I verbali: A San Marino sedi giudiziarie usate dall’opposizione per condurre battaglie politiche

I verbali: A San Marino sedi giudiziarie usate dall’opposizione per condurre battaglie politiche

Sedi giudiziarie usate dall’opposizione per condurre battaglie politiche

L’informazione di San Marino

La Commissione affari di giustizia del 22 novembre 2017 si conclude con l’annuncio delle dimissioni, poi formalizzate e poi – qualche tempo dopo – ritrattate e ritirate, di tre membri dell’opposizione tra cui il presidente.

La seduta del 22 novembre vede poi l’annuncio, e pure la formalizzazione, delle denunce verso tutti quelli, qualunque carica ricoprissero, ritenuti ostili al disegno di ribaltamento politico e di restaurazione. Denunce che ancora oggi hanno ampi strascichi nonostante i motivi che le hanno mosse siano stati ampiamente smentiti e censurati.

Smentiti e censurati soprattutto dal Consiglio giudiziario plenario, del quale per dare una completezza di informazioni pubblicheremo oggi e domani l’ordine del giorno che è stato diramato a marzo 2018 dallo stesso organo di autogoverno dei magistrati che espresse la sfiducia verso l’ex magistrato dirigente.

Un documento quest’ultimo, nonostante l’importanza, ancora poco noto o del quale c’è chi tende, soprattutto per convenienza, a dimenticarsi. Anche dalle ultime battute della Commissione affari di giustizia, comunque, si comprende molto bene che nessuna ulteriore mediazione, nessuna ulteriore valutazione era ormai più possibile.

Neppure la proposta di riunire nuovamente e la mattina seguente la stessa Commissione per decidere il da farsi: la trasmissione o meno alla Reggenza degli atti delle commissione, la necessità di mettere a parte il Consiglio Grande e Generale e il Consiglio giudiziario plenario.

La decisione dei commissari di opposizione era evidentemente ormai pregiudiziale e probabilmente presa all’esterno della commissione stessa, funzionale al disegno di bloccare o comunque rallentare ogni successiva attività degli organi istituzionali.

Un disegno che si è esplicitato prima e dopo le sedute della Commissione anche attraverso i continui esposti e i ricorsi davanti ai Garanti. Non è un caso che in più di una occasione il Collegio Garante di costituzionalità delle norme abbia stigmatizzato il deprecabile espediente di utilizzare le sedi giudiziarie per battaglie politiche. E’ avvenuto con il sindacato della Reggenza, mosso dalle forze di opposizione.

Proprio in quella occasione venne espresso il monito dei Garanti a che “anche in futuro si diffonda sempre di più la consapevolezza di come il piano della lotta politica e quello della responsabilità giuridica siano e debbano restare distinti. Il rischio è infatti che, alla lunga, un uso distorto dell’azione di sindacato possa delegittimare le istituzioni con danno per tutti, compresi coloro che si prestassero a tali iniziative strumentali”. Ma il monito non è stato accolto dall’opposizione, tanto che i Garanti hanno fatto sentire ancora più forte la loro voce bacchettando la minoranza e i suoi legali evidenziando come avessero un “atteggiamento sostanzialmente lesivo del buon funzionamento della vita costituzionale del Paese”. In perfetta continuità, insomma, all’atteggiamento tenuto nella Commissione affari di giustizia, verrebbe da dire.

Tra l’altro in quella ordinanza i Garanti sottolineavano come fosse ovvio che i consiglieri avessero il diritto, anzi il dovere, di conoscere i verbali della Commissione affari di giustizia che invece, per fini inconfessabili, l’opposizione ha voluto tenere nascosti.

 

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