San Marino. Mose 2 e tangentopoli veneta, conferma condanne in Appello

San Marino. Mose 2 e tangentopoli veneta, conferma condanne in Appello

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Mose 2 e tangentopoli veneta, condanne confermate

Due anni e sei mesi a carico di Baita, Minutillo e l’ex console Colombelli. Definitiva anche la confisca di oltre mezzo milione di euro

Antonio Fabbri

Caso Mose2, Il giudice delle appellazioni Francesco Caprioli conferma la sentenza di primo grado del Commissario della legge Roberto Battaglino e rende esecutiva anche la confisca dei 550mila euro sotto sequestro, che quindi vengono incamerati all’erario.

Si chiude dunque – salvo impugnazioni di legittimità – con sentenza esecutiva il filone sammarinese di una indagine partita dalla procura Venezia e che riguardava il pagamento di tangenti nell’ambito delle grandi opere, in particolare, appunto il Mose, il sistema di paratie mobili costruito per limitare gli effetti dell’acqua alta a Venezia. Il filone sammarinese riguarda la creazione di fondi neri per oltre 10 milioni di euro, utilizzati per pagare tangenti. Fondi neri che venivano creati attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di una Srl sammarinese, la Bmc Broker, amministrata da William Colombelli, ex console di San Marino in Veneto. 

I denari, bonificati su conti sammarinesi della società, venivano poi prelevati in contanti e retrocessi a Piergiorgio Baita, manager dalla Mantovani spa, e utilizzati per pagare mazzette per l’aggiudicazione di appalti. Nel giro dei prelievi e trasporto di denaro c’era anche Claudia Minutillo, la ex segretaria dell’allora governatore del veneto Giancarlo Galan.

Di qui la contestazione, per la quale sono stati condannati ieri in via definitiva per associazione a delinquere i tre imputati. Già in primo grado era stata dichiarata la prescrizione di alcuni reati contestati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, false dichiarazioni di privato a pubblico ufficiale e appropriazione indebita.

Era rimasta in piedi, appunto, la contestazione di associazione a delinquere finalizzata in particolare alla creazione di fondi neri per generare tangenti. Capo di accusa confermato, quindi, così come la condanna a 2 anni e 6 mesi ciascuno oltre alla confisca delle somme poste sotto sequestro, pari a 550mila euro. Inoltre in primo grado il giudice Battaglino aveva rimesso in istruttoria il procedimento per la parte relativa alla contestazione di riciclaggio a carico della sola Claudia Minutillo.

Riapertura di istruttoria che era stata contestata dalle difese, che ne aveva chiesto l’annullamento. Richiesta, questa, dichiarata inammissibile dal giudice di appello, confermando, quindi, la remissione degli atti in istruttoria quanto alla contestazione di riciclaggio in capo a Minutillo che dovrà dunque essere vagliata dall’inquirente.

Si chiude così un processo che ha fatto scalpore in Italia e a San Marino, e ha smascherato un collaudato sistema di creazione di fondi neri per pagare tangenti. Un processo che ha dato uno spaccato significativo ci quale fosse in quegli anni anche la discutibile assegnazione degli incarichi consolari.

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