San Marino. La “pazzia” e il “miracolone”, Marino Cecchetti

San Marino. La “pazzia” e il “miracolone”, Marino Cecchetti

La “pazzia” e il “miracolone”

Marino Cecchetti

Non è vero che – come qualcuno continua a scrivere su Facebook – tutti a San Marino rimasero in silenzio quando i politici, ‘suggeriti’ da filibustieri senza scrupoli attratti qui dalle imbarazzanti modifiche al codice penale del 1996,  si profusero nella cosiddetta piazza finanziaria senza disporre di un contesto di professionalità adeguate. Meglio chiamarla “pazzia finanziaria”, disse  un industriale. Il Titano, per Roma, diventò la spelonca di Alì Babà.

Nel libro “Quando non tacere è un dovere”, pubblicato a San Marino nei primi mesi del 2003, si legge: “In un breve arco di anni” si è arrivati “a pregiudicare l’avvenire stesso della comunità”. Ed ancora: “Al governo” si alternano politici che nel loro passato “hanno brillato” solo “per la scandalosa disponibilità a farsi corrompere”.

Il ministro italiano Giulio Tremonti ci prenderà a cannonate con l’avallo di organismi internazionali come Moneyval, dopo una dichiarazione di guerra in conferenza stampa al Meeting di Rimini alla presenza di due – ammutoliti – Segretari di Stato, Antonella Mularoni (Esteri), e Gabriele Gatti (Finanze).

Già nel 2002 le banche – da 4 che prima erano – stavano velocemente crescendo di numero, fino a 12 in totale. C’è chi ha stilato una graduatoria dei politici ‘più attivi’ nel concederle (in quanto congressisti alle date in delibera): “Fiorenzo Stolfi, 8; Gabriele Gatti, 5; Clelio Galassi, 5; Maurizio Rattini, 5 …”.

Parallelamente, crebbero – fino a 60 – anche le finanziarie.

Tariffario della corruzione in euro, apparso a suo tempo sui media: 5 milioni per una banca, 1 milione e mezzo per una finanziaria.

La “pazzia”  ci ha lasciato sul groppone il debito pubblico ora all’esame del ‘tavolo istituzionale’. Tavolo che sarebbe da chiamare ‘della Provvidenza’ dato che ha  il compito di “mettere in sicurezza il Paese”. Ed entro un mese. Insomma, un ‘miracolone’!

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