San Marino. Criminal minds, cinque condanne e tre assoluzioni

San Marino. Criminal minds, cinque condanne e tre assoluzioni

L’informazione di San Marino

Assolti dall’accusa di estorsione Ricciardi e Platone, già condannati invece a San Marino 

Criminal minds, cinque condanne e tre assoluzioni 

Ridimensionate le vicende. Tre anni e tre mesi e 3.500 euro di multa a Fonti e Zaccheroni Tre anni e mezzo a Vitalucci. Due anni, pena sospesa, a Bianchini e Tosi

Antonio Fabbri

Si è chiuso nel tardo pomeriggio di mercoledì a Rimini il processo di primo grado sul caso Criminal Minds. La decisione arriva sul cosiddetto filone dell’estorsione e delle minacce reciproche tra gli imprenditori Vitalucci e Bianchini. La decisione del Giudice ridimensiona, in particolare per due imputati che escono assolti dal procedimento riminese, le accuse iniziali. Nell’ordine, comunque, per le vicende della tentata estorsione di Vitalucci ai danni di Bianchini, con gli episodi del Grand Hotel Primavera di San Marino, diverse telefonate minatorie e comportamenti intimidatori nei confronti dell’allora patron di Karnak e dell’allora direttore di Fingestus, l’imprenditore anconetano è stato condannato a tre anni e mezzo, mentre i suoi collaboratori, Nicola Zaccheroni e Roberto Fonti, sono stati condannati a tre anni e tre mesi. 

Condanna, inoltre, a 3500 euro di multa ciascuno. 

Condanna, per i tre, anche all’interdizione dai pubblici uffici e diritti politici per cinque anni. I fatti contestati si verificarono a cavallo tra il 2009 e il 2010. Secondo l’accusa i tre, con le minacce e le violenze, avevano l’obiettivo di farsi consegnare da Bianchini e Fingestus, tre milioni di euro che Vitalucci pretendeva come compenso per una mediazione immobiliare. Somma mai consegnata, perché ritenuta non dovuta da Bianchini.

Bianchini che, dal canto suo, in qualità di presidente della finanziaria di famiglia, la Fingestus, assieme all’allora direttore Daniele Tosi, è stato invece condannato a due anni e 1000 euro di multa, per il reato di ricettazione. Riconosciute le attenuanti generiche, la pena è stata sospesa. In tale caso l’accusa era di ricettazione di 1.864.000 euro, che Vitalucci aveva consegnato alla Fingestus. Soldi che erano il frutto della bancarotta fraudolenta dell’imprenditore anconetano.

Il collegio giudicante, presieduto dal dottor Massimo Di Patria con giudici a latere Silvia Corinaldesi e Raffaele Deflorio, ha poi assolto dall’accusa di estorsione Bruno Platone e Riccardo Ricciardi. Ad avviso della Corte riminese “il fatto non sussiste”. Gli stessi Ricciardi e Platone, tuttavia, erano già stati condannati in primo grado per l’estorsione ai danni di Vitalucci, dal tribunale di San Marino il 25 novembre 2015.

I fatti erano quelli delle minacce all’imprenditore anconetano, tra cui l’episodio dell’Admiral Point, con la contestata aggressione nei confronti di Vitalucci, che aveva raccontato di essere stato sporto dalla finestra del quarto piano dell’edificio con minaccia di essere buttato di sotto.

Ricciardi e Platone sono stati assolti, poi, assieme a Bianchini, dalla contestazione di riciclaggio, con la formula “perché il fatto non costituisce reato” Il Giudice ha dichiarato, inoltre, “non doversi procedere” per le violazioni amministrative nei confronti della finanziaria “Fingestus” per intervenuta prescrizione.

La corte si è quindi riservata il deposito delle motivazioni entro 90 giorni. Verso la sentenza di primo grado non è escluso che le parti propongano appello.

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