Denaro di truffa e bancarotta. Riciclaggio da 671 mila euro

Denaro di truffa e bancarotta. Riciclaggio da 671 mila euro

L’informazione di San Marino 

Denaro di truffa e bancarotta. Riciclaggio da 671 mila euro

Giro di contanti e 412 assegni, in due finiscono a giudizio

Antonio Fabbri

Mentre oggi in tribunale davanti al giudice Roberto Battaglino proseguono due processi per riciclaggio, che vedono contestate accuse di trasferimento e occultamento di denaro sporco per un importo complessivo di oltre 5 milioni di euro, arriva il rinvio a giudizio per un altro caso con importi importanti. Due società con lo stesso nome. Una in Italia e una a San Marino. Così è stata facilitata, secondo l’accusa, la distrazione di fondi dal patrimonio di una cooperativa italiana a conti sammarinesi sui quali hanno poi prelevato i due imputati. Una operatività a San Marino iniziata nel 2011 e che ha interessato conti correnti e movimentazioni su tre diverse banche sammarinesi, con una attività o un occultamento del denaro ritenuto di provenienza illecita contestati dall’accusa almeno fino al 2014.

Due gli imputati, entrambi di Cassino in provincia di Frosinone, che dovranno rispondere di riciclaggio. Guido Mignanelli, 52 anni, e Antonio Marra, 54enne, che il prossimo 24 giugno dovranno comparire davanti al giudice Alberto Buriani.

Secondo le ricostruzioni dell’accusa contenute nel provvedimento che dispone il giudizio i due hanno trasferito e occultato fondi complessivi per 671.312,89 euro. Denaro ritenuto frutto di reati quali truffa, appropriazione indebita e bancarotta fraudolenta. Per l’accusa si tratta di somme distratte dalla società cooperativa “Consorzio di Garanzia – Società Coopertiva a responsabilità limitata”, con sede a Roma e fallita nel 2013.

Il meccanismo utilizzato è quello già visto in altre circostanze: la creazione di una società a San Marino con nome identico a quella italiana e il trasferimento delle somme in conti sul Titano. L’omonimia degli enti evita di destare sospetti sui trasferimenti di denaro, facendoli apparire come movimentazioni su conti del medesimo soggetto giuridico. In realtà così non è.

Per l’accusa la società sammarinese era stata costituita appositamente nel maggio del 2011 e sui conti della stessa, di cui risultavano titolari effettivi i due imputati, erano cominciati a confluire denari. Dopo il primo versamento di 1000 euro, seguì la negoziazione di numerosi assegni, ben 412 per 670.312 euro, emessi dalla società italiana e, approfittando appunto della stessa denominazione, versati sui conti della società sammarinese. Operazioni effettuate in una prima fase presso Banca commerciale sammarinese con l’accreditamento di 96 assegni; poi presso EruoCommercialBank con versamento di contanti e 311 assegni negoziati e infine presso Ibs con ulteriori cinque assegni. Seguirono poi prelievi ed emissione di assegni o trasferimenti di fondi. Un occultamento dei denari che proseguì, secondo l’accusa, quando venne aperta la liquidazione d’ufficio della sammarinese “Società Consorzio di Garanzia Srl”, nel febbraio del 2014.  

 

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