L’Informazione di San Marino
Credito d’imposta, macchina del fango
di Marino Cecchetti
La Banca di San Marino quest’estate è finita in un tourbillon di notizie non tranquillizzanti.
Nata come Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Faetano si dette il nome “Banca di San Marino” quando, senza tradire la sua mission di credito cooperativo, si è espansa per tutta la Repubblica. ‘Una famiglia sempre più grande’ si chiamava il progetto che il presidente Sergio Zanotti avviò dopo averla superpatrimonializzata. Ricordate la bandiera biancoazzurra a tutte le famiglie? E la tombola giocata con tutti i sammarinesi assieme a Natale con Telesanmarino? Punto di forza: le persone che in Banca ci lavoravano, motivate e partecipi, unite da un progetto di crescita che accomunava amministratori, singoli, azienda e Paese.
Agli inizi dello scorso mese di agosto all’improvviso trapela dal mondo della politica la notizia che è in corso la “fusione” di Bsm con la Cassa di Risparmio, banca statale. Da Faetano è stato solo detto: niente ancora è stato deciso; non sono in vista “processi di nazionalizzazione”; non si tratta di “fusione”, ma di “integrazione” (una differenza che non è facile capire).
Sempre in agosto, Bsm è stata inserita fra gli istituti fruitori del credito di imposta: usufruirà dei 3,5 milioni di euro stanziati nel 2007 per Banca del Titano, poi divenuta San Marino International Bank, poi divenuta Banca Impresa San Marino quando fu rifilata a Bsm.
Bsm, dunque, è finita nel calderone con Credito Sammarinese, Banca Commerciale Sammarinese, Euro Commercial Bank, Asset Banca. Il credito di imposta è una macchina del fango, perché usato a vantaggio di prenditori senza scrupoli anziché dei depositanti. Cosa c’entra Bsm con queste distorsioni? Cosa c’entra Bsm con la richiesta di immunità degli amministratori da eventuali azioni di responsabilità, presente negli altri casi?