San Marino. Caso Seven Eleven, confermata la condanna per cesenate Manuzzi

San Marino. Caso Seven Eleven, confermata la condanna per cesenate Manuzzi

L’informazione di San Marino

Caso Seven Eleven, confermata la condanna per cesenate Manuzzi

Antonio Fabbri

Emissione di fatture false, confermata in appello la condanna a carico del cesenate Giorgio Manuzzi, per il caso della Seven Eleven legato alle sponsorizzazioni sportive. 

Secondo l’accusa, confermata dunque in via definitiva con la sentenza di appello, Manuzzi si serviva della società sammarinese, la Seven eleven, per consentire a terzi l’evasione dell’Iva e delle imposte sui redditi in danno all’erario italiano. Questo avveniva attraverso l’emissione di false fatture di servizi di sponsorizzazioni sportive nei confronti della società italiana, Moving Srl, pure questa da lui amministrata. Confermata a carico di Manuzzi, dunque la pena comminata in primo grado dal giudice Battaglino pari a un anno di prigionia, un anno e otto mesi di interdizione, 3000 euro di multa e risarcimento del danno da liquidare in sede civile a favore della parte civile costituita, l’eccellentissima camera. 

La vicenda destò scalpore sul Titano quando la procura di Forlì fece una rogatoria nell’aprile del 2012 e il 24 di quel mese il Pm Fabio Di Vizio partecipò assieme all’allora Commissario della Legge Rita Vannucci, alle perquisizioni presso la sede sammarinese della società. Scalpore anche perché i magistrati forlivesi acquisirono documentazione anche presso lo studio di commercialista del Segretario della Dc, Marco Gatti.

Da quella rorgatoria, oltre al procedimento italiano, scaturì anche quello sammarinese che ieri ha avuto il suo epilogo.

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