Finisca l’ambaradan mediatico. Marino Cecchetti

Finisca l’ambaradan mediatico. Marino Cecchetti

L’informazione di San Marino

Finisca l’ambaradan mediatico

di Marino Cecchetti

Del ‘crocifisso di Michelangelo’ appartenuto alla Fondazione dell’Ambasciatore Giacomo Maria Ugolini, conservato a Domagnano  presso la ex Euro Commercial Bank in una cassetta di sicurezza intestata a Giorgio Hugo Balestrieri, si è tornati a parlare  perché sta per lasciare la Repubblica. Non finirà ad Ascoli Piceno, come annunciato e riannunciato dall’attuale proprietario, Angelo Boccardelli. Giovedì scorso ne ha  ordinato  la confisca,  il Tribunale di Rimini

Ascoli Piceno o Rimini a noi poco importa. Basta che finisca l’ambaradan mediatico  con cui da un decennio si tenta di  appiopparcelo,  facendo balenare che permetterebbe  di intercettare un rivolo dei visitatori che si affollano ad esempio a Roma davanti al Mosé.

Un Segretario di Stato alla Pubblica Istruzione il 31 marzo 2009 si precipitò a Roma con un aereo privato appositamente noleggiato per non mancare alla presentazione di detto crocifisso nella sala Pio XI dell’Università Lateranense. Crocifisso già ‘convalidato’ da nomi autorevoli, in materia, degli ambienti vaticani. Lì, però, quel giorno non fu esposto. Balestieri, temendo “un blitz della ‘ndrangheta”, aveva deciso di metterlo in salvo portandoselo a New York. Poi lo trasferì a Domagnano, assicurandolo per 50 milioni di euro.

Un gemello del crocifisso di Domagnano – entrambi reperiti a Porta Portese? – era già stato acquistato per lo Stato italiano da Sandro Bondi, Ministro dei Beni Culturali, per 3.250.000 euro contro il parere di esperti del suo stesso ministero (alcuni dei quali – scandalizzati! – addirittura si dimisero).

Prezzo del crocifisso di Domagnano?  Pare 55 milioni di euro. Già aprire una trattativa sarebbe imbarazzante. Ugolini, Balestieri e Boccardelli non sono nomi ignoti alle cronache su massoneria, malavita organizzata, ‘ndrangheta soprattutto.

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