San Marino. ‘Mine disseminate ovunque… ‘

San Marino. ‘Mine disseminate ovunque… ‘

L’Informazione di San Marino 

Tutte quelle mine disseminate ovunque che ogni tanto scoppiano

Di fronte al polverone sollevato sullo scontro e sul gossip all’interno di quel luogo sacro (così ci è stato dato ad intendere ma non è vero) che si chiama Tribunale Commissariale, il comune cittadino cerca di capire cosa effettivamente accade o è accaduto. Il Collegio Garante, che non sarà infallibile ma neppure i Magistrati, compreso il Dirigente, lo sono ha sentenziato in pochi giorni che il Governo ha agito dentro alle norme di legge sulle vicende bancarie e che il cosiddetto colpo di stato è una stupidaggine messa malamente in piedi da un estensore (formale) sulla testa del quale (o delle quali) è arrivata la botta del Collegio. Di fronte a questi fatti anche i più spericolati attaccanti avrebbero capito che si erano cacciati in un tunnel senza uscita. Invece no. Fallita l’invenzione del colpo di stato, caduta nel nulla la celebre frase della consigliera già andreoliana: “abbiamo difeso la Reggenza” (mentre lo diceva, firmava l’esposto al Collegio Garante per mandarla sotto sindacato), verificato che il risultato elettorale, gradito o sgradito, è legittimo e non si può cambiare né con un colpo di stato né con gli esposti al Collegio Garante, si ricorre al goffo tentativo di bloccare un organismo con la tecnica delle dimissioni.

Stando così le cose sarebbe utile riassumere la sequenza dei fatti:

1. Il giorno 30 ottobre la Commissione Affari di Giustizia, presieduta dal poi dimissionario Ugolini, esamina la Relazione sullo stato della giustizia 2016 già depositata dal Magistrato Dirigente Prof. Valeria Pierfelici – che ricopre quell’incarico dal 2003 – cui aggiunge una ulteriore informativa nota come “appendice”. Sembrerebbe che in questa appendice il Magistrato Dirigente abbia nutrito la pelle di alcuni Magistrati con abbondante concime organico e cosparso il capo di una “pioggerellina d’oro” come faceva Cicciolina agli entusiasti spettatori dei suoi spettacoli di trent’anni fa (su internet si può trovare il significato della “pioggerellina”).

2. Il 10 novembre la Commissione esamina l’appendice e decide di convocare il Magistrato Dirigente e poi trasmettere la documentazione alla Reggenza.

3. Il 13 novembre la polizia giudiziaria entra, con le chiavi fornite da Banca Centrale, nell’appartamento abitato pro tempore dal dottor Capuano – lui assente – per esaminare il contenuto di una cassaforte di cui ci si è ricordati qualche mese dopo la cacciata di Savorelli.

4. Il 21 novembre il Governo presenta un esposto in Tribunale chiedendo se la “visita” in casa del dottor Capuano abbia rispettato la legge.

5. Il 22 novembre, in Commissione, il Magistrato Dirigente fornisce ulteriori elementi di accusa nei confronti di una parte del Tribunale mentre l’opposizione non ne vuole sapere di trasmettere gli atti alla Reggenza e di convocare il Consiglio Giudiziario Plenario. Si dimettono il Presidente Ugolini insieme a Ciavatta e Bronzetti e l’opposizione, tutta, comincia a diffondere la l voce che è in atto una pesante e intollerabile ingerenza illecita del Governo sulla Magistratura.

Evidentemente non tutti sapevano che non molti anni fa Stolfi convocava qualche Magistrato nel suo ufficio per suggerire benevolmente cosa fare e cosa non fare (per questo fu censurato dal Consiglio). Se lo avessero chiesto a Iro Belluzzi, avrebbero forse misurato meglio le parole ed evitato una figura non proprio bella. Dall’ingerenza al colpo di stato il passo è breve. Fortunatamente per tutti noi la consigliera socialista ha difeso la Reggenza e tutto il paese è contento.

Questo è il film che appare dalla ricostruzione dei fatti. Ma sotto le apparenze la realtà è più complessa. Si incrociano infatti la guerra all’interno del Tribunale e l’azione delle opposizioni che, sconfitte nelle urne, tentano di dare la spallata ad un governo che fortissimo non è, ma che non è caduto e molto difficilmente cadrà.

La sinistra antagonista deve farla pagare a Civico10 perché non ha accettato il ruolo di damigella d’onore di Ciavatta e compagni che pensavano così di andare al ballottaggio con la sempre eterna DC. La Dc sconfitta inaspettatamente al ballottaggio, con il sistema di potere trentennale smascherato solo in piccola parte dal Conto Mazzini, abituata a far cadere o a non far nascere governi senza di lei con una collaudata campagna acquisti, dopo un anno non vede il traguardo. La cosa è doppiamente pericolosa perché tutti o quasi gli organismi dello Stato e dell’amministrazione che contano sono sue creature che agiscono contro i nuovi usurpatori.

Tre esempi a caso. Della PA è capo l’uomo di Giancarlo Venturini dopo la cacciata in anticipo del precedente che pure era dei suoi; all’AASS regna ancora il sodale di Venturini al territorio; nel CLO c’è un presidio che tiene in mano anche l’ufficio di provenienza; per non parlare di Cassa di Risparmio, feudo generoso per decenni di amministratori e studi legali…

Ci vorrebbero pagine intere per elencare le mine disseminate ovunque che ogni tanto scoppiano. L’esame dei fatti dice alcune cose: in 14 anni tutto è sembrato andare senza grossi scossoni. San Marino era un paese nel quale la legalità era assoluta o quasi. Poi è arrivato il Conto Mazzini, poi la tempesta odierna. I fatti, se non saranno smentiti da altri fatti, dicono che se è stato chiesto aiuto alla opposizione politica per mantenere una poltrona, è stata una operazione suicida. Sarebbe auspicabile che così non fosse ma serietà vuole che prima di dare giudizi temerari sia analizzato a fondo questo lungo periodo, fascicolo per fascicolo.

Non importa al comune cittadino sapere se abbia maggiori ragioni il Magistrato Dirigente o i Commissari oggetto di accusa. Il vecchio regime da cui provengono tutti o quasi i protagonisti del Conto Mazzini sta rialzando la testa e cerca ed ottiene agganci anche con il nuovismo radicale ed alcuni ex Consiglieri. Mentre sul banco degli accusati sono i Commissari che nei loro ruoli hanno portato avanti indagini e sentenze sul Conto Mazzini. E’ solo casualità? In queste condizioni è difficile essere neutrali ed ancor più difficile è aver fiducia nella giustizia. La politica risponde bene o male al verdetto popolare, che non sempre è giusto. I Magistrati, ivi compreso il Dirigente, non devono rispondere a nessuno, a prescindere?

Lettera firmata 

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