San Marino. Fatture false e truffa, condannati

San Marino. Fatture false e truffa, condannati

L’informazione di San Marino

4000 tonnellate di sabbia in piazza Enriquez condannati per fatture false e truffa 

Operazioni inesistenti con documenti preparati a tavolino e presentati al Tributario

Antonio Fabbri

Una quantità tale di sabbia e inerti da cantiere da coprire un palazzo. 3765 tonnellate depositate in piazza Enriquez a Dogana. Purtroppo, o per fortuna, nessuno
li ha mai visti tutti questi metri cubi di materiale. Tanti, però, ne portavano le scritture contabili e le fatture per operazioni inesistenti riferite agli anni 2012 e 2013 emesse e utilizzate dalla società Smb che, come se non bastasse, aveva emesso anche cinque fatture ad altrettanti soggetti riminesi per 24 tonnellate ciascuno di pellet per stufe.

Quantitativo abnorme e difficile da stipare soprattutto se, come previsto dai documenti, per riscaldamento ad uso privato.

La Smp era amministrata dalla signora Iliana Bartoletti, 68enne di San Leo, ma in realtà gestita dal figlio, Luca Costanzi, 41enne, vero dominus della società. 

Costanzi è già stato condannato in primo grado a due anni e mezzo per le vicende legate all’altra società a lui riconducibile, la Sms Società materiali e servizi srl.

Questa società gli era stata sospesa proprio per le irregolarità riscontrate. L’uomo aveva allora deciso di rilevarne un’altra che operava sempre nell’ambito dei materiali per l’edilizia, ma non potendo comparire in maniera diretta, fece nominare amministratore unico la madre che è quindi finita a giudizio assieme al figlio.

Ieri l’udienza davanti al giudice Roberto Battaglino.

Sono stati ascoltati i testimoni. Un cliente della società ha testimoniato come i materiali inerti venissero prelevati da una cava di una ditta italiana, la Eurocom sempre riconducibile al Costanzi, mentre le fatture arrivavano da San Marino.

Ascoltato anche l’ispettore Paolo Francioni del Nucleo antifrode, che ha condotto le indagini ed ha evidenziato come l’attività della Smp fosse di fatto inesistente con documenti  fatti a tavolino senza reale passaggio di merce. Sentita poi la Direttrice dell’Ufficio Tributario, Ida Valli, che ha evidenziato le anomalie dei documenti contabili, messo in luce i rimborsi monofase non dovuti conferiti alla società per circa 12mila euro e anche un reddito non dichiarato ai fini Igr per 200mila euro. Quindi le conclusioni.

L’avvocatura dello Stato L’Eccellentissima Camera costituita parte civile tramite l’Avvocatura, rappresentata dagli avvocati Simona Ugolini e Alessandra Bellardini, ha richiesto il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale derivante dal reato contestato. “Significativo – ha detto l’avvocato Simona Ugolini – è il fatto che Costanzi, dopo aver visto la Sms sospesa per vicende per le quali è stato già condannato in primo grado, ha acquisito per il tramite della madre la Smp. La documentazione della società, poi, non si trovava né nella sede di via Cesare Cantù, né in altra sede, ma è stata acquisita coattivamente presso lo studio del commercialista Mularoni, in quanto non consegnata spontaneamente degli interessati. Il gestore di fatto della società, amministrata dalla madre Bartoletti, era dunque Costanzi. Le prove raccolte dimostrano in modo non controvertibile le ricostruzioni della polizia giudiziaria”. L’avvocatura ha quindi chiesto il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale.

La procura fiscale Il Procuratore del fisco, Roberto Cesarini, ha ricostruito i fatti ed ha evidenziato come “la Smp sia stata sostanzialmente acquisita per subentrare alla ormai compromessa Sms, con licenza sospesa. Siamo in un continuum di attività in cui tutto avveniva in Italia e l’attività di commercio di inerti della società sammarinese era funzionale unicamente a trasferire fondi da società italiane di Costanzi alla Smp. Visto dunque quanto posto in essere non si può che concludere chiedendo la responsabilità di entrambi gli imputati chiedendo  per ciascuno la condanna complessiva a 2 anni e 6 mesi, a 2 anni di interdizione più le spese di giustizia”, ha concluso il Pf.

La difesa “Resto stupefatto dalla richiesta di condanna del Procuratore del fisco per una pena identica per entrambi gli imputati – ha detto l’avvocato Luca Della Balda – E’ emerso un ruolo totalmente differente dell’uno e dell’altra. Ce lo hanno detto sia l’ispettore Francioni, sia il testimone che ogni azione di conduzione della Smp faceva capo a Costanzi, vero e proprio dominus della società, mentre la madre casalinga era sì amministratore unico, ma ciò di per sé non implica responsabilità penali per atti come la truffa: quale volontà e coscienza di trarre in inganno avrebbe avuto la Signora Bartoletti? Non conosceva nemmeno l’esistenza di queste fatture ed è ovvio che facesse quello che le indicava il figlio”. Di qui la richiesta di assoluzione per la donna “quanto meno con formula dubitativa”, ha detto l’avvocato Della Balda. “Per quanto riguarda Costanzi, se riconosciuta la colpevolezza, chiedo la pena nel minimo edittale comunque non superiore a due anni, considerato che i precedenti che ci sono non sono gravi”, ha concluso l’avvocato Della Balda.

La sentenza  Il giudice Roberto Battaglino, dopo la camera di consiglio ha emesso sentenza di condanna a due anni e sei mesi di prigionia, due anni e sei mesi di interdizione e 500 euro di multa a carico di Luca Costanzi Due anni e un mese di prigionia, invece, per Iliana Bartoletti, due anni di interdizione e 300 euro di multa. Entrambi condannati in solido al  risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale, da liquidare in sede civile a favore dello Stato.

 

 

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