San Marino. Lettera alla Reggenza per l’Istanza d’Arengo sui fatti di Rovereta

San Marino. Lettera alla Reggenza per l’Istanza d’Arengo sui fatti di Rovereta

San Marino,  9 Aprile 2017

All’ Ecc. Reggenza
S.E. Mimma Zavoli
S.E. Vanessa D’Ambrosio

Domenica 2 aprile 2017 è stata presentata un’istanza d’ Arengo con la quale si chiede  che   venga posta a Palazzo Pubblico un’epigrafe riguardante i fatti di Rovereta accaduti nel 1957,  con la seguente iscrizione: “IL XIV OTTOBRE MCMLVII, SOVVERTITA LA VOLONTA’ POPOLARE, VENDUTA ALLO STRANIERO LA MILLENARIA LIBERTA’ DELLA REPUBBLICA, ROVESCIATO CON L’ARMI FORESTIERE IL GOVERNO LEGITTIMAMENTE ELETTO DAL POPOLO, I TRADITORI ED USURPATORI DELLA DEMOCRAZIA ENTRARONO PADRONI IN QUESTO PALAZZO: A PERPETUA IGNOMiNIA I SAMMARINESI POSERO, XIV OTTOBRE MMXVII”.
I sottoscritti cittadini sammarinesi, familiari di alcuni uomini politici dell’epoca, dopo ampia ed approfondita riflessione, sentono il dovere di presentare all’ Ecc. ma Reggenza le ragioni per le quali essi ritengono l’ istanza non ammissibile  alla discussione in Consiglio Grande e Generale.
Si tratta di una richiesta priva di fondamento storico e politico, non supportata da ricerche storiche né da analisi di fonti archivistiche; è una interpretazione non obiettiva di eventi molto complessi, studiati solo parzialmente, senza tenere in considerazione il momento politico degli anni Cinquanta e la realtà dei fatti, sono opinioni personali che denotano scarsa conoscenza e superficialità di analisi storiografiche.
     Il testo dell’epigrafe, così come formulato, è caratterizzato da un linguaggio molto offensivo, diffamatorio, lancia accuse pesantissime e gravissime contro persone illustri purtroppo defunte, non in grado quindi di difendersi, persone che meritano rispetto, perché hanno dedicato la vita al servizio del Paese e della Comunità sammarinese. A loro vanno attribuiti sentimenti di riconoscenza e di solidarietà, ne va difesa e tutelata l’onorabilità, va riconosciuto il loro impegno politico, sociale, culturale, il pensiero.  
     Non si ravvisa nella proposta il requisito del “pubblico interesse “, termine con il quale si intende la creazione di un rapporto positivo fra lo Stato e i cittadini in relazione ad un bene comune che può essere di varia natura, ma sempre fondato sui valori che riguardano la vita della collettività. In ogni società tale principio favorisce la coesione e il dialogo.      
     L’istanza, presentata il 2 aprile 2017 suscita invece sentimenti contrastanti, crea un clima di contrapposizione, scatena reazioni negative, non certamente utili alla vita del Paese.
        In un’epoca di globali cambiamenti e di sfide profonde che si presentano all’orizzonte, è importante che un popolo, un paese, una collettività ritrovino gli elementi che accomunano e che non dividano, che non disperdano i caratteri della propria identità, che si adoperino nella ricerca di un autentico processo di pace e di concordia, per poter guardare con positività al futuro delle nuove generazioni.    
In base all’Ordinamento sammarinese, l’istanza d’Arengo è uno straordinario strumento di democrazia diretta attraverso il quale può essere esercitato il diritto di petizione popolare.  Questa istanza evidenzia però una strumentalizzazione dello stesso istituto, poiché nel testo della lapide è contenuto un giudizio perentorio, definitivo di condanna e viene negato il diritto alla libertà di pensiero sancito dalla Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali del nostro Ordinamento.
     Sui fatti di Rovereta esistono numerose pubblicazioni, realizzate da studiosi sammarinesi e non, che offrono approfondimenti importanti, ma anche saggi e monografie interessantissimi corredati da notevoli documentazioni che evidenziano la complessità del momento storico sammarinese, inserendolo in una contestualizzazione più ampia, italiana ed europea. Si lasci dunque alla Storia  ed agli storici la continua ricerca della verità e la  corretta e puntuale ricostruzione  storiografica dei fatti, rispettosa delle diverse posizioni.     
     Ad integrazione di quanto sopra esposto si rileva l’ inopportunità che pubbliche sedi istituzionali accolgano giudizi di merito, tanto più valutazioni di carattere prettamente offensivo, su episodi della vita politico istituzionale del passato e soprattutto di un passato di cui si sono persi lo spirito e il preciso contesto politico e sociale. Non ci si può permettere di infangare il buon nome di tanti sammarinesi che hanno condotto le più importanti battaglie di civiltà del secolo scorso nell’interesse esclusivo dell’amore per il proprio Paese.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  
     Alla luce di queste brevi considerazioni, i sottoscritti, profondamente colpiti dalla presentazione di tale istanza d’ Arengo, si rivolgono all’Ecc.ma Reggenza affinché, nel ruolo di supremo garante dell’unità dello Stato e dell’Ordinamento costituzionale sammarinese, e nell’intento super partes di operare nell’ottica di pacificazione nel Paese, accolgano la richiesta di non ammissibilità.   
         
In fede

(seguono  firme di cittadini)

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