novità a cui la normativa citata fa da riferimento e cornice.
Le condizioni socio-economiche e le problematiche finanziarie interne ed internazionali che hanno investito pesantemente il nostro Paese in questi ultimi 3 / 4 anni, introducono seri elementi di criticità nella gestione del nostro Stato Sociale così come lo conosciamo. Sarà necessario introdurre nuovi criteri e nuove regole per garantire una tenuta al sistema e un accesso universale ai servizi sanitari e soci-sanitari. Queste novità dovranno contemperare una continuità nei servizi offerti e nello stesso tempo una maggiore selettività di coloro che avranno accesso ai servizi stessi.

Strumenti
Il Piano Sanitario e Socio Sanitario prevede come strumenti necessari per la governance del sistema i seguenti elementi:
– Governo clinico
– Linee Guida
– Percorsi assistenziali
Il governo clinico (clinical governance) può essere definito come “il contesto in cui i servizi sanitari si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dell’assistenza e mantengono elevati livelli di prestazioni creando un ambiente che favorisce l’espressione dell’eccellenza clinica nel limite delle risorse disponibili”.
Si tratta di creare le condizioni che rendano possibile agire in modo coordinato e coerente sull’insieme dei determinanti della pratica clinica e della qualità di quest’ultima, attraverso la formazione dei professionisti, il monitoraggio dei processi assistenziali e dei loro risultati (audit clinico), la gestione dei rischi clinici implicati nell’assistenza sanitaria (risk management). È inoltre necessario enfatizzare l’importanza del dialogo fra tutti i professionisti che operano in ambito sanitario e socio-sanitario per governarne il sistema anche attraverso linee guida e percorsi assistenziali condivisi.
Il ruolo delle linee-guida è quello di costituire una fonte di indicatori di esito e processo sui quali basare attività di audit e monitoraggio della pratica clinica.
In un sistema complesso come quello socio-sanitario i percorsi assistenziali – intesi come strumenti di gestione per definire, in base alle evidenze scientifiche ed alle prove di efficacia nell’ambito del contesto applicativo locale, il migliore processo assistenziale per rispondere a specifici bisogni di salute – pongono l’attenzione sul miglioramento dei processi per ridurne la variabilità non necessaria e per aumentare la qualità dell’assistenza e del servizio offerti (appropriatezza).
Al fine di definire percorsi che comprendano tutti gli aspetti dell’assistenza (sanitaria, socio-sanitaria, socio-assistenziale) è necessario che vi sia una multidimensionalità di azione che costituisce l’elemento di forza dei percorsi, venendo a costituire la base di un governo efficace ed efficiente di tutti i processi clinici ed organizzativi che determinano la qualità dell’assistenza sanitaria.
La riforma del 2004, ha disegnato in maniera innovativa e moderna il quadro normativo del nostro sistema di sicurezza sociale. È nostra opinione che manchino ancora alcuni passaggi fondamentali per dare maggiore sostanza al processo di riforma. È indispensabile infatti dare piena autonomia alla gestione del Comitato Esecutivo che ha il compito di mettere in pratica le indicazioni contenute nel Piano Sanitario e Socio Sanitario e nelle Linee Guida. Piena autonomia significa piena gestione e controllo sul personale e sulle risorse economiche. Ad oggi tale autonomia non è garantita per la sovrapposizione di norme del pubblico impiego e della gestione del bilancio dello Stato.
Il Governo, attraverso il sostegno tecnico dell’Authority sanitaria, deve fornire le linee guida di politica sanitaria e socio sanitaria, il Comitato Esecutivo le deve mettere in pratica e deve rispondere dei risultati al Consiglio Grande e Generale e al Governo che conseguentemente interverrà per aggiustare il tiro o dare continuità a quanto realizzato.
Ognuno con il proprio ruolo e competenze, in un contesto di collaborazione e coordinamento di volontà e obiettivi che deve fare sistema e deve soprattutto garantire maggiore efficacia ed efficienza in un’ottica di uguaglianza, solidarietà, equità e sostenibilità.

Criticità e proposte

Sistema informativo e gestionale
Il Sistema Informativo Sanitario e Socio-sanitario deve essere considerato uno strumento indispensabile per rispondere alle esigenze della programmazione, della gestione, della verifica e della valutazione delle politiche sanitarie e socio-sanitarie.
Per ottenere tutto ciò è necessario dotarsi, oltre che delle insostituibili risorse umane, di un adeguato impiego di tecnologia informatica e di infrastrutture di comunicazione, identificando altresì i vari livelli di competenza per la produzione e la gestione delle informazioni. Quindi per quanto riguarda l’Authority Sanitaria e Socio-Sanitaria il sistema dovrà soddisfare le esigenze di programmazione ed epidemiologia, monitoraggio e valutazione, mentre per l’ISS dovrà rispondere alle necessità di ordine gestionale, produttivo e di governo.
Gli obiettivi che nel loro complesso costituiscono un sistema coerente ed integrato possono essere identificati in:
• Sistema di integrazione delle informazioni sanitarie individuali;
• Monitoraggio della rete di assistenza sia pubblica che privata;
• Monitoraggio dell’appropriatezza;
• Monitoraggio degli aspetti economici;
• Monitoraggio delle liste di attesa;
• Monitoraggio della mobilità sanitaria;
• Monitoraggio dell’impiego dei medicinali;
• Registri di Malattie;
• Registro di Mortalità;
• Monitoraggio degli aspetti legati all’interazione uomo-ambiente.
L’unitarietà di questo sistema di obiettivi è assicurata da numerose connessioni, sia di tipo funzionale, perché nel loro complesso essi soddisfano le esigenze dei diversi livelli del Sistema Sanitario Sammarinese, sia di tipo logico, perché fanno tutti riferimento ai cittadini, alle prestazioni e alle strutture di erogazione dell’assistenza sanitaria.

Regolamentazione delle prestazioni dei professionisti sanitari
In un sistema sanitario e socio sanitario dove coesistono sia il pubblico che il privato, si rende necessario regolamentare nella maniera più opportuna l’attività dei professionisti della sanità per garantire la massima efficienza al sistema pubblico ed evitare possibili distorsioni in termini di economicità e di prestazioni.
In tal senso va definito al più presto un accordo tra l’ISS e i suoi collaboratori sanitari e socio sanitari per la definizione di regole condivise sulla libera professione. Regole che dovranno tutelare sia la legittima aspirazione del dipendente di accrescere la propria professionalità, sia quella del sistema pubblico di tutelare i livelli di prestazione e di efficienza di utilizzo delle proprie strutture. Si pensa ad una intramoenia diretta esclusivamente ai non assistiti ISS, per i quali invece, le prestazioni sanitarie erogate dallo Stato sono a titolo gratuito. I nostri servizi specialistici offrono alcune eccellenze di diagnosi e di cura che potrebbero – ed in parte già lo sono (Servizio di Terapia Antalgica per esempio) – essere sfruttate dagli abitanti dei territori limitrofi, con il doppio vantaggio di fornire servizi di eccellenza e supporto ad una parte degli utenti del sistema sanitario dell’Emilia-Romagna e delle Marche con cui si intensifica sempre più la condivisione di percorsi e strutture, e dall’altra con un ricavo economico per lo Stato di San Marino. Per l’attuazione di questa proposta è necessario un accordo specifico tra l’ISS e la regione Emilia Romagna e la regione Marche. In tal senso si inserisce la proposta per la realizzazione di un Centro Unico per le Prenotazioni (CUP), che va implementato nel sistema nel più breve tempo possibile. Il CUP gestiraà un numero di posti preventivamente concordati, affinchè utenti delle suddette regioni possano usufruire delle prestazioni sanitarie offerte dai nostri specialisti.

Maggiore integrazione con strutture dell’area vasta
In un’ottica di sistema, la nostra struttura ospedaliera deve essere vissuta come parte di un insieme più ampio che comprende altre risorse localizzate all’interno delle regioni italiane a noi limitrofe, Emilia Romagna e Marche. Gli accordi già sottoscritti e quelli che ancora possono essere realizzati, devono andare nella direzione di garantire elevati standard di qualità e di efficienza alle prestazioni e contemporaneamente una ottimizzazione dei costi. Lo scambio e l’integrazione tra poli ospedalieri ad elevata specializzazione possono garantire un livello di assistenza molto alto e un contenimento dei costi di gestione.
Gli accordi con le regioni limitrofe dovrebbero rivestire una dimensione strategica che preveda non solo e non tanto lo scambio di prestazioni ma anche e soprattutto uno sviluppo integrato dei sistemi sanitari e sociosanitari comprendendo anche la possibilità di progetti comuni anche in termini di formazione e partecipazione all’attività di diagnosi e cura.

È opinione ormai condivisa da tutti che è necessario ripensare il welfare del nostro paese con caratteristiche di “universalismo nella selettività”: universalismo, dal momento che è una delle peculiarità storiche del nostro sistema di sicurezza sociale fin dalla sua nascita nel lontano 1955; selettività, perché, considerando la sostenibilità finanziaria una dimensione imprescindibile del sistema, l’estensione del welfare a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni economiche, ne pregiudicherebbe l’efficacia in presenza di risorse scarse.
Nella vicina Italia ad esempio è stato introdotto un indicatore simile a quello presente chiamato “ISEE”, in grado di selezionare i beneficiari delle politiche socio-assistenziali sulla base delle condizioni economiche del nucleo familiare di appartenenza.
L’assegnazione degli aiuti e degli accessi alle famiglie a beni e servizi pubblici è oggi percepita come molto ingiusta in quanto sono moltissimi i casi in cui si commette sia l’errore di escludere dagli aiuti persone che dovrebbero essere incluse, sia di includere individui che dovrebbero essere esclusi.
Questa inefficienza è in gran parte spiegata dai limiti connaturati alla determinazione del reddito pro-capite e nello specifico dalla imprecisione nello stimare il reddito da lavoro e l’entità del patrimonio.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

3
SPERIMENTAZIONE DI NUOVI MODELLI DI GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI

I limiti delle gestione pubblica allargata risiedono prevalentemente su due fronti: l’eccessiva gerarchizzazione dei processi decisionali ed allontanamento del luogo di svolgimento del processo operativo da quello decisionale, la forte connotazione politica della PA, la natura no-profit e assistenziale della Pubblica Amministrazione.
Analizzando la storia e i processi storici di crescita e riforma della nostra pubblica amministrazione si coglie che i principi di efficienza, efficacia e merito non sono stati spesso attivati compiutamente all’interno delle attività della P.A.
Si può tentare quindi di organizzare porzioni della P.A. da un altro punto di vista, che è quello della gestione di beni comuni e condivisi, per verificare la possibilità di dare in gestione servizi afferenti la comunità a forme giuridiche che privilegino gli interessi comuni e non la speculazione privata. Enti No-Profit o in perdita con una struttura organizzativa orientata alla preservazione e valorizzazione del bene comune.
Quindi una struttura organizzativa più contenuta e vicina allo svolgimento del processo operativo con vincoli di bilancio stringenti gestita nell’interesse del bene comune. La forma giuridica di Ente di Gestione del Bene Comune dovrà sviluppare la propria attività basandosi su una chiara definizione: del bene da tutelare e/o valorizzare, sui clienti/utenti che deve servire e/o coinvolgere, e sulle modalità di reperimento delle risorse per svolgere al massimo il proprio servizio.
L’Ente di Gestione del Bene Comune dovrà quindi avere nel suo statuto questi elementi di riferimento ed avere un consiglio di amministrazione i cui componenti saranno reperiti fra professionisti con esperienze, competenze e studi specifici per la gestione del bene di riferimento, i quali saranno parzialmente e/o integralmente indicati direttamente dagli utenti/clienti del servizio stesso.
La permanenza nei posti dirigenziali degli enti di gestione del bene comune non dovrà essere superiore indicativamente a circa 8 anni complessivi.
Uffici e/o unità organizzative che potranno essere trasformate in Enti di Gestione del Bene Comune potrebbero essere ad esempio le Aziende e/o alcuni servizi delle aziende, l’Ufficio Tributario, le Poste (tra l’altro già trasformato in ente ma non con queste indicazioni), l’Istruzione, la gestione del Territorio.

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