San Marino. Bonifico Bcs, processo d’appello chiesta la nullità della citazione

San Marino. Bonifico Bcs, processo d’appello chiesta la nullità della citazione

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Bonifico Bcs, processo d’appello chiesta la nullità della citazione

Antonio Fabbri

E’ arrivato al processo di appello, ieri mattina, anche il caso del famigerato bonifico da 1,2 milioni effettuato durante il blocco dei pagamenti di Bcs. Caso per il quale in primo grado erano stati condannati, per interesse privatoin atti d’ufficio, gli ex commissari straordinari Sergio Gemma e Otello Carli, oltre all’ex direttore di Banca Centrale, Mario Giannini, a 7 mesi, pena sospesa e benefici di legge.

Il processo si è aperto con la notizia di un lutto. L’avvocato Pier Luigi Bacciocchi, ha infatti comunicato che lo scorso 9 gennaio 2017 è deceduto Sergio Gemma. Tra l’altro lo stesso procedimento, prima dell’avvio del dibattimento di primo grado aveva visto il decesso di Antonio Gumina, l’ex capo della vigilanza che era tra i rinviati a giudizio. Nei suoi confronti il giudice di primo grado ha dichiarato il non luogo a procedere. Ieri, è toccato al giudice delle appellazioni David Brunelli dover prendere atto del decesso di Gemma. Il processo è dunque proseguito a carico di Carli e Giannini, ieri entrambi assenti.

La parola è stata data prima alle parti civili, Marco Giancarlo Rossini, in rappresentanza di Bcsm, e l’Avvocatura dello Stato, rappresentata da Simona Ugolini e Alessandra Bellardini. Le parti civili hanno chiesto la conferma della decisione di primo grado. Stessa cosa hanno fatto i Procuratori del fisco, Roberto Cesarini e Giorgia Ugolini, che hanno inoltre sottolineato come il termine di prescrizione cada il 15 aprile 2017. Hanno chiesto anche il rigetto delle di tutte le questioni di nullità degli atti
poste dalle difese. Nullità degli atti chiesta dall’avvocato Pierluigi Bacciocchi che ha sollevato l’impossibilità, nelle maglie dell’appello, di avere
accesso al fascicolo. Di qui la richiesta di nullità del decreto di citazione in appello. L’avvocato Tamburini ha criticato la sentenza
di primo grado del giudice Battaglino: “Una sentenza che non ha né capo né coda. Una follia giuridica. E’ una storia banale che si è voluta ingigantire che ha avuto limiti ben precisi, per toccare qualcuno e non toccare altri. Per questo deve essere riformata. Perché non continente
prova della responsabiltià degli imputati, anzi, contiene prove che portano ad escludere qualunque malafede negli imputati”. Sul decesso di Sergio Gemma l’avvocato Tamburini ha detto: “Una volta si diceva: è morto di crepacuore. Credo sia così”, ha aggiunto amareggiato.

Anche l’avvocato Gianna Burgagni, difesa Giannini, ha condiviso l’eccezione del collega Bacciocchi, “rispetto delle forme vuole dire anche fare giustizia. Quando l’avvocato Bacciocchi parla di barbarie un po’ mi sento di condividerlo. Quanto alla sentenza di primo grado, non la possiamo condividere”. Anche il collega romano, Fabio Lattanzi, ha insistito perché venga riformata la sentenza.

Il giudice si è riservato di decidere entro i novanta giorni di legge.

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