Movimento Ideali Socialsti torna sul “Caso targhe”

Movimento Ideali Socialsti torna sul “Caso targhe”

L’ormai famigerato “caso targhe” rappresenta una problematica banale come un raffreddore ma pericolosa tanto quanto la peste per la nostra Repubblica, ed incredibilmente ancora non risolto da chi ci governa; conseguenza diretta del decreto sicurezza della nostra vicina Italia.

Un disagio enorme. Già troppe persone, infatti, privati cittadini residenti all’estero ma che (per le più disparate e lecite ragioni) possiedono un automezzo immatricolato a San Marino, sono state fermate dalle forze dell’ordine italiane, subendo un provvedimento di sequestro del mezzo che conducevano. Circa una decina sono i casi già ufficializzati negli scorsi mesi.

Ora i controlli si stanno intensificando, ed estendendo ai mezzi aziendali di imprese sammarinesi condotte da lavoratori dipendenti residenti all’estero così come ai frontalieri, ed il primo caso ufficiale di sequestro si è manifestato. Il dramma non è solo la sanzione, già di per sé profondamente ingiusta, ma il fatto che tutto questo possa avvenire ognigiorno. A San Marino tantissime aziende assumono lavoratori frontalieri, e molti di questi ovviamente guidano auto aziendali.

Diverse imprese hanno come loro attività principale quella del trasposto di merci o persone. Quale dev’essere la soluzione per un imprenditore sammarinese abbandonato da chi lo governa? Quella dilicenziare i suoi dipendenti non residenti?Quando un frontaliero, così come un cittadino residente all’estero, si troverà l’azienda dove è impiegato costretta a chiudere perché impossibilitata a lavorare in queste condizioni, cosa gli racconterete, cari governanti. 

Sia chiaro: l’aspetto che più sta a cuore a MIS della mobilità internazionale di capitali, merci, servizi e persone trova le sue radici nella protezione del lavoro, per questo ci interessaproteggere gli interessi di chi investe nel nostro Paese.Va da sé che questo lassismo governativo sul tema danneggia gli uni e gli altri, datori e lavoratori, mettendo a repentaglio il diritto al lavoro in Repubblica per entrambi. Tutto ciò non è per noi tollerabile.

San Marino non è membro della UE, ne fa parte dello spazio economico europeo. Tuttavia,apprendiamo (costretti a cogliere segnali occasionali nell’etere) che ci avviamo verso la conclusione di un percorso di associazione a cui la cittadinanza non ha partecipato e del quale è all’oscuro. Nemmeno il contatto permanente con le attuali autorità Europee quindi -feticiste della globalizzazione vuota edi solito ben propense alla libera circolazione deregolamentata dei capitali–è servito a risolvere questa disgraziata circostanza.

Questa situazione deve essere risolta immediatamente, perché avrà contraccolpi sull’occupazione a breve, sul gettito fiscale e sull’attrattività del nostro Paese. Ad ogni modo viene naturale pensare: se non si riesce a gestire un “raffreddore” come quello del “caso targhe”, che è diventato una patologia seria a causa dell’inadeguatezza del governo, come si può essere tranquilli sul resto?

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