Evasi dal carcere dei Cappuccini, Condannati

Evasi dal carcere dei Cappuccini, Condannati

L’informazione di San Marino

Condannati gli evasi dal carcere dei Cappuccini

Un anno e tre mesi ciascuno Le difese avevano chiesto l’assoluzione “La detenzione era illegittima”

Era il 19 agosto dello scorso anno quando due detenuti del carcere dei Cappuccini, Achille Lia e Albano Ahmetovic, evasero dopo una colluttazione con un secondino e una milite di supporto. Ieri mattina le parole degli agenti aggrediti hanno ricostruito l’accaduto. “Mi trascinarono lungo le scale – ha raccontato il Vice Brigadiere della Gendarmeria in servizio quel giorno – diretti verso l’uscita.

Cercavano ossessivamente le chiavi e, strappati i cavi telefonici, hanno spinto i due agenti nell’infermeria. Quindi i due detenuti riuscirono a guadagnare l’uscita. Il Vice Brigadiere, uscito dall’infermeria, raggiunse Lia nel parcheggio e cercò di fermarlo, ma questi si divincolò e riuscì a scappare a sua volta, mentre Ahmtovic si era già dileguato.

Questa la ricostruzione fatta dall’agente della gendarmeria e dalla milite che quel giorno subirono l’aggressione dei due detenuti. Prima della discussione del caso, ieri mattina in aula, l’avvocato Rossano Fabbri ha formulato una eccezione preliminare, chiedendo al giudice Battaglino di astenersi, essendo, in veste di giudice delle esecuzioni, intervenuto con dei provvedimenti nella fase della detenzione di Lia. Il giudice ha ritenuto di rigettare l’istanza e neppure il legale ha fatto istanza di ricusazione.

Dopo i testimoni – ascoltato anche il responsabile del carcere William Dall’Olmo – si è passati alle conclusioni.

L’avvocatura dello Stato, rappresentata dai legali Simona Ugolini e Alessandra Bellardini, ha chiesto la condanna sia per l’evasione, sia per il danneggiamento, chiedendo inoltre il risarcimento del danno da liquidare in sede civile. Stessa cosa ha fatto il Procuratore del Fisco, Roberto Cesarini, evidenziando come i fatti siano provati anche dalle immagini delle telecamere di sorveglianza del carcere e ha contestato le eccezioni sulla inidoneità della struttura carceraria tanto che, episodio singolare, uno dei detenuti evasi, Ahmetovic, lasciò nella sua cella un biglietto con la scritta “grassie per tutto”. “Ritiene la Procura fiscale che emerga la responsabilità di Achille Lia e Albano Ahmetovic, per i reati contestati”. Di qui la richiesta dell’accusa di una condanna a 2 anni e 6 mesi ciascuno.

Per il croato, il difensore d’ufficio Alessandro Cardelli, ha fatto presente come il suo assistito non fosse al corrente della condanna che lo aveva portato in carcere. Per questo, non essendo stato messo in grado di partecipare al processo, quella detenzione sarebbe stata illegittima. “Viene meno quindi il presupposto essenziale di una legittima detenzione – ha detto Cardelli – va assolto dal reato di evasione”. Nulla quaestio, invece, sul danneggiamento. Anche l’avvocato Rossano Fabbri, richiamando la pronuncia del giudice per i rimedi straordinari, Vitaliano Esposito, che ha dichiarato a suo tempo illegittima la condanna a carico di Achille Lia perché contumace e ignaro del processo a suo carico, ha fatto leva su questa pronuncia. “Se è illegittima la detenzione, allora mancano anche i presupposti per il reato di evasione che viene contestato”, ha ribadito, reiterando anche l’eccezione sull’astensione del giudice.

Alla fine il Commissario della Legge, Roberto Battaglino, ha condannato entrambi, pur dimezzando le condanne richieste dalla Procura fiscale, e comminando a ciascuno una pena a un anno e 3 mesi di prigionia e a 2000 euro di multa per Ahmetovic, condannando in solido i due imputati a risarcire il danno all’Eccellentissima Camera

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