BCSM, inchiesta sul vertice, nuovi particolari

BCSM, inchiesta sul vertice, nuovi particolari

Nuovi particolari dell’inchiesta che coinvolge il vertice di Banca Centrale, Catia Tomasetti, e l’ex sottosegretario Sandro Gozi

Senza l’autorizzazione del Consiglio Direttivo avrebbe, secondo l’accusa, indotto funzionari di Via del Voltone a comunicare dati nella disponibilità dell’Autorità di vigilanza ad una società

Non c’è solo quella che è stata definita la “consulenza fantasma” a Sandro Gozi, tra le contestazioni mosse dal tribunale alla Presidente di Banca Centrale, sulla base della quale viene formulata l’accusa di amministrazione infedele. Ma alla presidente di Bcsm viene contestata anche una attività di trasmissione di informazioni riservate al di fuori di Bcsm. 

Trasmissione di informazioni su banche e sistema bancario avvenuta, secondo l’accusa, in assenza di autorizzazione del Consiglio Direttivo che ieri in tarda serata, in una nota diramata da Via del Voltone, ha affermato di “non poter rilasciare pubbliche dichiarazioni per il rispetto dovuto al lavoro della magistratura nella quale ha completa fiducia” e, allo stesso tempo, ha confermato “la sua piena fiducia alla Presidente, avv. Catia Tomasetti”  Fiducia sia nella magistratura, sia nella Presidente, dunque, dal parte del Direttivo.

Lo stesso Direttivo che, stando alle contestazioni della magistratura, non aveva dunque autorizzato trasmisssione di informazioni al di fuori di Bcsm. Secondo l’accusa la Presidente Catia Tomasetti, avrebbe agito al di fuori di poteri e competenze legati al suo ruolo, per indurre i funzionari di Banca Centrale a trasmettere alla Lazard Group LLC, informazioni riservate dell’Autorità di Vigilanza. Oltre a questo, sempre secondo l’accusa, spinta dalla Presidente avveniva la divulgazione di dati che la stessa Tomasetti aveva definito “riservatissimi” e relativi alla raccolta del risparmio e all’asset quality review aggiornato a tempi recenti. Insomma, quell’Aqr che opposizione e maggioranza lamentano – anche in trasmissioni pubbliche – di non conoscere, veniva divulgato, stando alle accuse a carico della presidente di Bcsm Catia Tomasetti, in altro modo. Intanto ha destato interesse oltre confine l’altra imputazione contestata nell’indagine, relativa alla consulenza affidata a Sandro Gozi, ex sottosegretario agli affari europei dei governi Renzi e Gentiloni. Tra gli altri media “La Verità”, nell’incipit dell’articolo di Giacomo Amadori, scrive richiamando l’indagine a carico di Sandro Gozi: “Sotto inchiesta i 220mila euro concordati con la Banca Centrale di San Marino per un lavoro da Eurolobbista. Coinvolta anche Catia Tomasetti, presidente della Bcsm sponsorizzata proprio dal figlioccio di Romano Prodi”. Numerosi altri articoli sono stati pubblicati sulla stampa e i media italiani, vista soprattutto la candidatura di Gozi alle prossime europee con il presidente francese Macron.

Al di là dell’eco mediatica, comunque, sulla consulenza assegnata a Gozi, la Presidente Tomasetti, secondo la ricostruzione dell’accusa, avrebbe sollecitato il Consiglio Direttivo a votare nella seduta del 28 giugno 2018, raccomandando l’adozione della delibera proprio in quella seduta, perché Gozi aveva vincolato la sua disponibilità alla scadenza del 30 giugno.

Una deliberazione richiesta omettendo di informare il Consiglio Direttivo del suo rapporto con Sandro Gozi che l’aveva introdotta a San Marino, proponendola all’allora Segretario alle finanze Simone Celli, come candidata per la presidenza di Bcsm e, in passato, si era adoperato perché ricevesse incarichi in istituti bancari italiani. La consulenza è ritenuta “fantasma” perché, secondo l’accusa, Gozi anziché assistere Bcsm per l’oggetto della consulenza, era egli stesso ad essere assistito da funzionari di Via del Voltone nel proprio ruolo consulenziale. L’interrogatorio della presidente di Banca Centrale, difesa dall’avvocato Maria Selva, sarebbe fissato per dopo Pasqua.

 

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