Scelta fallimentare per chi?

Scelta fallimentare per chi?

Scelta fallimentare per chi? 

Leggiamo con stupore il titolo a caratteri cubitali dell’articolo a firma Federazioni Pubblico Impiego CSdL e CDLS e, in quanto parte in causa, ci permettiamo di rispondere con una domanda: fallimentare per chi? Crediamo infatti che l’articolo sia lacunoso di dati e informazioni che ci premuniamo di fornire per la pubblicazione di un quadro obiettivo e realistico della neo costituita spa. Rispondiamo a stesso mezzo, pur non condividendolo, in quanto argomentazioni su posizioni già espresse e per di più oggetto di una trattativa ancora aperta tra Poste San Marino spa, Governo e organizzazioni sindacali. Il primo aggiornamento lo forniamo sui dati di bilancio dell’Ente Poste istituito con legge n. 54 del 12 maggio 2012 come passaggio intermedio per la successiva trasformazione in spa. Il bilancio al 31.12.2014 palesa per la prima volta il deficit del settore postale di 1.050.113,55 euro. Al 31.12.2015 detto deficit è pari a 948.118,77 euro. Il deficit stimato per l’anno 2016, adottato nel bilancio di assestamento dello Stato, è di 702.210,00 euro. Tale ultimo risultato sarebbe stato ancora più positivo se si fossero potuti definire con le Organizzazioni Sindacali il nuovo contratto di lavoro, il fabbisogno di personale, la revisione delle zone postali e la modifica degli orari di servizio. Interventi tutti con un impatto considerevole sulla gestione aziendale e sul risultato d’esercizio. Nonostante tali ritardi, dal 2014 al 2016 è stato realizzato un importante intervento sul personale dipendente in quanto numericamente incoerente con i volumi di operazioni e fatturato con una riduzione di seguito evidenziata:

Dipendenti prima della trasformazione in Ente 148 Dipendenti assegnati all’Ente Poste 133 Dipendenti assegnati a Poste San Marino spa 119

Con l’avvio della trasformazione è stata possibile una attenta analisi dei costi e dei ricavi postali e dunque la realizzazione di interventi strutturali e organizzativi, dei quali la riduzione del deficit è il risultato positivo. Allora riproponiamo la domanda Spa fallimentare per chi? Alle ulteriori provocazioni pubblicate, rispondiamo: – l’aumento dell’emolumento del Consiglio d’Amministrazione, infondatamente accusato di controtendenza rispetto alla riduzione del deficit, non è altro che la retribuzione tabellare riconosciuta a organi direttivi di qualsiasi Spa; – i “non meglio definiti” servizi finanziari, esattamente indicati della legge istitutiva dell’Ente prima, nello Statuto della Spa poi, a che titolo sono stati definiti inattuabili e fallimentari se ancora non avviati? Come si pensa possibile la realizzazione di uno specifico apparato legato ai servizi finanziari senza l’avvenuto completamento di una struttura organizzativa e gestionale aziendale? Solo un breve accenno, ancora, alla sterile polemica sul possibile utilizzo delle auto elettriche. Detto progetto rappresenta una scelta di natura politico sociale sponsorizzata dal Governo uscente per la graduale sostituzione del parco auto della pubblica amministra che avrebbe coinvolto anche Poste San Marino spa. E’ inutile quindi precisare che ogni decisione in merito sarà oggetto di confronto con il futuro Esecutivo.

Ulteriore considerazione : risulta superfluo evidenziare che il deficit del settore postale non è imputabile ma è preesistente all’Ente Poste, e dunque già sopportato dallo Stato nell’ambito della totalità del deficit del suo Bilancio. E allora chiediamo : perché lo Stato può ripianare il deficit di un Ente e non quello di un società totalmente partecipata? Si ha diritto di parlare di spa fallimentare solo dopo 9 mesi dalla sua Costituzione? La spa di fatto inaugura una gestione di tipo imprenditoriale snella e veloce per il raggiungimento dei propri obiettivi istituzionali in linea con la maggioranza delle amministrazioni postali nel mondo. Obiettivi quali efficienza di servizi coerenti agli indirizzi internazionali dell’Unione Postale Universale, riduzione dei costi di gestione, funzionale articolazione dei settori operativi, che rappresentano parte della mission aziendale, di certo non incontrerebbero facile raggiungimento in organismi tenuti al rispetto di modalità e tempistiche della Pubblica Amministrazione. Per tutto quanto detto invitiamo la Federazioni Pubblico Impiego CSdL e CDLS a riflettere se le loro recriminazioni e perplessità sulla neo costituita Spa sono riconducibili solo alla tutela dei lavoratori o come potrebbe sembrare in buona parte anche al mantenimento di privilegi che mal si conciliano con l’attuale situazione del paese.

Il Consiglio di Amministrazione ed il Direttore Generale di Poste San Marino spa

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