San Marino. Separazione dei poteri addio

San Marino. Separazione dei poteri addio

Separazione dei poteri addio. Già messe le mani sul trIbunale

Addirittura depennata la presa d’atto dei giudici di appello dall’Odg. si comincia a fare “terra da ceci”

Si cominciano a mettere le mani sul tribunale, depennando la presa d’atto della nomina dei Giudici di Appello dall’ordine del giorno del Consiglio, che tra l’altro era la prosecuzione dell’Odg già fissato. Non è mai accaduto che non si proseguisse da dove il Consiglio si era interrotto.

D’altra parte la conclusione del concorso per l’assunzione di due nuovi giudici di appello è del luglio scorso. Se sia coincidenza o convergenza è difficile da dire, ma già ad agosto Gabriele Gatti diceva ad un suo interlocutore: “Nel tribunale facciamo terra da ceci e cambiamo tutto lì”. Per farlo è evidente che debba saltare la separazione dei poteri. Un punto, la necessaria separazione dei poteri, su cui ha posto l’accento, tra l’altro, il Gruppo Europeo di Stati contro la Corruzione nei recenti incontri tenuti a San Marino a settembre.

Difficile non notare che il rifiuto di compiere un atto dovuto sia esattamente il primo passo perché la politica metta le mani sul tribunale che, tra l’altro, soffre di centinaia di fascicoli bloccati e di oltre mille prescritti. A ciò si unisce lo stallo del “conto Mazzini”.

L’asse demoretino inanella, così, un altro vantaggio sulla pelle delle istituzioni, rigorosamente da asservire alle strategie politiche. D’altra parte, assieme agli altri della ex opposizione, oggi all’incirca tutti raggruppati in Noi per la Repubblica, lo avevano detto in un comunicato tanto eloquente quanto inquietante che la nomina dei giudici dovrà essere gestita dal prossimo consiglio e dal prossimo governo.

La modalità da campagna elettorale ha visto una Libera – in particolare C10 e Ssd – senza spina dorsale, evidentemente più preoccupata di non essere scartata dai possibili interlocutori per il governissimo che del buon funzionamento delle istituzioni se ne infischia, ritrattare le sue dichiarazioni di volere “senza se e senza ma” la presa d’atto dei giudici. Unico ad opporsi alla forzatura il Capogruppo di Rf, Roberto Giorgetti, “Lo riteniamo un errore ed una violazione del regolamento in quanto tale”, ha detto.

Ma niente da fare. Dall’ordine del giorno scompare il comma al quale pure si era arrivati nella precedente seduta e che era fissato, tra l’altro, nell’ordine del giorno predisposto con il decreto di scioglimento del Consiglio, che avrebbe dovuto rimanere intonso.

Scompare dunque dall’Odg la presa d’atto. Non ci sarà neppure il comma comunicazioni, hai visto mai che chicchessia possa dire qualcosa sul depennamento della presa d’atto. Così, per discutere una finanziaria scialba, ma con procedura di urgenza, il Consiglio si riunisce a partire da questa mattina, alle 9, poi alle ore 15 ed alle ore 21, con possibilità di proseguire fino sabato alle 12. Previste sedute anche lunedì 11 novembre alle ore 9, alle ore 15 ed alle ore 21, martedì 12 novembre dalle ore 9 alle ore 14 e dalle ore 17 alle ore 24, mercoledì 13 novembre alle ore 9.00, alle ore 15.00 e alle ore 21.00.

Ecco l’odg: “1. a) Dimissioni della Signora Nicoletta Canini e del Signor Daniele Morri dalla Commissione di Vigilanza e loro sostituzione b) Dimissioni del Signor Gilberto Piermattei da membro della Commissione Elettorale e sua sostituzione 2. Provvedimenti in esecuzione della Legge 18 febbraio 1998 n.30 “Norme Generali sull’Ordinamento Contabile dello Stato”: a) Relazione Economico – Statistica e Relazione Tecnico Contabile, ai sensi dell’articolo 38 della Legge 18 febbraio 1998 n.30 b) Rendiconto Generale dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2018 (I lettura) – Relazione della Commissione di Controllo della Finanza Pubblica, prevista dagli articoli 106 e 108 della Legge 18 febbraio 1998 n.30 c) Bilanci di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2020 e Bilanci Pluriennali 2020/2022 (I lettura)” Sulla legge di bilancio sarà richiesta la procedura d’urgenza.

 

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