San Marino. Antonio Fabbri: Caso Monte Paschi molto simile agli Npl del Titano

San Marino. Antonio Fabbri: Caso Monte Paschi molto simile agli Npl del Titano

L’informazione di San Marino

Articolo di Libero: “Mps prestava soldi ai ricchi e loro non li ridavano”

Caso Monte Paschi molto simile agli Npl del Titano

Antonio Fabbri  

SAN MARINO. Siena e San Marino hanno sempre avuto delle affinità. Fin da quando si parlò di “Rinascimento digitale”, partirono insieme con il famigerato “progetto Socrate”, che sul Titano però non si concretizzò. Ma il punto non è questo. Il parallelismo, adesso, viene facile facile con la vicenda del Monte dei Paschi di Siena e dei suoi crediti non performanti.

Anche il Titano ha i suoi piccoli- grandi Monte dei Paschi. Così, a leggere le cronache di questi giorni e di come si sono generati gli Npl della banca toscana non si può non riportare specularmente la situazione a San Marino. Anche lì, come qui, prestiti ingenti non garantiti. Anche lì, come qui, a personaggi politici o amici degli amici, che non li hanno restituiti. Anche lì, come qui, l’ombra dell’affiliazione o della vicinanza dei “prenditori” non solventi a qualche massoneria. Anche lì, come qui, il salvataggio di “moribondi” creati da altri, ricade sulla collettività con l’intervento dello Stato. Si spera almeno, lì come qui, che coloro che i prestiti senza garanzie li anno dati con il risultato di riversare le perdite sulla collettività, siano chiamati a rispondere e a rifondere il corrispettivo dei danni che hanno causato.

Così è interessante leggere che cosa ha scritto su Libero quotidiano, Nino Sunseri. Già il titolo chiarisce che cosa è accaduto a Mps e potrebbe esattamente essere traspositato in salsa sammarinese: “Mps prestava i soldi ai ricchi e loro non li ridavano”.L’articolo di Sunseri parte addirittura da soldi prestati durante il risorgimento a Garibaldi. Qui da noi in tempi più recenti abbiamo avuto libretti di Mazzini, seppure non fosse proprio quello vero.

Ma la frase del giornalista che introduce l’articolo spiega molte cose di come funzionasse in Mps e di come è funzionato in molti casi anche qui: “Evidentemente anche in tempi non sospetti, a Siena sentivano il fascino della camicia rossa. Ma soprattutto rivelavano una certa reverenza nei confronti dei poteri forti. Preferibilmente in odore di massoneria”. E da Garibaldi si arriva ai tempi più recenti.

“Così – prosegue il pezzo di Libero Quotidiano – fra i clienti che non hanno rimborsato figurano la Sorgenia della famiglia De Benedetti e Don Verzè che, grazie anche all’amicizia con Silvio Berlusconi aveva fondato l’ospedale San Raffaele
portandolo anche al dissesto con un buco di duecento milioni. Dagli archivi risultava anche, almeno fino all’anno scorso, una fidejussione di 8,3 milioni che il Cavaliere aveva rilasciato a favore di Antonella Costanza, la prima moglie del fratello Paolo. (…) Ma i problemi di Mps non si fermano alla Toscana e zone circostanti. La forte presenza in Lombardia attraverso la Banca Agricola Mantovana ovviamente l’ha portata in stretti rapporti d’affari con il gruppo Marcegaglia che ha sede da quelle parti. Fra l’altro Steno, fondatore dell’azienda siderurgica, era stato uno dei soci della Bam che aveva favorito l’ingresso di Siena. Tutto bene fino a quando al timone è rimasto il vecchio. Poi è toccato ai figli Antonio ed Emma. Complice la crisi economica, hanno accumulato un’esposizione di 1,6 miliardi che le banche hanno dovuto ristrutturare aggiungendo altri 500 milioni”.

Insomma, secondo l’articolo di Libero, grandi nomi che hanno ottenuto credito, finito in Npl. “Viene fuori – prosegue l’articolo – che il 70% delle insolvenze è concentrato tra i clienti che hanno ottenuto finanziamenti per più di 500mila euro. In totale si tratta di 9.300 posizioni e il tasso di insolvenza cresce all’aumentare del finanziamento. La percentuale maggiore dei cattivi pagatori (32,4%) si trova fra quanti hanno ottenuto più di tre milioni di euro. Ovviamente un tasso di mortalità
così elevato sulle posizioni più importanti apre molti interrogativi sulla gestione”. Per aver concesso quei crediti stratosferici sulla fiducia, ci sono però delle responsabilità e il giornalista le indica: “La scansione dei tempi dice anche un’altra cosa: Mussari e Vigni hanno concesso i crediti”.

Ebbene, a veder la situazione di San Marino, qualcosa suggerisce che l’allegra gestione dei prestiti agli amici, ai soggetti influenti sammarinesi e non, ha dei tratti distintivi molto simili al pasticciaccio di Monte dei Paschi di Siena.

 

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