A San Marino il Consiglio approva Legge elettorale. Potrebbe essere modificata già a settembre

A San Marino il Consiglio approva Legge elettorale. Potrebbe essere modificata già a settembre

Approvata dall’Aula la nuova legge elettorale. Ma già a settembre potrebbe essere modificata

Appena approvata, la nuova legge elettorale dovrà essere sottoposta a modifiche. E’ quanto emerso durante i lavori consiliari di ieri sul recepimento del quesito referendario del 2 giugno. Ed è quanto evidenziato in Aula sia dal consigliere di maggioranza, Carattoni, che da quelli di opposizione, Cecchetti e Riccardi.

“Esprimo la mia contrarietà a questo emendamento (quello sulle preferenze, ndr)- puntualizza Enrico Carattoni, Ssd – Certo c’è un accordo siglato al tavolo istituzionale e che non metto in discussione. Ma considero discriminante prevedere per gli elettori sammarinesi interni tre preferenze, mentre per quelli residenti fuori confine una sola. E non solo, ritengo questa norma di dubbia costituzionalità perché i cittadini sammarinesi devono essere considerati uguali anche nel criterio della residenza”. Un vulnus vero e proprio, dunque, secondo Carattoni che, se non rimosso, potrebbe anche inficiare l’esito delle prossime elezioni.

Vizio intravisto anche da Giovanna Cecchetti, indipendente: “Trovo questo comma fortemente discriminante per i nostri elettori residenti all’estero” e da Dalibor Riccardi, indipendente: “Sono perplesso nel distinguere tra sammarinesi interni e sammarinesi residenti fuori territorio”.

Un distinguo quello dei tre consiglieri che fa, però, sobbalzare dalla sedia Federico Pedini Amati, MdSi: “Bisogna far pace col cervello qui dentro. Carattoni, le tre preferenze sono previste dalla sua stessa maggioranza. E ribadisco della sua maggioranza. Del resto la mediazione al tavolo istituzionale è servita proprio a questo, a mettere d’accordo visioni diverse. Ed ora lei viene qui ad ergersi a paladino dei cittadini esteri”.

Qualche tensione, ma alla fine l’emendamento passa con 42 sì e 4 no. In precedenza gli altri due emendamenti che introducevano altre due modifiche forti alla legge elettorale (leggi articolo sotto) erano passati all’unanimità come quello relativo alla dichiarazione vincolante pre-elettorale da parte delle coalizioni o dei singoli partiti sui potenziali alleati di Governo (48 sì); e quello sull’innalzamento della soglia di sbarramento al 5% rispetto all’attuale 3,5%: 46 sì e 1 no (Cecchetti). Commenti, precisazioni ma alla fine la nuova legge elettorale, che recepisce il quesito referendario, passa all’unanimità (48 sì).

Ma già a settembre, così come puntualizzato da Giuseppe Morganti, Ssd e Marco Gatti, Pdcs, potranno essere apportati dei correttivi quando in Consiglio arriverà, in seconda lettura, il progetto di legge presentato dalla maggioranza che potrà essere utilizzato, appunto, dalle forze politiche per modificare quello che non va. Insomma, un nuovo provvedimento necessario per cancellare eventuali distorsioni di natura costituzionale, come quelle già denunciate da Carattoni in Aula. Ma soprattutto come Repubblica Futura ed anche alcuni consiglieri di Ssd avrebbero preferito fare, approvando le modifiche alla legge elettorale a settembre per poter verificare la correttezza normativa delle modifiche introdotte.

Eloquente il commento di Roberto Giorgetti, Rf: “Il mio gruppo avrebbe preferito posticipare l’esame del Pdl a settembre, per consentire un maggior approfondimento sugli emendamenti, di per sé condivisi, ed evitare così di produrre una legge fatta male”. Intervento che aveva però ricevuto il niet di Roberto Ciavatta, Rete: “Mettiamo in votazione la legge con procedura d’urgenza perché è nostro dovere. Non dobbiamo aspettare settembre” e la presa di distanza di Matteo Ciacci, C10: “Il recepimento del quesito referendario è un percorso dovuto per la cittadinanza, nel più breve tempo possibile”. Da qui l’Aula aveva approvato all’unanimità (53 sì) la procedura d’urgenza e, dunque, l’approvazione della legge entro la giornata di ieri.

 

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