San Marino. “Colpo di stato, Matteo Fiorini interviene in Consiglio

San Marino. “Colpo di stato, Matteo Fiorini interviene in Consiglio

L’informazione di San Marino

Non è che il “colpo di stato” lo hanno tentato quelli che lo hanno gridato? 

L’intervento del consigliere Matteo Fiorini sulla giustizia toglie parecchi dubbi e solleva qualche preoccupante interrogativo.

Il consigliere di Rf, Matteo Fiorini, nel suo intervento in Consiglio sulla giustizia, ha tracciato un quadro molto chiaro e interessante sulle questioni che in questi mesi hanno interessato il tribunale.

Ha anche mostrato sotto un’altra prospettiva quanto propalato in questi mesi e che, adesso, sta venendo alla luce. “Vorrei fare un rimando al cosiddetto colpo di Stato. Nel momento in cui il Magistrato Dirigente compie quella scelta, di porsi in quella Commissione in quel modo, portando un documento scritto di quella portata, cosa si poteva fare?

La maggioranza della Commissione ha scelto di indirizzarsi nel solco di quello che poteva essere fatto, rispettando leggi e procedure, e soprattutto muovendosi nell’alveo dei principi democratici.

La maggioranza della Commissione voleva portare la questione ai Reggenti, affinché nel loro ruolo di garanti e di presidenti del Consiglio Giudiziario potessero darne un seguito possibile. Non potendo deliberarlo in seno alla Commissione stessa (paralizzata dal rifiuto del suo Presidente di svolgere un dovere del suo ufficio) si è rivolta alla Reggenza, fino alla convocazione legittima del Consiglio d’urgenza (poiché la Reggenza può farlo, e la commissione deve riferire al Consiglio), poi il Consiglio a maggioranza ha coinvolto il plenario, che a maggioranza ha coinvolto l’ordinario, che a maggioranza ha espresso pareri fatti propri dalla maggioranza del Plenario che ha assunto le decisioni conseguenti. Anche qui: non sono un giurista, ma ho sempre saputo che nel nostro diritto ciò che è vietato generalmente è espresso, non mi risulta che ci sia espressa, nel nostro Ordinamento, né l’irrevocabilità dell’incarico di Magistrato Dirigente, né alcun vincolo di segretezza della Commissione Affari di Giustizia. Eppure anche di questo si è sentito straparlare. Ho illustrato il percorso compiuto nell’alveo degli organi istituzionali”, ha detto il Consigliere Fiorini.

“Ad oggi – ha proseguito – non è ancora chiaro, secondo chi contesta questa scelta, cosa si sarebbe potuto e dovuto fare. Cosa volevate che si facesse a quel punto? Che si condizionasse la vita del nostro Stato, sulla base di verità “a senso unico”? Vogliamo dare tutto questo potere a un ruolo o a una persona? Che poi nel caso in questione la dott.ssa Pierfelici sia persona seria, preparata, che ha dimostrato attaccamento al bene del nostro Paese e ha contributo a migliorarlo è fuori di dubbio. Ma qui il livello della mia preoccupazione è un altro. Io credo – ha proseguito il Consigliere Fiorini – che si potesse gestire questa fase con maggiore responsabilità e senza schiamazzi, denunce, dimissioni, ritiro di dimissioni, rifiuto di compiere il proprio ruolo istituzionale, e di contro attacco frontale e cruento ad ogni percorso indirizzato sul piano istituzionale. Ma ahimè ha prevalso lo spirito del tifoso… che ha sempre ragione lui, e non è tenuto a sottostare alle regole, che in democrazia prevedono che la responsabilità delle scelte sia in quota alla maggioranza”. Quindi sottolinea la strumentalizzazione delle istituzioni. “Non si può, con la stessa disinvoltura con cui il tifoso urla al rigore negato, e invoca l’utilizzo del Var, rivolgersi al Collegio Garante. Non voglio dire che questo sia stato fatto e non metto neanche in discussione il diritto di rivolgersi a tale organismo per tutti i casi previsti dalla Legge. Ma 7 volte in meno di 2 anni, per costituzionalità dei Decreti, 2 volte per conflitti di attribuzione, ne è stato invocato l’intervento contro una legge elettorale che fino al giorno prima andava bene, è stato chiesto l’intervento dei Garanti in un caso su un Sindacato della Reggenza, in ultimo su due referendum dal vago sapore politico. 7 a 0… 7 volte i Garanti hanno emesso un parere o una sentenza, diciamo così, sgradita all’opposizione, 0 volte è stato ammesso il ricorso. Allora non va bene neanche quell’organo? O forse si è scelto di giocare una delicata partita fuori dalle regole istituzionali? E questo perché? Per convinzione che siamo davvero in un regime di sospensione del diritto? O per vigliaccheria, o sottomissione, o necessità o gratitudine? Questo non so dirlo, oggi non so ancora immaginarlo. Però io mi chiedo, in questo scontro che coinvolge Consiglio, Commissione Affari Giustizia, Consiglio Giudiziario, la politica che non vuole fare il tifo, ma vuole servire lo Stato dentro le regole dello Stato, che vuole giocare alla democrazia (dove vince la maggioranza). E badate bene: quando non c’è l’accordo, che sia la maggioranza a decidere, non è arroganza, non è autoreferenzialità, non è prepotenza, non è abuso di potere, e non è nemmeno colpo di Stato”.

Quindi? “Il colpo di Stato è il contrario, semmai. Tentato, sventato, tuttora incombente? Anche questa la pongo come domanda – dice il Consigliere Fiorini – La vera politica rispetta le sentenze, non le anticipa, non sfrutta mezze verità, non strumentalizza a senso unico solo ciò che gli fa comodo, non si comporta come tifosi rissosi. Che poi, lasciatemi dire con amarezza, che fra qualche tifoso di opposizione si celi qualche hooligan, per cui la violenza (verbale o fisica che sia) è pratica legittima ne prendiamo atto e non si commenta… anzi si commenta da sé. Non mi stupirei, ma questo mi auguro rimanga una provocazione disattesa, che per le stesse persone sia forse preferibile che di fronte alla democrazia che premia la maggioranza nei propri processi decisionali, faccia tornare nostalgia di regimi diversi, dove chi non è con me è contro di me”, ha concluso il consigliere Fiorini.

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