San Marino. Nuova ordinanza Morsiani: ecco quali sono i fatti contestati, Antonio Fabbri

San Marino. Nuova ordinanza Morsiani: ecco quali sono i fatti contestati, Antonio Fabbri

L’informazione di San Marino

Nuova ordinanza Morsiani: ecco quali sono i fatti contestati 

Ancora ignoti i titoli di reato e il numero e l’identità precisa degli indagati L’impianto accusatorio ruota attorno alla erogazione di liquidità da Bcsm al Cis

Antonio Fabbri

Stando all’ordinanza circolata nella giornata di ieri, quella di una novantina di pagine alla base della nuova indagine del Commissario della legge Morsiani, la figura centrale su cui si focalizza l’inquirente, è quella dell’ex direttore di Bcsm, Roberto Moretti. Una prima parte molto corposa dell’ordinanza che sarebbe legata alla misura cautelare dei domiciliari disposta martedì della scorsa settimana nei confronti dell’ex Ad di BancaCis, Daniele Guidi, ricostruisce la storia di Via del Voltone degli ultimi due anni, a partire dalla nomina dell’ex presidente Wafik Grais e i vari avvicendamenti, inquadrati nel contesto politico, al vertice di Bcsm.

Diverse pagine dell’ordinanza sono bianche e sbarrate, perché oggetto di omissis da parte del magistrato stesso, evidentemente trattando aspetti ancora segreti anche per le parti interessate. Il fulcro attorno a cui ruotano le contestazioni, che almeno nella copia dell’ordinanza circolata ieri non sono esplicitate quanto a titoli di reato, ma descritte nei fatti, appare essere il ruolo dell’ex direttore Moretti e il via libera da questi dato in più occasioni alle richieste di liquidità da parte di BancaCis a Banca Centrale.

La ricostruzione storica e il richiamo al “caso titoli” serve all’inquirente per affermare che “dopo la direzione Savorelli, anche sotto la direzione Moretti  parrebbe consolidare uno sviamento funzionale ad un trattamento privilegiato nei confronti di un singolo soggetto vigilato”.

In sostanza, secondo l’accusa mossa dal Commissario della legge inquirente Morsiani, nelle richieste di liquidità da parte di BancaCis a Bcsm, l’ex direttore Moretti ha sottoposto le pratiche al Consiglio Direttivo senza informarlo adeguatamente di alcune criticità, dubbi o irriegolarità che, invece, avrebbe dovuto segnalare. Viene richiamata così  la pratica di un primo finanzimento del 22 febbraio 2018, per il quale venivano impiegate in garanzia quote del fondo “Odisseo”, facente capo a BancaCis. Per questa garanzia occorreva modificare il regolamento del fondo stesso. Modifica che, però, secondo la ricostruzione dell’accusa, quando la pratica fu sottoposta al Direttivo, era stata fatta ma non in maniera conforme alle norme.

Di questo, tuttavia, il Direttivo non venne informato e il finanziamento di 14milioni fu deliberato. In seguito il regolamento fu comunque modificato, il 26 febbraio 2018, in modo conforme alle norme. L’inquirente ritiene in comunque illecito il comportamento dell’ex direttore Moretti, che non diede adeguate informazioni al Condir chiamato a deliberare. Stessa cosa si verificò a luglio 2018 quando venne presentata istanza da BancaCis, per rinnovare l’affidamento. Il 2 luglio, tuttavia, l’Agenzia di informazione finanziaria aveva presentato al Coordinamento della vigilanza di Bcsm, guidato da Moretti, una informativa in cui Aif “intendeva segnalare possibili anomalie circa finanziamenti erogati da parte di Banca Cis nei confronti di persone fisiche e giuridiche senza merito creditizio”. Una comunicazione emersa dopo il licenziamento del Direttore Moretti in un protocollo riservato da lui tenuto.

Aif chiedeva all’autorità di viglanza di compiere verifiche, ma non ottenne subito risposta. Quando la ottenne, il 13 settembre 2018 dopo averla nuovamente sollecitata a fine agosto, Moretti rispose “di non ravvisare la correlazione riguardante il processo di concessione del credito e quello di gestione della liquidità del soggetto vigilato”, riporta l’ordinanza. Quindi, secondo l’inquirente “la gestione formale tramite protocollo riservato, ed in concreto la mancata condivisione all’interno della struttura, e l’attività di interferenza attuata con il tardivo, fuorviante, riscontro alla richiesta pervenuta dall’Agenzia, nel periodo dalla prima richiesta (2 luglio 2018) e sino alla comunicazione inviata (13 settembre 2018), comprovano l’infedele e dolosamente omissiva operatività di Moretti diretta, anche in questo caso, ad avvantaggiare BancaCis rispetto a prevedibili iniziative interdittive suscettibili di adozione da parte degli organismi di controllo nell’interesse del sistema e dei risparmiatori”.

Va detto che l’inquirente ricostruendo i fatti parla più volte di “possibile” o “ragionevolmente prevedibile” rilevanza penale delle condotte descritte, il che fa capire che accertamenti sono ancora in corso e l’indagine è ancora in pieno svolgimento. Le contestazioni a Guidi si inserirebbero in questo collegamento che il magistrato ipotizza con Moretti. Viene ricostruita la vicenda di Ali Turki per l’acquisto, poi sfumato, di Banca Cis, e i passaggi per l’acquisto delle auto dell’acquirente acquirente arabo.

L’ordinanza, almeno per le parti emerse ieri, considerate le diverse pagine con “omissis”, non pare al momento completare ancora il quadro. Emerge tuttavia in due punti come lo stesso provvedimento pare escludere delle responsabilità in capo al Ccr o al Congresso di Stato, sia per l’operazione titoli, sia per l’erogazione di affidamenti da parte di Bcsm a favore del Cis. L’ordinanza rileva ad esempio che quando Moretti, prima, e il Direttivo di Banca Centrale, poi, chiesero, per dare il via libera ad un finanziamento a BancaCis, l’avallo dei membri del Comitato per il Credito e il risparmio, questi “non accettarono di farsi carico di tale consenso ritenendo che la decisione dovesse essere presa da Banca Centrale”.

L’inquirente nell’ordinanza poi riporta anche i famigerati messaggini circolati la scorsa estate e che furono anche oggetto di esposto dell’Esecutivo, evidenziando, però, che l’attendibilità è ancora al vaglio. Così come anonima e “tutta da verificare”,  ma comunque trascritta nell’ordinanza, è una lunga conversazione registrata dalla quale emergerebbero pressioni circa l’allontanamento di soggetti componenti il Direttivo o tentativi di condizionamento sulle nuove nomine. Se da un lato l’inquirente dà atto che non risultino pressioni verso le persone citate nella registrazione di provenienza anonima, dall’altro aggiunge che “evidentemente, qualora gli elementi rappresentati nella visione fossero fondati, lo scenario sarebbe alquanto allarmante”.

 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy