Il rapporto di Fitch sul rating di San Marino

Il rapporto di Fitch sul rating di San Marino

Nella serata di venerdì 18 ottobre l’agenzia Fitch Ratings ha pubblicato il rapporto nel quale si conferma al livello di “BBB-“ il rating a medio-lungo termine della Repubblica di San Marino, con outlook “negativo”. Il mantenimento del medesimo livello di rating assegnato nel 2018, e confermato lo scorso aprile, attesta la sostanziale tenuta del quadro macroeconomico del

Come si evince dal rapporto, Fitch riconosce nel livello del Pil pro-capite sammarinese, ovvero nel mantenimento di una elevata capacità di spesa interna, nell’ampio surplus commerciale e nella posizione netta verso l’estero, largamente creditoria, nonché nella stabilità del sistema politico, i punti di forza del sistema sammarinese.

D’altra parte restano evidenti le criticità. Prima fra tutte quella del sistema bancario, gravato da un eccessivo livello di NPL, salito al 58% (contro il 53% dello scorso aprile) dopo l’emersione di ulteriori posizioni in una banca, bassa redditività e costi elevati, e per il quale risultano non sufficienti le azioni correttive introdotte. Altri punti di debolezza, si legge nel report di Fitch, risiedono nella limitata capacità amministrativa legata alle piccole dimensioni del Paese, nella forte dipendenza dall’evoluzione dell’economia italiana e all’andamento del Pil, in ripresa ma a un tasso non ancora soddisfacente.

Le note positive sul fronte bancario sono la stabilizzazione attorno al 28% del tasso di copertura della liquidità a sette giorni (25% a fine marzo) e la stabilizzazione della contrazione dei depositi.

Fitch ritiene che piani credibili che migliorino efficacemente la redditività, la qualità degli attivi e il patrimonio delle banche, lasciando come residuale il ricorso a fondi pubblici, sosterrebbero fortemente la fiducia nella ripresa del settore finanziario.

Il debito pubblico è previsto in tendenziale crescita: dal 32,3% di fine 2019 (nel precedente report si stimava avrebbe raggiunto il 34,9%) è stimato arrivare al 63,1% del Pil a fine 2022.

È riconosciuta una sostanziale sostenibilità dei conti dello Stato, ma con la previsione di un aumento del deficit che si potrebbe attestare intorno all’11% nel 2021, nonostante che l’incidenza dei costi di ricapitalizzazione relativi al 5 ter potrebbe limitarsi, sulla base di determinate ipotesi, al 2,2% del Pil nel periodo 2020-2021. La crescita del PIL sammarinese secondo Fitch si manterrà moderata: nel 2018 è stato stimato un tasso di crescita dell’1,1%, sostenuto dalla liberalizzazione del mercato del lavoro mentre le stime parlano di una crescita media dello 0,9% nel periodo 2019-2021, supportata dalla crescita del settore industriale privato e dagli ulteriori e robusti incrementi dell’occupazione ma calmierata dalla riduzione della leva finanziaria, dalla razionalizzazione della spesa pubblica e dalle previsioni di una crescita debole in Italia (stimata dello 0,0% nel 2019 e dello 0,4% nel 2020).

Di grande importanza per l’economia sammarinese viene valutata la conclusione dell’Accordo di Associazione con la Ue. Oltre all’acquisizione del cosiddetto passporting (già raccomandato dal Parlamento europeo come opportunità da concedere alla Repubblica), che permetterà alle banche domestiche di operare in tutt’Europa, l’Accordo consentirebbe l’accesso alla liquidità dell’Eurosistema.

Nel suo rapporto Fitch spiega che per definire in maniera oggettiva il rating a medio-lungo termine assegnato a San Marino, così come per gli altri Paesi, utilizza un modello proprietario di regressione multipla che impiega 18 variabili ricavate da medie centrate su tre anni, incluso un anno di previsioni. Il rating finale è ottenuto integrando il risultato della regressione per tener conto di alcuni elementi qualitativi non recepibili dal modello econometrico.

 

Segreteria di Stato per le Finanze

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