Stefano Elli, IlSole24Ore: Banca Centrale San Marino, si dimette anche il nuovo dg, Raffaele Capuano

Stefano Elli, IlSole24Ore: Banca Centrale San Marino, si dimette anche il nuovo dg, Raffaele Capuano
FINANZA E MERCATI18 Novembre 2017Il Sole 24 Ore
Inchieste. Dopo soli due mesi Raffaele Capuano lascia l’incarico
Banca Centrale di San Marino, si dimette anche il nuovo dg
Stefano Elli
 
MILANO
 

‘Fast and furious’. Rapido e furibondo. Dopo nemmeno due mesi di permanenza sul Titano il neo direttore generale della Banca centrale di San Marino, Raffaele Capuano lancia le sue dimissioni sul tavolo del Consiglio direttivo. L’ex alto dirigente del Ministero dell’Economia e delle Finanze, convinto ad accettare la carica dopo il licenziamento del suo predecessore Lorenzo Savorelli, ha inviato una lettera in cui parla di «mancanza di certezze giuridiche». A che cosa si riferisce Capuano? Quasi certamente alla perquisizione del suo alloggio di servizio (assegnato in precedenza a Savorelli), disposta dai magistrati del Titano ed effettuata in sua assenza dagli uomini della Gendarmeria. Una perquisizione che, va specificato, era mirata al reperimento di documentazione lasciata da Savorelli all’interno della cassaforte nell’appartamento (sigillata poco prima del suo allontanamento). 
La perquisizione sarebbe stata disposta dal commissario della legge Luca Morsiani che sta indagando su un’operazione giudicata sospetta: l’acquisizione da parte di Banca Centrale dal Credito industriale sammarinese di un sostanzioso pacchetto di titoli (una quarantina di milioni di valore nominale) posti a garanzia di un finanziamento erogato a favore di una cordata di imprenditori italiani.

Altre fonti attribuiscono le dimissioni di Capuano anche a un malinteso sorto sulla retribuzione del funzionario su cui era sorto un ostacolo non di poco conto. Quale? Il 15 maggio 2016 sul Titano si era tenuto un referendum che tra l’altro ha stabilito l’apposizione di un tetto di 100mila euro alla retribuzione dei manager pubblici della Rocca (inclusa Banca centrale). Il problema era stato aggirato con i trascorsi vertici (il presidente egiziano Wafik Grais e Savorelli) grazie all’intervento della Fondazione della Banca centrale che aveva integrato le retribuzioni dei due manager. Ma ai primi di novembre la fondazione è stata commissariata e ben difficilmente potrà nuovamente mettere mano al portafoglio. Continuano, dunque, a girare senza sosta le porte della Banca Centrale di San Marino, che hanno visto anche la recente uscita dell’ex presidente Grais, entrato in banca dopo un lungo periodo di vacatio, iniziato con le dimissioni del precedente chair man, Renato Clarizia presentate a inizio giugno 2015, in seguito ad ulteriori dimissioni: quelle dell’allora direttore generale Mario Giannini. Negli intenti della politica locale l’istituto avrebbe dovuto essere l’equivalente sammarinese di Banca d’Italia, ma evidentemente non riesce a trattenere i suoi funzionari più a lungo di un battito di ciglia.
Negli intenti della politica locale l’istituto avrebbe dovuto essere l’equivalente sammarinese di Banca d’Italia, ma evidentemente non riesce a trattenere i suoi funzionari più a lungo di un battito di ciglia.

 
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