Per un patriottismo senza nazionalismo

Per un patriottismo senza nazionalismo

COMUNICATO STAMPA

– PER UN PATRIOTTISMO SENZA NAZIONALISMO –

 

La più lunga e drammatica crisi economica e sociale nella storia del capitalismo, esclusa quella del 1929, ha messo in ginocchio l’intera classe media e gettato nella povertà e nell’indigenza le classi popolari meno abbienti in tutte le economie occidentali, compresa quella sammarinese. Una crisi scatenata e alimentata dalle élite politico-finanziarie egemoni in Europa, pronte a tutto per un mercato unico deregolamentato. Siamo, pertanto, nel bel mezzo del conflitto tra capitale e lavoro; la lotta di classe esiste, ed è ben lontana dall’essere risolta.

Il processo di globalizzazione e finanziarizzazione dell’economia, infatti, unitamente alle politiche di indebitamento pubblico e privato regolate dalle organizzazioni sovranazionali (Fmi, Banca mondiale, ecc.), alimentano e moltiplicano a dismisura disuguaglianze ed ingiustizie, fattori di un ulteriore aggravamento dell’attuale situazione di stagnazione economica.

In questo contesto San Marino ha usufruito dell’effetto trainante del settore manifatturiero, senza godere, tuttavia, di una sua effettiva “esplosione”, per effetto di una delocalizzazione selvaggia vissuta nella vicina Italia, nostro primario partner commerciale.

Gli “Stati Uniti d’Europa” o la cosiddetta “democratizzazione dell’Unione Europea” purtroppo è ancora soltanto un miraggio – non crediamo che il Segretario Renzi possa cambiare questa tendenza – volto a conservare l’ordine neo-liberista, fondato sullo svilimento del lavoro e sul conseguente svuotamento delle democrazie costituzionali dei singoli stati europei.

L’unica strada per restituire valore e dignità al lavoro, è il risveglio del patriottismo, della sacra sovranità popolare. Questo si traduce, nella pratica, puntando all’attuazione dei principi della nostra Carta dei Diritti, sul loro spirito solidaristico ed orientamento socialista, essenziale per ricostruire sia le funzioni economiche che quelle sociali del nostro Stato.

Questo patriottismo è, appunto, costituzionale, indispensabile a generare vincoli di solidarietà, a loro volta condizione necessaria per politiche redistributive e di giustizia sociale. L’amor patrio che la Carta dovrebbe suscitare nei cittadini, non è un anacronismo storico, era e resta un valore civico fondamentale, un sentimento fondativo della nostra Comunità democratica, l’opposto della degenerazione ideologica del nazionalismo.

La Sinistra ha la responsabilità di aver regalato alle destre il monopolio del linguaggio patriottico, senza approfondire le ragioni di un populismo crescente, abilmente cavalcato dalle destre, che spesso viene condannato, ma esso rappresenta il sintomo evidente di una democrazia rappresentativa malata. Su questo terreno, chi si ispira a valori socialisti deve esserci, iniziare a scavare, cercare di capire i problemi, tornare ad essere un punto di riferimento per la gente.

È necessario, quindi, rivendicare quella tradizione, che da Machiavelli alla Resistenza, passando per la Rivoluzione Francese, ha identificato l’amor di patria con l’amore per la Repubblica in quanto forma di vita libera, come fratellanza e solidarietà fra cittadini che amano il proprio Paese e le sue istituzioni nella misura in cui garantiscono a tutti di vivere da liberi e uguali, di essere in pace e sicurezza.

Questo sentimento è condiviso da tutti i cittadini di una determinata comunità territoriale, a prescindere dalle loro identità religiose, dalle loro origini etniche, ideologiche, di genere, e così via. È un sentimento di protezione, data e ricevuta, dunque non aggressivo, e riconosce pari diritti e dignità alle altre nazioni. Non è ad ogni modo un sentimento astratto: si incarna in una lingua, in un luogo, in una cultura. In una parola: nel Popolo e nelle sue Istituzioni democratiche. La patria è Unità frutto di costruzione politica, non di un ancestrale retaggio di sangue.

A chi ci governa, ricorderemo sempre che i principi fondamentali che accompagnano la nostra storia, le conquiste di libertà e di autogoverno di questa millenaria Comunità, rappresentano di fatto la nostra Costituzione, e devono poter convivere con i Trattati europei ed internazionali.

Vorremmo pertanto che altri, i quali vanno dietro a certi miraggi più o meno veri di patriottismo forestiero, sentissero al pari di noi, sebbene internazionalisti, il patriottismo di questa Repubblica, che vogliamo mantenere intatta, libera e sovrana” (Pietro Franciosi).

 

MOVIMENTO IDEALI SOCIALISTI                                                                    

15 marzo 2019

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