San Marino. Asset Banca: Germano Bollini, portavoce degli altri correntisti: ci dissociamo

San Marino. Asset Banca: Germano Bollini, portavoce degli altri correntisti: ci dissociamo

L’Informazione di San Marino

Gli altri correntisti di Asset: “Protesta strumentale di una minoranza”

“Ci dissociamo da chi fa melina per salvare una gestione scellerata. Si faccia presto”

Antonio Fabbri

“Quelle persone che scendono in piazza non stanno rappresentando affatto tutti i correntisti, ma rappresentano solo loro stessi oltre a farsi strumentalizzare”. E’ l’altra faccia, quella probabilmente più numerosa, dei correntisti di Asset Banca e dei suoi dipendenti che non vedono l’ora che il passaggio in Cassa si chiuda e arrivi lo sblocco dei conti. E non vedono di buon occhio le manifestazioni, una prevista anche per questa sera alle 20 sul Pianello, che possano frenare l’operazione. “Vogliamo dissociarci da queste manifestazioni che sono strumentalizzate e sottolineare che la stragrande maggioranza dei clienti e dei dipendenti che sono anche correntisti vuole semplicemente che il passaggio avvenga al più presto, mentre queste iniziative stanno rallentando la soluzione e ci stanno danneggiando” .

Insomma, è l’altra parte dei correntisti e dei dipendenti che finora non si è fatta sentire, ma che non ritiene più possibile tacere a fronte di iniziative ritenute strumentali che contribuiscono solo ad alzare polveroni e causare ritardi. Tra i correntisti contrari all’azione ritenuta dannosa e funzionale non tanto agli interessi di clienti e dipendenti, quanto alla ex governance e soci, a parlare apertamente è Germano Bollini che racconta la sua personale vicenda e quella di un suo conoscente. Si fa portavoce della protesta di chi chiede che si chiuda in fretta la vicenda e che a pagare sia chi ha gestito Asset Banca.

“Non faccio parte di quei correntisti che stanno suonando la grancassa. Io racconto la mia esperienza. Ho avuto bloccato il conto e i titoli, con tutti i rischi connessi all’impossibilità di movimentarli se avessero avuto delle oscillazioni negative. Questa banca era gestita come peggio non si poteva, con delle azioni più che discutibili. A me hanno fatto comperare delle obbligazioni subordinate, ma non mi hanno mai adeguatamente informato sulla natura del titolo. Anzi, io avevo esplicitato di voler acquistare obbligazioni della banca, ma che si potessero vendere e che non fossero, appunto, subordinate. Certo, la firma l’ho messa io, ma l’ho fatto fidandomi proprio perché comunque avevo dato delle precise indicazioni che non sono state rispettate. Adesso mi ritrovo con queste subordinate che non ho mai voluto. Ora chiedo che la questione si chiuda in fretta. A cosa serve questa melina? Per salvare loro? – chiede Bollini – Alla fine si vuole salvare chi ci ha portato in questa situazione: no assolutamente. Ci hanno messo nelle condizioni che se uno non avesse altre risorse oggi potrebbe chiudere. Loro con la loro scellerata gestione della banca. Gli azionisti sono i padroni della banca e se siamo in questa situazione è perché non hanno fatto una gestione sana e prudente. Quindi non sono assolutamente d’accordo con questa protesta, ma andiamo alla svelta alla conclusione di questa vicenda e andremo meglio tutti. Facciamo questo passaggio e se chi ha gestito la banca ha delle responsabilità si vada fino in fondo”, conclude Bollini.

Insomma, a quanto pare un altro gruppo di correntisti e dipendenti, probabilmente il più nutrito, non vede l’ora che l’iter del passaggio sia concluso e vorrebbe agevolarlo, piuttosto che contrastarlo. Tanto più che da una quindicina di giorni diversi dipendenti sono stati richiamati per accelerare le operazioni di passaggio delle circa 4mila posizioni da Asset in Cassa di Risparmio, il che lascia presumere che siano ore decisive per concludere l’operazione.

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