L’informazione di San Marino
Ora è tutto chiaro. Ecco chi vuole fare il colpo di stato a San Marino
Ecco i verbali della Commissione per gli Affari di Giustizia in forma integrale
Arriva in questa seduta del Consiglio la trattazione delle relazioni sullo stato della giustizia. Finalmente, verrebbe da dire, perché è da quelle che è nata tutta la polemica alimentata in particolare dall’opposizione che ha gridato al colpo di Stato, salvo poi constatare, leggendo i verbali della Commissione affari di Giustizia, che probabilmente ad avere quella finalità potevano essere gli stessi che la denunciavano. Lo schema appare tanto semplice quanto pernicioso: ascoltare riferimenti in Commissione affari di giustizia; fare scattare le denunce, nei confronti dei colleghi e non solo, da parte di commissari e consiglieri che ne hanno reiterato la linea per spostare sul piano giudiziario – cercando di trovare una sponda – questioni politiche; utilizzare il clamore delle inchieste scaturite dalle denunce per bloccare i lavori parlamentari; insultare e fare fuori nemici politici; denigrare e mettere a tacere opinioni differenti; fare vacillare governo e maggioranza; arrivare a sostenere l’esigenza di modificare la legge elettorale in maniera più “rappresentativa”, per poi magari insinuarsi nelle crepe della maggioranza generate dal bombardamento mediatico; fare cadere il governo; arrivare alle elezioni con la legge modificata giustificando ballottini; accordarsi per il nuovo governo sulla testa degli elettori e procedere alla restaurazione.
Questo progetto in parte è stato messo in campo, anche se ancora non ha sortito a pieno i propri effetti, ma ancora il lavoro sotterraneo e concertato per portarlo a compimento è frenetico.
Probabile che neppure la maggioranza, o una parte di essa, lo abbia capito, rischiando di trovarsi dall’oggi al domani all’opposizione, spazzata via senza rendersi conto del come e del perché.
Ecco che allora è fondamentale pubblicare integralmente i verbali della Commissione Affari di Giustizia, dei quali ora siamo venuti in possesso in forma integrale. La cittadinanza deve sapere, tutti i consiglieri devono sapere quello che è di pubblico interesse – come più volte rimarcato anche dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo – in una partita che si gioca sulle loro teste, sulle teste di tutti. E’ ovvio che i consiglieri debbano conoscere quelle carte, ha detto il Collegio Garante. Ma alcuni consiglieri che evidentemente non sono riusciti neppure a comprendere ciò che è ovvio, hanno denunciato chi quelle carte le ha fatte conoscere. E’ fondamentale che tutti possano leggere quelle carte, che fanno emergere chiaramente la costruzione di un teorema che pare mirato a ribaltare l’esito delle urne, e non solo, con ogni mezzo. La mancanza di trasparenza su quella documentazione è servita in questi mesi per parlare d’altro, per mandare avanti denunce, per rappresentare falsità e alimentare illazioni e per nascondere i reali problemi della giustizia.
In quelle Commissioni si doveva parlare delle relazioni del magistrato dirigente, del 2016 e del 2017. Invece si arriva oggi a due anni di distanza a parlarne, perché fino adesso si è fatto altro e quanto contenuto in quelle relazioni è stato tenuto nascosto. Alla luce dei dati che emergono, non potranno non essere adottati provvedimenti per garantire il funzionamento del tribunale, considerato che sono in numero impressionante i casi di denegata giustizia. Già la relazione del professor Ferroni riferita al 2017 conta 545 fascicoli prescritti processualmente. Possibile che oggi, quindi, siano molti di più.