Gioco d’azzardo, scoperta dall’Aif un’operazione illecita

Gioco d’azzardo, scoperta dall’Aif un’operazione illecita

L’informazione di San Marino

Gioco d’azzardo, una macchina da soldi. Scoperta dall’Aif un’operazione illecita

Imprenditore italiano si serviva di banche sammarinesi per veicolare i proventi derivanti dalla sua attività sporca

Le organizzazioni criminali non riposano mai. Anzi sono sempre al lavoro nel tentativo di riciclare i proventi derivanti da operazioni illecite. Come ad esempio quelle legate a presunti reati collegati al gioco d’azzardo. Ecco un caso denunciato nel report 2018 dell’Aif. “Una persona fisica italiana – si legge nella relazione -, che svolgeva attività imprenditoriali nel settore dei giochi, ha intrattenuto rapporti bancari a San Marino per un decennio. In tale periodo ha effettuato una discreta movimentazione tramite versamento di assegni e contante; e analoghe modalità di utilizzo del rapporto sono state registrate anche in addebito del conto. Improvvisamente – continua il report -, tale soggetto estingue i propri rapporti e trasferisce il saldo dei medesimi, per asserite esigenze familiari, a favore di nuovi rapporti sammarinesi intestati alla coniuge ed alla suocera, entrambe con cittadinanza estera.

Da accertamenti svolti, si è potuto constatare – sottolinea ancora l’Aif nella suo report 2018 – che la persona fisica italiana era stata coinvolta in molteplici procedimenti penali nel proprio paese, in buona parte collegati a reati nel settore dei giochi d’azzardo e mediante l’ausilio di una vera e propria organizzazione criminale. Dalle approfondite analisi svolte, si è inoltre accertato che gli assegni versati a suo tempo dall’imprenditore erano connotati da formali elementi di anomalia che fondavano ancor più il sospetto che la provvista confluita nel rapporto dello stesso rappresentasse il provento degli illeciti ad egli ascritti. L’Agenzia – conclude la relazione allegata al report 2018 – ha quindi ritenuto che lo stesso abbia voluto trasferire le somme di propria pertinenza alle proprie familiari, al fine di evitare l’aggressione delle stesse da parte della competente Autorità giudiziaria”.

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