San Marino. Sequestri disposti a “L’informazione”, Antonio Fabbri

San Marino. Sequestri disposti a “L’informazione”, Antonio Fabbri

L’informazione di San Marino

Sequestri disposti a “L’informazione”. Solidarietà da colleghi, cittadini e politici 

Nel giro di quattro mesi è il secondo sequestro che viene disposto nei confronti del nostro giornale

Antonio Fabbri. 

Ha destato notevole preoccupazione nel mondo dell’informazione, il provvedimento di sequestro disposto nei confronti della nostra redazione, a firma del Commissario della legge Simon Luca Morsiani, dopo la pubblicazione su queste pagine dei verbali della Commissione affari di giustizia. Atti parlamentari la cui supposta segretezza o riservatezza che dir si voglia è una evidente anomalia, non sostenuta da alcuna norma e soprattutto già violata più volte nel corso del tempo sia nell’aula consiliare, sia in conferenza stampa o in altre occasioni da chi ne ha esplicitamente divulgato i contenuti, utilizzandoli per fare battaglia politica senza che alcuno avesse da ridire alcunché. Nulla da eccepire hanno avuto neppure i consiglieri di opposizione che hanno presentato esposto contro la pubblicazione dei verbali. Senza considerare, poi, che la mancata conoscenza di questi atti parlamentari crea una pesante discriminazione addirittura tra consiglieri: quelli privilegiati che conoscono per filo e per segno cosa è stato detto in quella commissione e ne utilizzano le informazioni in maniera distorta, e tutti gli altri che non ne hanno alcuna conoscenza, che non possono così replicare, menomati di un proprio diritto.

Ci sono poi provvedimenti dello stesso tribunale che contengono testimonianze chiare – come riportato su queste pagine – che smentiscono quanto detto in quel consesso e propalato come verità inconfutabile e in maniera strumentale per mesi, di fatto in buona o malafede – mentendo ai sammarinesi. Nostro fondamentale dovere è fare sapere che cosa effettivamente è stato detto e, poi, quali conferme o smentite abbiano avuto quelle affermazioni.

Lo abbiamo fatto citando gli atti e continueremo a farlo, per quanto ci sarà possibile. Per questo lavoro abbiamo ricevuto in questi giorni numerosi attestati di vicinanza da tanti colleghi, cittadini e da esponenti politici, dell’uno o dell’altro schieramento.

Resta il fatto che quando si arriva a disporre il sequestro di documentazione nella redazione di un giornale – ed è la seconda volta che a noi accade negli ultimi quattro mesi – tutti dovrebbero porsi qualche domanda

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