San Marino, Elezioni 2019: Lista PDCS, candidati e programma

San Marino, Elezioni 2019: Lista PDCS, candidati e programma

San Marino, elezioni 2019,  Lista  PARTITO DEMOCRATICO CRISTIANO SAMMMARINESE (PDCS): candidati e programma

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DICHIARAZIONE APPARENTAMENTI: tutte le liste o coalizioni escluso Repubblica Futura: Domani  in Movimento (Domani Motus LiberiMovimento Rete), Ēlego, Libera, Noi per la Repubblica

ELENCO CANDIDATI  (segue PROGRAMMA)

  1. S.E. MULARONI MARIELLA, nata a San Marino (RSM) il 15 ottobre 1962, P.D.C.S.
  2. ALBERTINI MARIA CRISTINA, nata a San Marino (RSM) il 2 gennaio 1966, P.D.C.S.
  3. BECCARI LUCA, nato a San Marino (RSM) il 29 ottobre 1974, P.D.C.S
  4. BECCARI NOEMI, nata a San Marino (RSM) il 30 aprile 1963, P.D.C.S.
  5. BIORDI FRANCESCO, nato a Novafeltria (PS) il 17 novembre 1969, Indipendente
  6. BOLLINI BARBARA, nata a San Marino (RSM) il 7 aprile 1968, P.D.C.S.
  7. BRIGLIADORI VITTORIO, nato a Firenze (FI) il 13 gennaio 1964, P.D.C.S.
  8. BUGLI LORENZO, nato a Borgo Maggiore (RSM) il 20 febbraio 1995, P.D.C.S.
  9. CANNALIRE LARA, nata a Borgo Maggiore (RSM) il 23 febbraio 1986, P.D.C.S.
  10. CANTI STEFANO, nato a San Marino (RSM) il 28 agosto 1975, P.D.C.S.
  11. CARATTONI HUGO LUIS, nato a San Salvador (Argentina) il 6 febbraio 1981, P.D.C.S.
  12. CARDELLI ALESSANDRO, nato a Cesena (FO) il 7 maggio 1991, P.D.C.S.
  13. CASADEI SIMONE, nato a Rimini (RN) l’1 agosto 1975, indipendente
  14. CASALI WILLIAM, nato a San Marino (RSM) il 15 novembre 1976, P.D.C.S.
  15. CECCHINI EMANUELA, nata a San Marino (RSM) il 22 agosto 1973, Indipendente
  16. CHEZZI ALBERTO RINO, nato a Milano (MI) l’1 luglio 1960, Indipendente
  17. CIAVATTA MANUEL, nato a San Marino (RSM) il 27 dicembre 1976, P.D.C.S.
  18. CIVERCHIA FRANCESCA, nata a San Marino (RSM) il 18 settembre 1977, P.D.C.S.
  19. FANTINI LUIGINO, nato a Charleroi (Belgio) il 24 novembre 1956, P.D.C.S.
  20. GASPERONI LUCA, nato a Borgo Maggiore (RSM) il 18 agosto 1985, P.D.C.S.
  21. GATTI MARCO, nato a San Marino (RSM) il 25 gennaio 1967, P.D.C.S.
  22. GIARDI KATIA, nata a San Marino (RSM) il 13 giugno 1973, P.D.C.S.
  23. GIOVAGNOLI GINO, nato a Faetano (RSM) il 18 aprile 1951, P.D.C.S.
  24. GIULIANELLI STEFANO, nato a San Marino (RSM) il 26 agosto 1980, P.D.C.S.
  25. GOZI PAOLA BARBARA, nata a Milano (MI) il 24 aprile 1966, Indipendente
  26. GUALTIERI FABIO, nato a San Marino (RSM) il 24 gennaio 1980, Indipendente
  27. GUIDI MIRCO, nato a Borgo Maggiore (RSM) il 16 luglio 1987, P.D.C.S.
  28. LONFERNINI TEODORO, nato a San Marino (RSM) il 12 maggio 1976, P.D.C.S.
  29. MASSARA GIUSEPPINA, nata a Dire Daua (Etiopia) il 4 gennaio 1940, indipendente
  30. MINA ALICE, nata a Borgo Maggiore (RSM) il 22 aprile 1987, P.D.C.S.
  31. MINA OSCAR, nato a Serravalle (RSM) il 24 settembre 1958, P.D.C.S.
  32. MUSSONI FRANCESCO, nato a San Marino (RSM) il 15 maggio 1971, P.D.C.S.
  33. PIERDOMINICI MARIALUISA, nata a Rimini (RN) l’11 settembre 1966, Indipendente
  34. REGGINI GIUSEPPE, nato a Serravalle (RSM) il 13 aprile 1952, P.D.C.S.
  35. RIGHI ITALO, nato a Sassofeltrio (PS) il 14 giugno 1959, P.D.C.S.
  36. SAVORETTI MADDALENA, nata a San Marino (RSM) il 2 dicembre 1973, P.D.C.S.
  37. SCARANO ALESSANDRO, nato a Borgo Maggiore (RSM) il 3 settembre 1983, P.D.C.S.
  38. SELVA AIDA MARIA ADELE, nata a Macerata Feltria (PS) il 28 marzo 1957, P.D.C.S.
  39. STEFANELLI RICCARDO, nato a San Marino (RSM) il 6 marzo 1953, P.D.C.S.
  40. TAMAGNINI FILIPPO, nato a San Marino (RSM) il 30 gennaio 1972, P.D.C.S.
  41. TERENZI GIAN FRANCO, nato a Serravalle (RSM) il 2 gennaio 1941, P.D.C.S.
  42. TOCCAGNI BIANCA MARIA, nata a Bergamo (BG) il 22 maggio 1957, Indipendente
  43. TORRI GIAN MATTEO, nato a San Marino (RSM) il 6 dicembre 1976, P.D.C.S.
  44. TORSANI SIMONA, nata a Rimini (RN) l’1 febbraio 1974, P.D.C.S.
  45. UGOLINI MASSIMO ANDREA, nato a San Marino (RSM) il 26 luglio 1978, P.D.C.S.
  46. VALENTINI PASQUALE, nato a Serravalle (RSM) il 19 luglio 1953, P.D.C.S.
  47. VENTURINI GIAN CARLO, nato a San Marino (RSM) il 25 febbraio 1962, P.D.C.S.
  48. VOLPINARI ITALO, nato a San Marino (RSM) il 19 luglio 1972, P.D.C.S.
  49. ZANOTTI ENRICO, nato a Borgo Maggiore (RSM) l’11 aprile 1990, P.D.C.S.
  50. ZANOTTI LUCA, nato a San Marino (RSM) il 30 marzo 1979, P.D.C.S.
  51. ZONZINI LUCIA, nata a San Marino (RSM) il 13 dicembre 1974, P.D.C.S.

PROGRAMMA

IL CONTESTO
La legislatura da cui veniamo, iniziata con il proposito di realizzare le riforme e gli interventi urgenti di cui il Paese aveva bisogno, si è conclusa con un nulla di fatto. Al contrario di quanto promesso, nessuno degli interventi necessari alla stabilizzazione dei conti pubblici ed alla ripresa economica è stato attuato.
La percezione generale è quella di una situazione di stallo nella quale dominano insicurezza e sfiducia. Se da un lato, infatti, si ha la consapevolezza che il modello economico del passato non è più sostenibile, dall’altro ancora non si intravede quale potrà essere la prospettiva futura per San Marino. Tutto questo all’interno di un contesto internazionale in rapido mutamento, nel quale è sempre più complesso ritagliare uno spazio rispettoso delle nostre particolarità.
Per progettare il proprio futuro, uno Stato delle nostre dimensioni deve prioritariamente aver consapevolezza della propria identità, delle proprie potenzialità e dei propri limiti, dello spazio e del ruolo che si vuole attribuire alla relazione con altri popoli e nazioni.
IL NOSTRO APPROCCIO
La situazione interna del Paese ed il contesto internazionale nel quale ci troviamo ci dicono che i cambiamenti in atto, con le conseguenze che ne derivano, non sono fenomeni passeggeri e contingenti, ma rappresentano i segni di quello che tutti definiscono “un cambiamento d’epoca”. Questo significa che per affrontare le criticità presenti non si potrà più semplicemente “cercare di amministrare meglio” le cose così come stanno.
Al contrario, è sempre più evidente come sia indispensabile una revisione profonda del modello di gestione che il Paese si è dato, sia sul piano economico-sociale, sia riguardo alla sua organizzazione della macchina dello Stato. Anche le conquiste civili e sociali, che riteniamo irrinunciabili, per continuare ad essere tali devono trovare sostenibilità e consolidamento all’interno di condizioni completamente mutate.
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Questo approccio implica inevitabilmente anche un cambiamento nell’azione stessa della politica. Servono nuove modalità operative e tempi più adeguati, affinché le scelte nascano da una progettualità capace di valorizzare le competenze e le risorse esistenti e gli interventi si realizzino efficacemente con il coinvolgimento e la condivisione di tutte le parti economiche e sociali interessate.
Per favorire questo dialogo non si può prescindere dal rimettere il Consiglio Grande e Generale al centro dell’equilibrio dei tre poteri fondamentali.
La produzione normativa dovrà tornare prerogativa del parlamento e, se l’esigenza di approfondimento e di confronto lo richiederà, dovranno essere istituite apposite Commissioni Consiliari straordinarie per l’esame ed il dibattimento di provvedimenti strategici.
L’efficace funzionamento dell’assise parlamentare potrà essere garantita solo grazie ad una immediata modifica del Regolamento Consigliare, che continua a non garantire fluidità ai lavori consigliari.
PERCHE’ SCEGLIERE IL PDCS
Non è attraverso una gestione ordinaria della situazione che si potrà addivenire alla risoluzione delle attuali criticità. È necessario un approccio strutturato ai problemi, realizzabile attraverso una strategia di lungo respiro, che potrebbe svilupparsi anche oltre l’arco temporale di una sola legislatura.
Occorre ripensare dalle fondamenta il modello economico dello Stato, senza paura del cambiamento, con la capacità di intervenire dove necessario e con l’obiettivo di garantire davvero il bene di tutta la comunità sammarinese.
Non tutti i problemi richiedono per la loro risoluzione il varo di riforme, così come non tutte le lacune sono colmabili solo attraverso una sana e prudente gestione.
Per una tale “rivoluzione” servono persone che vogliano mettersi in gioco, capaci di stimolare e di favorire l’iniziativa di altre persone ed in grado di ricreare coesione sociale. Il PDCS è disposto a raccogliere questa sfida, non perché composto da donne e uomini infallibili, ma in forza di una storia ricca di testimoni, che hanno saputo coniugare nel tempo i grandi ideali con la concretezza dei bisogni e delle attese dei Sammarinesi.
Forti delle caratteristiche di un partito popolare e della rappresentatività che lo stesso è capace di esprimere, siamo determinati a condurre la nostra azione politica con l’obiettivo di promuovere la rinascita economica del Paese e ristabilire una nuova coesione sociale.
La nostra proposta di programma elettorale, dunque, non sarà un decalogo di interventi tra loro scollegati per “accontentare tutti” ma, piuttosto, una serie di punti fermi attorno ai quali si possa impostare un percorso di riconversione economica e sociale del Paese, con il confronto e la sinergia tra tutti.
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LE LEVE PER UNA NUOVA FASE DI CRESCITA
Il nostro sistema economico sta vivendo una condizione di crisi del tutto particolare, che perdura da oltre un decennio.
Oltre ai fenomeni che hanno inciso su tutte le maggiori economie mondiali, alcune criticità strutturali interne hanno determinato la progressiva perdita di ricchezza e competitività del nostro Stato, che in pochi anni ha anche dovuto modificare il proprio modello economico per adeguarsi agli standard internazionali in materia fiscale e finanziaria.
La sfida di oggi non è semplice: rilanciare la nostra economia attraverso politiche in grado di stimolare la crescita di lavoro ed imprese, garantendo la stabilità dei conti pubblici ed il mantenimento di servizi all’altezza dell’aspettativa dei cittadini.
Per risolvere questa complessa equazione non servono miracoli o “cavalieri bianchi” ma, piuttosto, un approccio ai problemi che si fondi su tre imprescindibili presupposti:
– la conoscenza del contesto economico, a partire da letture “veritiere” dei dati e dei fenomeni, per una reale consapevolezza dei problemi;
– la capacità di individuare soluzioni efficaci e sostenibili;
– il coraggio di intraprendere le scelte necessarie a favorire l’auspicata inversione di tendenza.
Ciò che proponiamo è una strategia generale che, se applicata con determinazione e coraggio, potrebbe portare ad una immediata inversione dei trend negativi e ad una generale crescita economica nel medio-lungo periodo, capace di produrre ricadute positive per tutto il Paese.
Un ambiente migliore per l’impresa
Il punto di partenza per superare la crisi è attuare interventi che migliorino la competitività del sistema economico.
Non solo attraverso la leva della fiscalità ma, in maniera altrettanto importante, garantendo alle imprese, grandi o piccole che siano, condizioni ottimali di esercizio della loro attività, così da rendere gli investimenti effettuati più profittevoli e generando margini per la creazione di nuovi posti di lavoro.
La scalata della classifica doing business della Banca Mondiale è per noi una priorità da attuare intervertendo tempestivamente su quelle evidenti lacune che pongono San Marino in una posizione non adeguata a garantire l’appetibilità del sistema economico.
La burocrazia e le limitazioni, imposte da un sistema sbilanciato sui controlli preventivi rispetto a quelli successivi, sono diventate da tempo una barriera nell’ingresso al mondo imprenditoriale sammarinese, determinando costi per le imprese e rendendo inefficiente la stessa macchina dei controlli necessaria ad evitare le distorsioni.
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Occorre, quindi, investire con coraggio sull’ammodernamento informatico della Pubblica Amministrazione affinché:
– il dialogo con utenti ed imprese possa essere semplificato attraverso procedure concessorie ed autorizzative più snelle;
– i controlli successivi per evitare le distorsioni, siano fondati su basi informative adeguate e condivise fra autorità e su valutazioni di rischio per i settori maggiormente esposti.
La risoluzione delle problematiche dell’interscambio commerciale con l’Italia e con l’Unione Europea deve avere la priorità tra le azioni di politica estera. Gli effetti negativi del T2, il prefinanziamento dell’Iva, la vidimazione fisica delle fatture e le limitazioni nel commercio on-line, la gestione diretta ed autonoma delle dogane per le operazioni extra comunitarie, sono i principali problemi che devono trovare una risposta tempestiva.
L’introduzione in Italia della fatturazione elettronica rappresenta una formidabile opportunità di addivenire a nuovi accordi in materia di interscambio che superino le intese del 1993. L’avvio del sistema anche a San Marino, e senza ulteriori ritardi, porterebbe evidenti vantaggi competitivi fra i quali quelli legati al risparmio dei costi amministrativi nella produzione, gestione e conservazione delle fatture in formato cartaceo.
Il nostro sistema bancario, gravato dal peso degli NPL sui bilanci dei vari Istituti di Credito, non riesce a dare una risposta sufficiente al fabbisogno finanziario di aziende e di famiglie. Allo stesso modo, i crediti non performanti gravano sugli equilibri di conto economico delle banche riducendone la solidità. Per questi motivi una strategia nazionale di risoluzione degli NPL è fondamentale per ridare ossigeno al sistema. Senza ulteriori ritardi, si dovrà procedere basandosi:
– sull’attuazione dei necessari interventi normativi utili a garantire azioni di recupero più celeri ed efficaci in via giudiziale e stragiudiziale;
– sulla costituzione di un veicolo nazionale per il recupero degli NPL e per la cartolarizzazione e la gestione professionale dei crediti non performanti, senza disperdere il valore degli attivi e creando in territorio nuove opportunità di impiego o riqualificazione nel settore finanziario.
Banca Centrale, nella sua funzione di organismo regolatore e di vigilanza, deve avere un ruolo centrale nel percorso di consolidamento e rilancio del sistema finanziario e, nel rispetto delle competenze, operare in sinergia con le altre Istituzioni. Solo così, le politiche per il sistema finanziario saranno frutto di una condivisione ad ampio spettro, in grado di contemperare le esigenze di tutti i soggetti portatori di interessi “sani” e legittimi.
Le banche dovranno essere supportate nel processo di determinazione del merito creditorio dei clienti, attraverso un potenziamento della centrale rischi che potrà finalmente operare in collegamento con quella italiana. Anche la solvibilità e la capacità dei soggetti di ottenere credito o facilitazioni previste dalla Legge, come il credito agevolato, devono essere accertate attraverso banche dati organizzate e flussi informativi efficienti di ausilio alle Banche e delle Autorità competenti.
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Le cryptovalute non sono più un esperimento e stanno diventando a tutti gli effetti una componente dei sistemi economici e finanziari. Molti Paesi, fra i quali alcuni anche europei, si stanno adattando a questa novità adeguando le proprie legislazioni alla gestione delle transazioni nelle monete virtuali. Senza improvvisazione e con i dovuti accorgimenti, anche San Marino dovrebbe valutare le opportunità che possono derivare da questa nuova frontiera.
Nell’ambito dell’adozione della V direttiva antiriciclaggio potrebbe essere analizzata l’opportunità di prevedere specifiche autorizzazioni per l’erogazione di servizi di stoccaggio, transazione e cambio di cryptovaluta.
Semplificazione ed efficienza normativa
Le peculiarità e le caratteristiche dell’ordinamento giuridico sammarinese, che rappresenterebbero fattori di competitività, sono state nel tempo soffocate da una eccessiva produzione normativa che ha generato difficoltà e costi per le imprese nel gestire la conformità ai dispositivi di legge.
Semplificazione ed efficienza normativa non significa solo ordinare le Leggi in testi unici ma, piuttosto, invertire un approccio sbagliato alla legiferazione: attraverso un rigoroso rispetto della gerarchia delle fonti, occorre addivenire a normative che stabiliscano diritti e doveri senza la pretesa di regolare ogni singolo aspetto dell’operatività in campo economico e generare maggiore burocrazia.
Gli strumenti di consultazione delle norme dovranno essere potenziati. I provvedimenti dovranno essere organizzati in forme coordinate, accompagnati da sintesi e documenti di corredo che ne facilitino la comprensione e contestualizzazione rispetto alle attività da porre in essere. Ciò assume particolare rilievo per tutta la normativa rivolta all’investitore estero che deve essere messo nelle condizioni di comprendere al meglio le regole del nostro sistema economico.
Sarà indispensabile introdurre una articolata ed innovativa normativa a difesa del consumo e dei consumatori, in linea con le migliori pratiche internazionali. La certezza dei diritti dei consumatori ed utenti, anche attraverso i più moderni canali commerciali, sarà di stimolo al rilancio e ad un corretto sviluppo del settore commerciale e dei servizi.
Il rilancio del settore informatico e l’informatica a supporto dell’economia
L’industria informatica non inquina, necessita di spazi ridotti e non ha bisogno di particolari infrastrutture. Al contempo, l’elevata specializzazione degli addetti consente alle attività produttive classiche un rinnovamento costante ed una sempre maggiore flessibilità per una penetrazione celere ed incisiva nelle nuove aree di mercato.
Tecnologia e digitalizzazione rappresentano due asset imprescindibili per lo sviluppo del sistema economico e sociale del Paese ed il settore informatico assume un ruolo basilare nella strategia di rilancio. Occorre, quindi, rivalutare ogni figura professionale di spessore per organizzare corsi di alta formazione, al fine di incentivare le realtà imprenditoriali esistenti favorendo la nascita di nuovi
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liberi professionisti. È necessario, inoltre, sperimentare la nascita di nuove attività economiche di settore anche da parte di tecnici forensi, recependo l’apposita regolamentazione Europea.
Attraverso lo sviluppo di nuove attività di servizio a contenuto digitale per il supporto delle imprese, si potranno creare nuovi posti di lavoro permettendo la riqualificazione e l’assorbimento del personale in esubero nei settori oggi in crisi.
Per le grandi aziende è altamente conveniente investire in acquisizioni di Startup che hanno dimostrato di incorporare efficaci modelli innovativi. Tuttavia, non si diventa attrattivi agli occhi dei grandi investitori solo grazie alle agevolazioni fiscali, ma sapendo realizzare un vivace tessuto imprenditoriale che sappia esprimere innovazione e ricerca.
L’attuale approccio alle Startup ha frenato questo dinamismo concentrandosi esclusivamente su progetti con ambiziosi obiettivi finanziari difficilissimi da concretizzare. Pertanto, è necessario ritrovare la chiave di lettura per attirare questo processo, rilanciando progetti specifici di incubazione, per stimolare le giovani menti del Paese con uno spiccato senso imprenditoriale, che vogliano concretizzare la propria idea tecnologica.
Un percorso strutturato e coeso per la digitalizzazione del Paese: l’Agenda Digitale
Per raggiungere l’obiettivo di modellare un territorio al passo coi tempi, capace di fare dell’innovazione un driver di attrazione, non basta solo investire in tecnologie ma bisogna seguire un percorso strutturato di interventi normativi, organizzativi e di formazione implementando concretamente l’Agenda Digitale Sammarinese. Essa dovrà essere il punto di riferimento per le scelte strategiche in tema di digitalizzazione, in un contesto orientato alla massima inclusione delle aziende e dei liberi professionisti presenti in territorio, al fine di evitare contrapposizioni con la Pubblica Amministrazione.
L’Agenda Digitale è il principale biglietto da visita di un Paese nel contesto internazionale, ed è uno dei principali incentivi per la nascita di nuove realtà imprenditoriali.
L’impegno sull’Agenda Digitale Sammarinese guiderà le scelte strategiche in tema di digitalizzazione. Per fare questo occorrerà:
– raggruppare in un contesto strutturato i processi di digitalizzazione più urgenti della Pubblica Amministrazione con quelli maggiormente all’avanguardia, portatori di nuove potenziali opportunità, quali ad esempio l’e-Residency;
– attivare un tavolo permanente con gli ordini professionali e le associazioni di categoria per concordare i termini e le modalità di entrata in vigore delle normative sul digitale ed affinare costantemente i processi digitali;
– investire in formazione all’utenza, al fine di ridurre i timori nei confronti degli strumenti digitali da parte degli ordini professionali e delle associazioni categoriali;
– massimizzare il coinvolgimento dell’imprenditoria informatica locale per l’implementazione dell’Agenda Digitale Sammarinese;
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– regolamentare l’interoperabilità tra i servizi offerti dalla pubblica amministrazione ed i produttori privati di software, al fine di creare fiducia nel rapporto pubblico/privato e limitare lo spreco di risorse dovuto ai cambi repentini ed improvvisi della normativa.
Fiscalità competitiva e risorse adeguate per lo Stato
La fiscalità è sempre stata un fattore di competitività per San Marino e siamo convinti che debba continuare ad esserlo anche per il futuro.
Il sistema delle imposte dirette (IGR), grazie alla riforma del 2013, contempera le principali leve e gli strumenti per adattare la pressione fiscale alle esigenze attuali e non necessita di interventi invasivi.
Riteniamo che il livello di tassazione ordinaria debba mantenersi invariato, salvo individuare eventuali ambiti d’incentivazione che dovessero ritenersi necessari, con particolare riferimento allo sviluppo di nuovi settori. Al contrario, i pochi dati disponibili restituiscono l’immagine di un sistema di controlli inadeguato a garantire appieno quell’equità fiscale alla base della riforma.
Occorre, pertanto, intervenire con decisione sulla riorganizzazione dell’Ufficio Tributario, investendo in risorse e procedure, al fine di mettere l’Ufficio stesso nelle condizioni di esercitare le proprie funzioni di controllo con un approccio moderno alla lotta all’evasione e all’elusione fiscale.
Sul fronte delle imposte indirette occorre abbracciare definitivamente una scelta in merito all’adozione del sistema IVA, perché le “non scelte” non hanno evitato sino ad oggi il costo delle mancate opportunità.
L’eventuale passaggio al sistema IVA, inoltre, garantirebbe per molte imprese il superamento di criticità contingenti e il recupero di ampi margini di competitività ma, innegabilmente, comporterebbe anche costi di adeguamento, di finanziamento dei gap fiscali dovuti alla transizione e potrebbe incidere negativamente sulla competitività delle piccole imprese.
Riteniamo, perciò, che questo trade-off fra costi e benefici possa essere superato soltanto mitigando gli impatti della migrazione al nuovo sistema, prevedendo perciò un passaggio graduale e lavorando sulla base imponibile con regimi di franchigia opzionale che consentano il recupero di competitività e minore burocrazia per le piccole imprese.
L’equilibrio della finanza pubblica al centro della strategia
Una politica fiscale di respiro, finalizzata all’aumento della competitività, può rendersi sostenibile soltanto attraverso un rigoroso controllo della spesa pubblica.
La contrazione delle risorse fiscali degli ultimi anni, non compensata con un aumento delle imposte, deve essere bilanciata da un livello della spesa in grado di garantire l’equilibrio del bilancio senza ingenerare nuovo debito pubblico.
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A San Marino, ormai in una fase di “spending review” permanente dal 2013, molto è stato fatto per ridurre la spesa. Tuttavia, gli interventi di razionalizzazione attuabili con una normale gestione dei costi non sono più sufficienti a garantire un equilibrio stabile dei conti e a generare margini per investimenti pubblici.
È divenuto improcrastinabile un nuovo approccio alla spesa nell’intento di ammodernare e allineare la macchina pubblica ai tempi odierni, senza il timore di mettere in discussione paradigmi sino ad oggi immutabili.
È opinione condivisa che la PA possa divenire più efficiente soltanto adottando un metodo di gestione maggiormente ispirato all’approccio privato che, senza apportare rivoluzioni, introduca strategie che contemperino:
– privatizzazioni di settori non strategici e cogestioni fra pubblico e privato in determinati servizi;
– una maggiore trasparenza, efficaci presidi anti-corruzione, assunzioni mediante concorsi pubblici;
– una revisione dei contratti utile a valorizzare le tante e diverse professioni nel pubblico impiego, secondo criteri di meritocrazia e allineando le retribuzioni a parametri come il rischio professionale, la complessità delle funzioni svolte e l’impegno richiesto;
– la riqualificazione del personale in esubero su determinati servizi, al fine di una ricollocazione in settori da potenziare.
Nell’ambito della programmazione finanziaria occorre impostare parametri di contenimento della spesa, eventualmente agganciati all’evoluzione dell’entrata, che permettano una progressiva riduzione della spesa corrente in favore di una maggiore propensione agli investimenti pubblici.
L’intervento pubblico a sostegno dell’economia non deve essere inteso come una elargizione a fondo perduto, ma deve essere finalizzato a raggiungere vantaggi concreti nel breve-medio termine. I fondi pubblici non possono essere usati per “tappare buchi”, ma per fare progredire situazioni in crisi o per accompagnare lo sviluppo di iniziative strategiche.
In questa logica, le risorse dei fondi pensione non possono essere “mischiate” con quelle dello Stato.
Una gestione prudente e programmatica del debito
A conclusione di questa legislatura, purtroppo, anche il debito pubblico è divenuto una realtà per San Marino. Viste le necessità immediate dello Stato, a questo punto, dobbiamo concentrarci sulla sua ottimizzazione, per ridurne gli effetti negativi.
Occorre una strategia complessiva che diversifichi le fonti di finanziamento nell’intento di ridurre gli oneri, rendere sostenibili i piani di ammortamento ed evitare influenze dei prestatori sulla politica economica e sull’equilibrio istituzionale dello Stato. Solo in questo contesto può essere preso in considerazione anche il debito estero.
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Inoltre, San Marino non ha mai avuto il problema della gestione di un debito pubblico e gli stessi uffici non sono strutturati per una sua amministrazione professionale. Occorre, dunque, investire in competenze e prevedere percorsi formativi adeguati al nostro interno, per evitare il ricorso continuo ai “consulenti” dimostratosi dispendioso ed inadeguato.
Come la spesa pubblica, anche il debito va programmato e gestito entro precisi limiti di sostenibilità. Essendo un aspetto che graverà su molte generazioni, la sua sostenibilità deve essere considerata in maniera condivisa. Non potrà essere una scelta di pochi a scapito di tutti e non deve essere finalizzato al mantenimento della spesa corrente.
Mercato del Lavoro
Siamo fortemente convinti che la crisi e l’esigenza di razionalizzare le risorse non deve giustificare deroghe improprie alla contrattazione collettiva. I sacrifici che si renderanno necessari non devono essere imposti attraverso norme che snaturino i contratti di lavoro.
Una maggiore flessibilità, soprattutto nel settore pubblico, deve essere un obiettivo a cui tendere, ma non deve aprire la porta a forme di impiego deregolamentate ed in contrasto con i principi che regolano il mercato del lavoro.
Il miglioramento del sistema di collocamento, anche attraverso una sua maggiore informatizzazione, deve diventare un obiettivo a breve termine. L’incontro fra domanda e offerta di lavoro deve essere garantito secondo logiche di mercato, nel rispetto dei diritti del lavoratore e dell’impresa, superando impostazioni ormai divenute antistoriche che limitano la propensione delle imprese stesse alle assunzioni.
In questa logica, le norme che finiscono per differenziare in maniera iniqua i lavoratori, discriminando le prospettive di impiego ed il mantenimento del posto di lavoro, devono essere riviste.
Nella Pubblica Amministrazione la modifica degli orari di lavoro, al fine di garantire l’apertura pomeridiana al pubblico e nei prefestivi non è più rinviabile. Così pure, dovrà essere affrontata seriamente la diversificazione dei contratti del pubblico impiego, in ragione delle diverse professioni svolte. In tal senso, l’utilizzo di una piattaforma contrattuale comune, integrata da contratti di settore, potrebbe rappresentare una soluzione.
Nel settore privato occorre un’attenzione speciale alla piccola impresa dei settori turistici e commerciali, che deve poter contare, senza troppi vincoli burocratici, su forme snelle di assunzione dei lavoratori occasionali, al fine di garantire un’operatività adeguata alla stagionalità.
Il problema delle prestazioni di lavoro dei familiari (c.d. collaborazione familiare) deve essere definitivamente superato, attraverso l’adozione di regolamentazioni e procedure semplificate.
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Gli interventi sul sistema previdenziale
Il periodo di contrazione economica che stiamo vivendo incide fortemente anche sull’equilibrio dei Fondi pensione.
Negli ultimi 10 anni, la diminuzione dei posti di lavoro ha determinato disavanzi progressivi ai quali si deve far fronte con ripianamenti da parte dello Stato sempre più onerosi. Dunque, sono necessari interventi sul sistema previdenziale, per ridurre i disavanzi durante la fase negativa del ciclo economico.
Nello stesso tempo, le misure che potranno essere attuate dovranno essere valutate attentamente al fine di non ingenerare ulteriori effetti distorsivi, come l’innalzamento del cuneo fiscale per lavoratori e imprese, ed il rallentamento del turnover generazionale fra lavoratori.
Risulta prioritario arginare e ridurre una prassi pericolosa che vede i Fondi pensione finanziare lo Stato e le Banche, attuando una strategia di “disinvestimento controllata e progressiva” affinché le riserve previdenziali possano essere rese immuni dai rischi sistemici.
L’approccio a previdenza e pensioni deve tenere conto anche di quello che in tanti Paesi è divenuto un radicale cambio di paradigma: l’invecchiamento come risorsa per lo sviluppo e non come costo sociale. A capo la c.d. Silver Economy è divenuta una componente dello sviluppo di molti Paesi e San Marino per caratteristiche e dimensioni dovrebbe creare le condizioni per far fiorire questo comparto economico e non comprimerlo in riforme penalizzanti. In prospettiva, la messa a punto di strategie che preservino la capacità di spesa dei pensionati e regimi fiscali competitivi potrebbero sostenere la domanda interna e divenire una vera forma di attrazione per investimenti nel territorio.
TERRITORIO, AMBIENTE, INFRASTRUTTURE E TECNOLOGIA
In coerenza con la volontà di impostare una serie di interventi strutturati e fra loro correlati, anche l’approccio alle tematiche inerenti al territorio deve seguire una logica multidisciplinare che comprenda ambiti apparentemente disgiunti come ambiente, turismo, infrastrutture e tecnologia.
In questa logica, consideriamo il territorio non solo come ambiente fisico o naturale, ma come luogo concreto dove le persone, le famiglie e tutte le attività umane possano trovare le condizioni ottimali di vita e di espressione di loro stessi, e come risorsa che per la sua naturale bellezza sia attrattivo per visitatori ed imprese.
Il punto di partenza: il nuovo PRG
Non è possibile approcciare le politiche territoriali senza prima riconoscere la necessità di ristabilire nell’ambito della pianificazione territoriale (nuovo Piano Regolatore Generale) il giusto equilibrio tra esigenze economiche e tutela ambientale, facendo della riconversione e della riqualificazione un’opportunità di sviluppo e di crescita.
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Per questo motivo, i nostri interventi partiranno proprio della messa a punto del nuovo PRG, come piattaforma sulla quale impostare gli interventi progressivi di riconversione urbanistica e di sviluppo di nuove infrastrutture strategiche.
È riconosciuta da tutti la necessità di semplificare e ricomporre la normativa nell’ambito edilizio urbanistico, rivedendo talune leggi recenti, tra e quali il Nuovo Testo Unico delle Leggi Urbanistiche ed Edilizie (Legge 14 dicembre 2017 N.140).
Solo dopo l’approvazione del nuovo PRG, infatti, seguendo il naturale ordine gerarchico tra le norme di disciplina generale territoriale, potrà essere riformato il Testo Unico coordinato delle norme in materia urbanistica, consentendo di coniugare l’esigenza di tutela ambientale con quella di sviluppo infrastrutturale e edilizio.
Anche l’intervento di sanatoria edilizia, proposto nella passata legislatura, ha prodotto dannose inefficienze, arrivando persino a bloccare il mercato immobiliare già provato da anni di crisi. È nostra intenzione proporre una completa rivisitazione della sanatoria con l’obiettivo di permettere la regolarizzazione degli interventi edilizi giudicati irregolari, attraverso tariffe e regole sostenibili per il cittadino, senza pregiudizio per l’interesse pubblico. Anche questo intervento dovrà essere obbligatoriamente inserito nelle attività di redazione del Nuovo Piano Regolatore Generale del Territorio, allo scopo di non comprometterne gli obiettivi di sostenibilità ambientale.
Il contributo ed il ruolo del settore pubblico nell’ambito delle politiche territoriali
Lo sviluppo del territorio e degli investimenti passa anche attraverso la semplificazione e la sburocratizzazione del rapporto fra cittadino/professionista ed il servizio pubblico erogato dagli Uffici del Dipartimento Territorio a Ambiente.
Questo obiettivo potrà essere raggiunto ridisegnando l’organizzazione degli uffici e dei servizi del settore in quattro grandi aree tematiche: Area Territorio, Area Ambiente, Area Agricoltura, Area Sicurezza.
Occorre intraprendere un’azione decisa nel rinnovamento, ammodernamento e rigenerazione delle Aziende Pubbliche (AASLP e AASS), affinché possano divenire un servizio d’eccellenza per il Paese e, con una gestione attiva, divenire una risorsa per nuovi investimenti e non per coprire la spesa corrente.
Le politiche di sostegno per la prima casa del nucleo familiare devono essere riviste e potenziate attraverso un’adeguata azione di trasparenza della situazione immobiliare, ridefinendo la tassazione della rendita catastale. Secondo la medesima logica, anche la riforma degli estimi catastali deve poter avvenire con la finalità di garantire maggiore equità.
A completamento della strategia di tutela e valorizzazione del territorio dovranno essere portati a compimento anche gli interventi di regolamentazione delle professioni in ambito immobiliare (mediatori, amministratori condominiali) da tempo bloccati lungo l’iter legislativo.
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In un Paese privo di qualsiasi risorsa energetica interna, la messa a punto delle migliori strategie per gli approvvigionamenti di energia elettrica, acqua e gas metano, rappresenta un elemento altamente strategico. Seppure i limiti del nostro territorio non permettano lo sviluppo di impianti su larga scala per la produzione di energie rinnovabili è comunque possibile realizzare alcune politiche supportate da adeguati investimenti, anche in sinergia con l’Italia, per ridurre il fabbisogno energetico e mitigare gli effetti del ricorso al mercato. In questa logica, deve potersi inquadrare anche il tema dello smaltimento dei rifiuti che anno dopo anno produce costi sempre più incisivi sul bilancio pubblico.
Grazie agli incentivi messi in campo sino ad oggi, San Marino è al 7° posto nella classifica dei Paesi produttori di energia “pro capite” tramite fotovoltaico al mondo. Occorre proseguire il percorso di incentivazione alla produzione e al risparmio energetico sul territorio allargando lo spettro anche agli investimenti atti alla salvaguardia delle risorse idriche, attraverso il recupero di acque meteoriche e usate.
Gli incentivi all’acquisto di mezzi di trasporto elettrici rientrano in questa filosofia ed il potenziamento delle strutture di ricarica esistenti può rappresentare una forma di attrazione del c.d. “turismo elettrico” ormai divenuto una realtà.
La tutela dell’ambiente e del territorio è un obiettivo prioritario che dovrà essere perseguito anche attraverso una gestione virtuosa dei rifiuti in un’ottica di indipendenza gestionale sempre maggiore. Le imprese dovranno essere incentivate affinché investano in ricerca mirata alla sostenibilità produttiva, così come i privati, affinché il loro contributo quotidiano venga riconosciuto.
È imprescindibile, per la prossima legislatura, avviare un iter di politiche ambientali razionali ed efficaci che non sono più rinviabili. Fra queste rientra la revisione del Codice Ambientale per un aggiornamento delle recenti direttive europee nel settore dei rifiuti e degli accordi transfrontalieri per la gestione dei rifiuti con le regioni limitrofe.
Agricoltura e territorio un binomio imprescindibile, produzioni agroalimentari di eccellenza come volano per il turismo.
Il comparto agricolo svolge una funzione determinante non solo nella produzione di cibo ma anche per la tutela dell’ambiente in cui viviamo (conservazione della biodiversità e del paesaggio, difesa del suolo dai rischi idrogeologici).
Forti della volontà di continuare a costruire insieme un percorso di sviluppo dell’agricoltura sammarinese, occorre che si rafforzino le ‘politiche agricole’, potenziando le linee di intervento in alcune direzioni:
– favorire il ricambio generazionale: anche a San Marino il settore primario, rileva la difficoltà da parte dei giovani di accedere ai terreni ed un’elevata età media degli addetti. Per questa ragione, condizione indispensabile per il mantenimento dell’attività agricola e per lo sviluppo rurale del territorio è l’adozione di misure incentivanti, come già avviene in altri settori dell’economia, per favorire l’imprenditorialità giovanile in agricoltura;
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– consolidare il sistema cooperativo: occorre attivare politiche che consentano di consolidare e sostenere l’azione del Consorzio Terra di San Marino, volte a valorizzare e tutelare le produzioni agroalimentari del territorio facendo del “piccolo e bello” un modello virtuoso che si fondi sull’identità del territorio, e sulla qualità e la sicurezza alimentare dei prodotti;
– implementare un’agricoltura sostenibile, basata su sistemi agricoli realmente adottabili; nell’ambito del PRG occorre riconoscere all’agricoltura il ruolo fondamentale di “custodia” del territorio come un valore aggiunto per tutta la collettività, attraverso i principi dell’agricoltura biologica, dell’integrità e della trasparenza.
Priorità agli investimenti pubblici funzionali allo sviluppo
La ristrettezza di risorse non deve frenare la propensione agli investimenti da parte del pubblico. Tuttavia, il contesto richiede che tali investimenti vengano programmati e pianificati secondo priorità da individuare in base all’utilità e all’apporto che possono fornire alle strategie di rilancio, nel rispetto di rigorosi principi di protezione dell’ambiente.
Le infrastrutture tecnologiche rappresentano senza dubbio una priorità di investimento per supportare la competitività e l’attrattività di ogni settore del nostro Paese.
Occorre, innanzitutto, verificare lo stato attuale del progetto della rete in fibra ottica di proprietà statale per portarlo a compimento nel minor tempo possibile ed offrire ai cittadini ed alle aziende le migliori performances, a condizioni economiche vantaggiose. Ponendo la salvaguardia della salute del cittadino come vincolo prioritario nella scelta delle tecnologie su cui investire, occorrerà inoltre:
– aprire un tavolo di confronto con gli operatori locali di telecomunicazioni per accelerare lo sviluppo del mercato, con particolare riguardo a quello della fibra ottica, in regime di sana concorrenza e garantendo parità di condizioni di accesso alla rete;
– revisionare gli obiettivi e le scadenze previste dalle attuali partnership statali, con particolare riguardo alla sostenibilità dei business plan e dei relativi piani di attuazione;
– favorire una maggiore sinergia tra i fornitori di infrastruttura e gli operatori di rete, mirata alla formazione di personale qualificato per garantire la piena operatività delle risorse tecniche attraverso il minor investimento necessario;
– favorire la nascita di progetti sperimentali con l’obiettivo di attrarre istituti di ricerca ed aziende ad alto contenuto tecnologico;
– predisporre un’adeguata campagna informativa sui servizi digitali accessibili con il nuovo progetto di telecomunicazioni, ponendo particolare attenzione alle prestazioni offerte dalla fibra ottica;
– completare nel minor tempo possibile i collegamenti verticali in fibra ottica per tutti gli immobili presenti in territorio, per garantire a qualunque residente l’accesso ad internet con prestazioni di Banda Ultra Larga (Ultra Broadband).
Gli investimenti a supporto del rilancio dei settori turistico – commerciale rappresentano un’altra priorità rispetto alla quale occorre ricercare, ove possibile, una sinergia di risorse con il settore privato. Per fare questo è essenziale definire un progetto condiviso con le associazioni di categoria che permetta di migliorare l’offerta turistica e commerciale, riqualificando le aree e le
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strutture funzionali. In questo contesto, devono essere definitivamente risolti alcuni problemi altamente divisivi, come la distribuzione dei flussi e il non sempre equilibrato impiego di risorse su aree turistico – commerciali diverse.
In quest’ottica strategica, a nostro avviso, dovranno essere attentamente valutati anche i seguenti interventi:
– il miglioramento della SS72 Consolare Rimini-San Marino;
– l’implementazione dei collegamenti Aeroporto Internazionale Rimini/San Marino-Repubblica di San Marino;
– l’avvio di un vero progetto di riconversione della Cava Antica e della Cava degli Umbri;
– la creazione di nuovi parcheggi o il miglioramento/ammodernamento di quelli esistenti;
– la riorganizzazione dell’Hub accoglienza pullman;
– il ripristino/mantenimento costante dei sentieri per attività sportive (bike e trekking);
– lo sviluppo di collegamenti tra gli itinerari escursionistici presenti in territorio sammarinese e quelli nei territori limitrofi;
– il recupero del percorso ferroviario Borgo Maggiore – Piazzale Ex-Stazione con conseguente riqualificazione dell’Area ex-stazione;
– la valorizzazione dei siti archeologici presenti in territorio.
I beni culturali presenti nell’intero territorio devono essere messi a sistema come un’occasione per una loro maggior fruibilità e contribuire in questo modo alla crescita del Paese in ambito turistico. Ciò potrà avvenire cambiando principalmente l’approccio conoscitivo e comunicativo col quale rivolgersi a tutti i potenziali visitatori, in un contesto sempre più internazionalizzato.
Le politiche per migliorare l’ospitalità e l’accoglienza
Gli investimenti da soli non garantiranno una maggiore attrattività turistica se non miglioreremo parallelamente il grado di ospitalità e di accoglienza del visitatore.
Ordine e pulizia del territorio “non devono conoscere crisi”. Per fare questo è necessario, fra le altre cose, riconsiderare seriamente l’impatto della raccolta differenziata nei centri storici, individuando soluzioni alternative.
L’Ufficio del turismo gioca un ruolo fondamentale ma l’attuale impostazione necessita una revisione affinché esso possa rispondere alle nuove esigenze e tendenze. Esso deve avere operatività ed obiettivi ben delineati e una snellezza burocratica in grado di supportare le necessità di un settore che non può sottostare alle logiche classiche dell’amministrazione pubblica. L’apertura di un moderno ufficio informazioni turistiche a Dogana e la dislocazione definitiva di quello attuale fuori dalle mura possono rendere un servizio migliore ai visitatori e permettere di promuovere adeguatamente strutture ed eventi.
Sono necessari urgenti interventi per la messa a punto di alcuni servizi basilari utili ad incrementare lo standard di accoglienza:
– connessione wi-fi nel centro storico;
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– servizio guide correttamente tutelato e valorizzato;
– un maggior numero di servizi igienici e servizi nursery adeguati ai migliori standard di accoglienza;
– punti informazione e percorsi guidati di scoperta dei centri storici dei nove Castelli;
– card turistica multiservizi.
In termini strategici, occorre porre un focus particolare su segmenti turistici che possono caratterizzarci e slegarci dalla stagionalità della Riviera Adriatica quali, a titolo esemplificativo, il turismo sostenibile ed accessibile ed il turismo enogastronomico.
Gli eventi devono essere attentamente selezionati affinché possano davvero fare la differenza in termini promozionali, comunicativi e di affluenza turistica, attuando però un giusto equilibrio tra investimenti in eventi e investimenti di carattere più strutturale.
Le strategie promo-commerciali devono essere il punto caratterizzante della politica turistica sammarinese. E’ grazie a un insieme di azioni di marketing che risulta possibile comunicare e distribuire efficacemente il “prodotto San Marino”. Per questo, è importante un investimento costante negli ambiti che seguono:
– sinergia con il territorio limitrofo;
– accordi con Tour Operator e Bus Operator;
– partecipazione alle più importanti Fiere del Turismo;
– partecipazione alle Organizzazioni Internazionali del Turismo;
– strategie social e web;
– contatto costante con la rete diplomatica e consolare.
PERSONA, FAMIGLIA E SOCIETÀ: VERSO UN NUOVO MODELLO DI STATO SOCIALE
La crisi che stiamo vivendo ha prodotto nuove sofferenze (disoccupazione, povertà, disuguaglianze) e una diminuzione delle risorse che non hanno certo migliorato le condizioni dello stato sociale a fronte di esigenze crescenti anche per il logoramento dei legami sociali.
Per superare queste sofferenze non si può immaginare un ritorno al passato ma, semmai, guardare al futuro cercando di costruire un modello di socialità nella quale la produzione di beni materiali sia legata strettamente allo sviluppo e alla crescita della persona umana.
Occorre dunque ripensare il welfare rimettendo al centro dell’attenzione la persona e i legami sociali, cominciando da quelli familiari, dal volontariato, dalle associazioni, fino alle stesse imprese.
Nello stesso tempo, per rendere tale politica sociale sempre più rispondente alle reali esigenze delle persone e sostenibile sul piano delle risorse umane e finanziarie, sarà necessario implementare un modello che contemperi una sinergia virtuosa fra pubblico e privato in una logica di sussidiarietà che amplifichi e migliori la qualità degli interventi.
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La persona al centro
Ripartiamo dal valore della persona:
– garantendo la tutela della vita, dal concepimento alla morte naturale, supportando l’approvazione della legge popolare recentemente proposta, sulla vita nascente e sulla genitorialità. In particolare si dovranno impegnare i servizi sanitari e sociosanitari a mettere in atto ogni aiuto e a rimuovere ogni ostacolo che impedisce di portare a termine positivamente la gravidanza. Rispetto all’Interruzione Volontaria della Gravidanza confermiamo la nostra contrarietà;
– approfondendo la riflessione sul tema del testamento biologico, per rafforzare l’alleanza tra medico e paziente nelle terapie ed evitare il rischio di accanimento terapeutico, abbandono terapeutico o eutanasia nelle situazioni di fine vita, in base al criterio etico della proporzionalità tra terapia ed effetto sul paziente;
– riorganizzando il servizio disabilità al fine di migliorare i servizi residenziali e sul territorio;
– prevedendo interventi mirati rispetto all’inclusione lavorativa per le persone con disabilità, attraverso contratti di lavoro chiari e strutturando una rete per effettuare gli inserimenti lavorativi protetti attraverso accordi istituzionali trasversali (ufficio del lavoro, associazioni di categoria, volontariato e associazionismo).
La famiglia come perno della coesione sociale
Perché la crisi economica non diventi sempre più ostacolo alla formazione di una famiglia, occorre intervenire per rimuovere le difficoltà esistenti e, soprattutto, per favorire una maggiore conciliazione famiglia-lavoro attraverso:
– l’estensione degli assegni familiari a partire dalla certificazione della gravidanza;
– riconoscendo il diritto per il padre di un congedo di paternità retribuito di almeno 10 giorni lavorativi, nei giorni vicini al parto, e prevedendo la possibilità, anche per il padre, di due mesi di congedo parentale, non trasferibile e retribuito alle stesse condizioni di quello della madre.
È necessario, inoltre, favorire e supportare il mantenimento dell’anziano nell’ambito famigliare, prevedendo nell’anno un certo numero di permessi di congedo per i lavoratori che prestano assistenza personale ad un parente o a una persona che vive nella stessa famiglia, a causa di un grave motivo di salute o per infermità connesse all’età.
Le procedure di adozione e quelle di sostegno alla maternità, devono essere snellite e migliorate al fine di dare risposte efficaci soprattutto nelle situazioni più difficili.
Occorre rivedere e ripensare il sistema di sostegno economico a protezione delle famiglie a basso reddito, al fine di indirizzare l’impiego di risorse verso le situazioni di reale ed effettivo bisogno, abbandonando la logica delle contribuzioni “a pioggia”.
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Avviamo un percorso di convergenza verso un nuovo modello di sanità sostenibile
Le sole risorse interne diventano ogni anno sempre più insufficienti a garantire un sistema sanitario e socio sanitario all’altezza delle aspettative. Condizioni ormai obsolete impediscono lo sviluppo di politiche innovative che possano permettere il mantenimento di un servizio pubblico gratuito d’eccellenza per tutti i residenti.
Per muoversi gradualmente verso un modello di sanità sostenibile, che mantenga le caratteristiche di servizio pubblico per la popolazione residente e, contemporaneamente, si rivolga all’utenza esterna per offrire servizi di qualità, questi sono gli interventi proposti:
– potenziare le attività e le prestazioni maggiormente attrattive e di eccellenza, riorganizzando gli uffici amministrativi anche attraverso l’implementazione di veri e propri servizi dedicati per la promozione e vendita delle prestazioni all’esterno;
– ricreare la sostenibilità del sistema ISS, che non può prescindere da una definizione chiara dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e della appropriatezza diagnostica e terapeutica;
– riorganizzare i Centri Sanitari al fine di avere percorsi di cura più snelli ed efficaci, per evitare la congestione e l’onerosità degli interventi specialistici e diagnostici quando non realmente richiesti;
– sburocratizzare i percorsi per accedere alle cure specialistiche anche superando il sistema di prenotazione accentrata;
– attuare una maggiore sinergia tra servizio territoriale, cure primarie e servizi specialistici ed una maggior integrazione con un servizio territoriale assistenziale e infermieristico;
– avviare un progetto per il mantenimento del paziente anziano il più possibile nel suo domicilio, prevedendo una struttura ospedaliera dedicata al ricovero dei pazienti lungodegenti;
– favorire lo svolgimento della libera professione da parte del personale medico-sanitario, anche con attività intramuraria;
– attivare convenzioni con le università italiane per riservare dei posti nelle lauree di medicina e nelle specializzazioni per i giovani sammarinesi, attraverso convenzioni con il MIUR anche recuperando i accordi già sottoscritti con varie università inspiegabilmente lasciati nei cassetti;
– rivedere la normativa per aumentare la sinergia fra l’ISS e tutte le forme associative di volontariato che si occupano di servizi alla persona.
Le future generazioni di sammarinesi dipendono da quello che sapremo fare oggi per loro
L’educazione dei giovani e la loro formazione per l’acquisizione delle competenze utili alla loro prospettiva lavorativa sono priorità strategiche irrinunciabili al fine di dotare il nostro Paese delle risorse umane indispensabili per garantire la sua sostenibilità economica.
Per non arretrare dai buoni livelli di preparazione che gli istituti scolastici sammarinesi hanno saputo garantire finora, occorre ripensare le finalità educative e formative di ciascun ordine di
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scuola e le strategie didattiche e organizzative per adeguarle alle nuove esigenze che emergono dal nostro contesto sociale ed economico. Occorre prestare la dovuta attenzione anche ai cambiamenti che stanno attraversando i sistemi scolastici degli altri Paesi, con particolare attenzione a quelli europei. In questa revisione alcuni aspetti sono essenziali:
– garantire la permeabilità del sistema scolastico sammarinese con quello italiano;
– proseguire nel consolidamento della conoscenza delle lingue straniere anche attraverso una accentuazione degli stage all’estero e forme di stage in collaborazione con la Pubblica Amministrazione e i settori privati, per quello che riguarda i percorsi di integrazione europea e di internazionalizzazione;
– proseguire ed ampliare le esperienze di inclusione scolastica delle persone con disabilità, con attenzione alla personalizzazione dei percorsi sulla base delle potenzialità di ciascuno e rivedendo in questa direzione l’individuazione e l’utilizzo delle figure di sostegno;
– prestare attenzione alla formazione dei docenti in maniera integrata con il sistema formativo italiano, individuando forme di specializzazione per l’attività didattica che uniscano la formazione accademica alla sperimentazione sul campo;
– prestare attenzione al coinvolgimento degli organismi scolastici previsti (collegio dei docenti, consigli di classe, consigli di istituto) nelle scelte educative e nelle decisioni organizzative di competenza.
Affinché questi interventi risultino efficaci occorre un approccio moderno ed al passo con i tempi in controtendenza con le recenti politiche che hanno mascherato veri e propri tagli con misure di sperimentazione scolastica.
Gli interventi in campo formativo non possono prescindere dal consolidamento dell’Università che è divenuta in questi anni un vero “asset” che ha per il nostro Paese una valenza irrinunciabile. Fra questi, in particolare:
– avere sul nostro territorio un istituto di carattere accademico collegato alle esigenze di sapere e di conoscenza della nostra popolazione e delle popolazioni delle regioni vicine;
– accompagnare la Repubblica di San Marino nel percorso di integrazione europea e di internazionalizzazione più in generale, fornendo un ambito di approfondimento e di preparazione che tenga conto delle nostre particolarità sia in termini identitari, sia rispetto alle nostre risorse.
L’azione di consolidamento dovrà riguardare, oltre agli ambiti del sapere di competenza degli organismi di gestione dell’università, anche gli aspetti relativi alle strutture e ai servizi che sarà indispensabile garantire per sostenere l’attrattività del nostro istituto universitario.
La Cultura come elemento costitutivo della nostra identità
Anche di fronte a criticità di tipo economico, sarebbe miope la scelta di trascurare la cura e la tutela degli istituti culturali. Questa preoccupazione dovrà concretizzarsi in particolare su:
– revisione dell’offerta museale del nostro territorio per un suo adeguamento e coordinamento in funzione di una maggior qualificazione e fruibilità;
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– predisposizione di una gestione delle strutture disponibili che permetta di coniugare un’offerta espositiva permanente con eventi temporanei in grado di inserire la Repubblica nei circuiti qualificati di questo settore;
– incremento e qualificazione dell’attività dell’Archivio e della Biblioteca, soprattutto in ordine all’approfondimento di tematiche inerenti i percorsi storici più significativi del nostro Paese, in collegamento con gli istituti culturali delle regioni vicine.
LA CERTEZZA DEL DIRITTO, UNA AUTORITÀ GIUDIZIARIA EFFICIENTE E LA SICUREZZA DEL TERRIORIO
Sviluppo economico e coesione sociale passano anche attraverso gli interventi atti a garantire la certezza del diritto e il buon funzionamento dell’autorità giudiziaria. Ciò infatti, rappresenta oggi non solo un elemento fondante di giustizia sociale, ma un vero e proprio fattore di competitività per tutti i soggetti che scelgono la Repubblica di San Marino quale centro d’interessi economici.
Allo stesso modo, la sicurezza dei cittadini e più in generale del territorio è un valore imprescindibile a tutela del quale è necessario garantire adeguate risorse, per il miglior funzionamento dei corpi di polizia.
In prima battuta, dovranno essere risolte le criticità, provocate nell’arco dell’ultima legislatura, in tema di Ordinamento Giudiziario andando a ristabilire la corretta separazione ed autonomia dei poteri dello Stato nel rispetto delle raccomandazioni fornite dagli organismi internazionali.
È importante favorire il ristabilirsi di un clima di fattiva fiducia e collaborazione nei confronti del Tribunale Unico. Andranno formulati interventi legislativi volti a favorire la digitalizzazione delle sentenze con relativo accesso facilitato da parte degli operatori giuridici, unitamente ad una verifica puntuale ed oggettiva dell’operato dei singoli Magistrati.
Uno degli obiettivi che ci poniamo è quello di addivenire finalmente all’aggiornamento del procedimento penale per potenziare maggiormente i meccanismi già introdotti a tutela del diritto del prevenuto, con la legge n 93/2008 sul giusto processo, al fine di poter dare maggiori garanzie sia nella fase istruttoria che nelle successive fasi del giudizio.
Riteniamo, inoltre, necessario valutare assieme agli operatori del settore la possibilità di introdurre nuovi strumenti in ambito procedurale quali il giudizio abbreviato o il patteggiamento.
L’istituto della revisione dovrà essere aggiornato in base alle disposizioni provenienti dalla giurisprudenza sammarinese nonché dagli organismi internazionali.
Altro intervento necessario è quello sulla limitazione temporale delle misure cautelari personali di carcerazione preventiva, alla quale dovrà essere fissato un termine massimo, non essendo più concepibile che questa non abbia alcuna limitazione.
In ambito di sicurezza, gli organici dei corpi di polizia, così come le dotazioni strumentali, dovranno essere adeguati alle esigenze operative e alle esigenze di prevenzione della criminalità.
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Ciò significa investire nella formazione e nella specializzazione affinché il personale di pubblica sicurezza possa essere messo nelle migliori condizioni per affrontare i propri compiti e minimizzare i rischi che ne derivano.
Accanto a questi interventi dovranno essere messe in campo misure idonee per la risoluzione delle criticità del sistema carcerario. In via prioritaria dovrà essere realizzato un nuovo regolamento penitenziario e dovrà essere considerata l’introduzione di misure alternative alla detenzione. Particolare attenzione dovrà essere riservata alla definizione di percorsi di reinserimento nella società per detenuti e condannati al fine di rendere la pena realmente rieducativa e diminuire le recidive di reato.
Occorrerà, infine, porre in essere quei correttivi richiesti anche dal CPT (Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti) al fine di rispettare le norme europee sul trattamento dei detenuti in carcere. A tal proposito, si rende necessario considerare fra le altre cose l’ipotesi di creare uno spazio dedicato alla gestione dei pazienti psichiatrici in stato di arresto o di esecuzione di pena.
LA POLITICA ESTERA COME ELEMENTO CENTRALE DELLA PROSPETTIVA DI SVILUPPO
Poniamo la riflessione sulla politica estera al termine del nostro ragionamento non seguendo un ordine di importanza ma perché siamo fermamente convinti che per accreditarci all’esterno occorra aver ben chiaro da dove partiamo, cosa vogliamo diventare, come pensiamo di risolvere le nostre criticità e dove individuiamo le nostre opportunità.
Il mantenimento e la tutela della nostra sovranità, nonché le condizioni di vita nel Paese ancora invidiabili, sono stati obiettivi raggiungibili nel tempo grazie a fondamentali conquiste di politica estera delle quali, dal dopoguerra a oggi, il PDCS è sempre stato protagonista.
San Marino ha oggi, più che mai, la necessità di ristabilire un dialogo forte e stabile con l’Italia e con i nostri principali partner commerciali, dopo avere intrapreso negli ultimi anni percorsi che sono apparsi talvolta incoerenti con la propria tradizione di relazioni internazionali.
I rapporti con l’Italia
Il rapporto con l’Italia va rimesso al centro della strategia di politica estera, ricercando un approccio strutturato.
Il percorso di allineamento agli standard internazionali, intrapreso dal 2008 ad oggi con forza e determinazione anche e soprattutto grazie al contributo del PDCS, ha azzerato quelle criticità che impedivano in passato lo sviluppo di forme di collaborazione e cooperazione con la Repubblica Italiana, in grado di generare maggiori prospettive di sviluppo per San Marino.
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Il punto di partenza è rappresentato dall’accordo di cooperazione del 2009 al quale vogliamo dare seguito proponendo l’avvio o la ripartenza di tavoli di confronto strategici come quelli in materia di infrastrutture, viabilità, rifiuti, trasporti, sanità e istruzione.
Un’attenzione prioritaria verrà dedicata al c.d. “dossier targhe” affinché possa essere trovata celermente soluzione ad una problematica che doveva essere affrontata con maggior determinazione.
Sul fronte dell’interscambio riteniamo fondamentale addivenire ad intese che permettano di superare gli attuali limiti al commercio on-line ed aprire una sede di confronto sulla revisione delle limitazioni, ormai divenute anti-storiche, all’importazione ed al commercio dei prodotti in regime di accise.
Il rapporto con l’Italia risulterà fondamentale anche per il superamento di alcune criticità legate al sistema bancario e finanziario. Fatta salva l’esigenza di agevolare la definizione del memorandum d’intesa fra Banche Centrali, ormai rincorso da troppi anni, riteniamo necessario definire precise intese bilaterali che possano permettere e facilitare l’operatività finanziaria transfrontaliera.
L’accordo di associazione con l’UE
Verrà garantita speditezza e continuità al percorso di negoziazione dell’accordo di associazione con l’Unione Europea, avviato nel 2014, anche attraverso i necessari rafforzamenti degli apparati pubblici.
L’intesa con l’UE rappresenta un fattore strategico per lo sviluppo del nostro Paese sotto tutti gli aspetti. Affinché si possa giungere preparati a questo traguardo, per coglierne al massimo le opportunità che possono derivarne, è necessario che il percorso di negoziazione sia accompagnato da una condivisione interna al Paese, piena e trasparente, delle trasformazioni che ci attendono e delle condizioni per sostenerle.
Il rapporto con gli organismi internazionali
È intenzione del PDCS confermare l’impegno e la determinazione nel recepimento delle normative e degli standard internazionali, in materia di cooperazione fiscale e lotta al terrorismo, alla corruzione ed alle discriminazioni.
Altrettanta determinazione sarà profusa nel proporre e ricercare soluzioni per il recepimento degli standard internazionali, rispettose del principio di proporzionalità, che permettano a San Marino di adeguarsi in misura sostenibile rispetto alle proprie dimensioni ed alle proprie risorse.

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