San Marino. Credito sammarinese, dalle difese richiesta di assoluzione per gli imputati

San Marino. Credito sammarinese, dalle difese richiesta di assoluzione per gli imputati

L’informazione di San Marino

Proseguono le arringhe conclusionali degli avvocati. Ieri i legali dei Lubiana, Gabba e Macrì per i quali l’accusa ha chiesto la condanna

Credito Sammarinese, tutte le difese chiedono assoluzione degli imputati

Antonio Fabbri

È proseguito con le arringhe delle difese il processo sul caso del Credito Sammarinese, giunto alla conclusione del primo grado di giudizio.

Ad aprire la mattinata di udienza l’avvocato Riccardo Leonardi, difensore di Pietro Daidone, all’epoca dei fatti membro del Consiglio di amministrazione della banca di Lucio Amati. L’accusa, come noto, è di riciclaggio nei confronti degli imputati accusati, a vario titolo, di avere concorso nella movimentazione dei denari di Vincenzo Barbieri, narcotrafficante ‘ndranghetista, morto ammazzato nel 2011, lo stesso anno in cui esplose avvio l’indagine “Decollo Money” della procura di Catanzaro e il suo filone sammarinese.

Difesa Daidone L’avvocato di Pietro Daidone, per il quale il Procuratore del Fisco ha già chiesto l’assoluzione piena, ha sottolineato che “il versamento di somme in contanti da parte di un soggetto nemmeno presente era vietato. Da questo derivano due conseguenze. La prima è che il personale che attende al conteggio, poi solleva la problematica sacramentate in una lettera, lettera che non è però mai giunta né al Cda, né al Ce. La seconda è che di questa lettera non è stato mai messo a conoscenza il consiglio di amministrazione, ignaro di un versamento che mai sarebbe dovuto avvenire”. Poi lì’avvocato ha citato la decisione del Gup di Catanzaro che in rito abbreviato ha assolto Daidone e altri membri del Cda: “Il Gup di Catanzaro dice che Daidone è inconsapevole, di lui non vi è traccia nelle intercettazioni telefonica e in più si trova in posizione contrastante rispetto alla proprietà Amati”. Insomma il legale sottolinea che la posizione del suo assistito fu estranea a quei versamenti di denaro e ignara di quella operazione. “Mi associo a quanto detto dal Procuratore del fisco chiedendo l’assoluzione con la più ampia formula”, ha concluso l’avvocato Ricardo Leonardi, cui si è associato l’avvocato Lorenzo Moretti.

Difesa Sensi Anche per Massimiliano Sensi, ex membro del Collegio sindacale del Cs, il Procuratore del fisco ha già chiesto l’assoluzione. Il suo legale, Maria Silvia Cazzoli, insiste comunque nel sottolineare come il suo assistito sia stato vittima di una vicenda kafkiana. “Il mio assistito non aveva alcun interesse in questa banca. Era un semplice membro del Collegio sindacale. Non aveva alcun potere decisionale e addirittura il giorno di quella famosa riunione del Cda e del Comitato esecutivo, arrivò in ritardo, come attesta l’orario del telepass.  In più prese parte a quella seduta, ma senza alcun ruolo deliberativo, essendo sindaco e non membro dell’organo. Nel procedimento di San Marino, viene iscritto come indagato sette giorni prima della citazione a giudizio. Al termine di tutto. Una vicenda veramente grottesca allucinante e disastrosa. Disastrosa perché, nonostante non sia persona per bene e nulla possa essere a lui cosntestato, venne arrestato ed ha vissuto questi sette anni con questa pendenza. Pensi, per fare un esempio, che in ragione delle nuove disposizioni antimafia in Italia gli è arrivata la notifica per cui gli hanno sospeso gli incentivi del conto energia per i pannelli solari che ha sul tetto di casa sua. Per questo noi miriamo anche ad una motivazione che renda giustizia al dottor Sensi. Che possa essere utilizzata anche nel processo italiano, considerato che nessuno in Italia si è preso la briga di analizzare le singole posizioni personali. Chiedo l’assoluzione con la formula più piena che sia possibile”, ha concluso l’avvocato Cazzoli.

La difesa Macrì e Gabba E’ l’avvocato Gian Luca Micheloni a sostenere la difesa di Barbara Gabba e Domenico Macrì, che erano stati ingaggiati dal Credito sammarinese come procacciatori di clienti. “E’ Già emersa la mancanza di riciclaggio o profili di riciclaggio nelle condotte dei due procacciatori di affari”, ha premesso l’avvocato Micheloni. “Macrì e Gabba – ha proseguito – una volta messo in contatto Barbieri con Vendemini, si sono disinteressati della pratica. Dalle intercettazioni emerge che i miei assistiti non venivano mai coinvolti. L’attività di Gabba e Macrì non era finanziata a commettere il reato ascritto. Innumerevoli sono gli incontri di lavoro avuti con tantissime persone per promuovere il Credito sammarinese. Il loro incarico non avrebbe permesso di incidere sulle operazioni messe in atto e non avevano contezza di chi fosse il cliente e soprattutto dei suoi trascorsi. Quindi la loro attività non era per nulla diretta ad agevolare il riciclaggio del Barbieri”. Di qui la richiesta di assoluzione Gabba e Macrì “con la formula più ampia. In subordine con formula dubitativa per mancanza dell’elemento soggettivo, i ulteriore subordine la diminuzione un grado e non luogo a procedere per prescrizione”.

La difesa dei Lubiana “Domenico Lubiana è innocente e deve andare assolto dal reato a lui ascritto”, ha esordito subito l’avvocato Francesco Stilo. “Lubiana non era commercialista di Barbieri né di società riconducibili allo stesso. E’ da escludere qualsiasi legame con la criminalità organizzata. Addirittura assieme ai familiari fu sottoposto a protezione per la collaborazione con l’autorità nell’ambito dell’indagine Decollo”. Il legale ha chiesto l’assoluzione del commercialista che presentò Barbieri a Vendemini. Anche il difensore del fratello, Salvatore Lubiana, avvocato, Ha chiesto l’assoluzione. “Lei dovrà individuare, se riterrà che egli abbia un minimo di resposnabilità, qual e l’elemento che aggancia Lubiana ad altri soggetti. Ma non c’è”, ha detto l’avvocato Domenico Ceravoli rivolgendosi al giudice Gilberto Felici. “Ormai questi vicenda ha causato danni professionali e anche familiari al mio assistito. Chiedo l’assoluzione per ristorare quanto meno i danni morali”. L’avvocato Maria Antonietta Pari, co-difensore di Salvatore Lubiana ha ripercorso i fatti, concludendo: “Salvatore Lubiana non ha mai gestito l’operazione Barbieri. Gli elementi raccolti in istruttoria non consentono di pervenire alla sussistenza del dolo in capo a Lubiana”, ha detto l’avvocato Pari richiamando anche il caso del riciclaggio dei denari di Fabrizio Corona, che vide in situazione analoga l’assoluzione di uno degli imputati. “Non ci sono elementi per condannare Lubiana oltre ogni ragionevole dubbio, per questo chiedo l’assoluzione piena perché il fatto non costituisce reato e insussistenza di prove in ordine al dolo.

La difesa Morri Ha chiuso l’udienza di ieri l’arringa dell’avvocato Lara Conti, difensore dell’avvocato Edoardo Morri, ex Vice Direttore generale del Cs. Già assolto a Catanzaro, anche il Procuratore del fisco ne ha chiesto a San Marino l’assoluzione piena. “Non voglio niente di meno di una assoluzione piena per Edoardo Morri – ha confermato l’avvocato Conti – perché i reati che gli vengono contestati non li ha commessi. Non ha mai rivestito alcuna funzione che conferisse allo stesso un potere decisionale in ordine ai fatti del presente procedimento penale. Emerge da prove documentali e testimonianze. E’ inspiegabile il suo coinvolgimento in questo processo. Dopo 7 anni di sofferenza è arrivato il momento per Morri di ottenere giustizia”, ha concluso l’avvocato Conti. Oggi tocca alle difese di Sapignoli, Vendemini e Zemiti.

 

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