Amici politici, fate un grande regalo al Paese…

Amici politici, fate un grande regalo al Paese…

…..che sarebbe anche un grande regalo per me in questo mio compleanno speciale: 80 anni.  Il regalo? dare gambe e futuro ai segni e tentativi che questi giorni vedo e sento di uscita del mio Paese dal clima politico imbarbarito, da suburra, insopportabile i cui era entrato negli ultimi anni.

Voglio dire come in un testamento giustificato ormai dall’età, che nel mio limitato approccio con la politica (ho dedicato più impegno in altre cose – sindacato, impegno sociale e solidale) mi sono buttato di slancio  su ogni speranza di cambiamento avvisando però che non ero interessato a “cambi di governo”, ma  “al cambiamento del modo di governare” Che vuole dire anche un modo diverso di fare opposizione. 

In quest’ultima fase politica avevo sognato un cambiamento dove  la DC e i suoi satelliti, sapendo in che condizione disastrata avevano lasciato il Paese, si fossero messi a disposizione per collaborare a cercare soluzioni, non nell’interesse del Governo, ma del Paese; dove l’altra parte dell’opposizione, di grandi speranze e senza responsabilità precedenti, non andasse ad appiattirsi sulle posizioni irresponsabili di chi portava tutte le colpe delle tragedie del Paese; dove soprattutto il Governo  facesse del  tentativo di confronto caparbio e paziente  a tutti i livelli, il segno caratterizzante della sua azione. Una tale scelta sarebbe stata giustificata dalla gravità dei problemi del Paese, ma avrebbe caratterizzato anche la statura di una classe politica ed educato la popolazione a rapporti democratici e rispettosi anziché all’accanimento rabbioso degli ultimi anni che ha rasentato l’insidia delle istituzioni  con il tentativo di delegittimazione di un chiaro e legittimo risultato elettorale. Si è per la verità anche tentato di delegittimare il ruolo del sindacato e di altre istanze sociali scordando che il confronto esalta la democrazia ed anche il compito, che deve comunque restare chiaro, dei  ruoli istituzionali.

Un  grande regalo al Paese in questo senso l’aveva fatto la Reggenza Tomassoni-Santolini che dopo accorati appelli al confronto civile ha promosso   la “Giornata Nazionale dell’educazione alla Cittadinanza”.

Coltivare i segnali di dialogo (che non c’entra con i ballottini) è un compito doveroso di chiunque abbia un qualsiasi ruolo politico, sociale educativo.

Prendete queste poche righe  come il modesto ma accorato messaggio di una persona ormai vecchia che è stata molto preoccupata per il futuro del Paese di fronte al clima astioso degli ultimi anni.

 

Giovanni Giardi

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