San Marino. Rinvio “Mazzini”, Caprioli, le motivazioni

San Marino. Rinvio “Mazzini”, Caprioli, le motivazioni

San Marino. In una lettera del giudice Caprioli le motivazioni del rinvio del “Mazzini”

Incomprensibile il motivo per cui un altro potere dello Stato si astenga dal compiere un atto dovuto

Antonio Fabbri

Le motivazioni per le quali il Giudice delle appellazioni penali ha deciso di rinviare la prima udienza del processo “conto Mazzini”, sono contenute in una lettera che è stata consegnata, oltre che al Dirigente del tribunale, anche all’Ordine degli avvocati e alla Reggenza.

La lettera del professor Francesco Caprioli, Giudice delle appellazioni penali, è molto chiara e, al di là di quello che sostengono le opposizioni, i cui esponenti non hanno probabilmente assistito neppure ad una delle sentenze del conto Mazzini per poterne constatare la complessità, indica puntualmente quali sono le difficoltà di dare corso ad un processo di quella mole, quando contemporaneamente si è chiamati a sopperire alle esigenze della giurisdizione civile e amministrativa.

Dice Caprioli che quando ha fissato la prima udienza aveva “ragione di pensare che entro la data di avvio del processo Mazzini sarei stato certamente sollevato dall’incarico di gestire la parte di mia competenza nel contenzioso civile e amministrativo. Ciò purtroppo non è accaduto, per ragioni che stento francamente a comprendere”.

E le ragioni dell’ostruzionismo sulla presa d’atto della nomina sono effettivamente incomprensibili dalla maggior parte della popolazione che attende, a volte da decenni, che le proprie cause si concludano.  “Preso atto di questa situazione del tutto imprevista e imprevedibile, non posso che mutare la programmazione della mia attività giurisdizionale e modificare il calendario delle udienze. In linea con i miei intendimenti originari – aggiunge – celebrerò il processo “conto Mazzini” – che assorbirà tutte le mie energie per qualche mese – quando saranno finalmente ricoperti i posti vacanti del settore dell’appello civile e amministrativo e io potrò tornare a dedicarmi esclusivamente alla giurisdizione penale”. 

Aggiunge poi Caprioli: “Faccio davvero fatica a immaginare per quale ragione un giudice che è stato reclutato, come il sottoscritto, in virtù delle proprie competenze specialistiche in ambito penalistico, debba essere chiamato a svolgere un ruolo oggettivo di supplenza in settori a lui meno familiari come il diritto amministrativo e, soprattutto, il diritto civile, quando già sono stati reclutati due magistrati ben più attrezzati a esercitare quelle funzioni.

E tutto questo, a quanto mi è dato comprendere, perché un altro potere dello Stato si astiene dal compiere un atto dovuto”.

L’ostruzionismo posto in essere dalle opposizioni, oltre a impedire il funzionamento del potere giudiziario, è anche altamente offensivo sia verso il giudice chiamato a trattare il Mazzini, sia verso i due nuovi giudici. Non può che essere percepita come una evidente presa in giro, infatti, la circostanza che ci siano pronti due giudici che hanno vinto un bando per i quali non si vuole, senza alcuna ragione legale e plausibile, portare a compimento il percorso di nomina.  Cosi Caprioli auspica che il Consiglio straordinario che dovrebbe essere convocato dalla Reggenza, possa procedere in tempi brevi alla nomina, in modo che tornino “a realizzarsi le condizioni  – conclude Caprioli – che mi avevano indotto a calendarizzare ad ottobre il processo n.306/2010”.

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