San Marino. Bindi: l’espediente della legge elettorale

San Marino. Bindi: l’espediente della legge elettorale

Asse Rete-Dc, un mix di odio e violenza, alleato con la restaurazione

Il professore spiega come è stato messo in campo l’espediente della legge elettorale “Non mi pare che sia un bel biglietto da visita”

Antonio Fabbri

“Questo bilancio di previsione è stato preso con leggerezza dal consiglio. Non nascondiamo il forte imbarazzo che ha visto votare la legge di bilancio con poco più di 20 consiglieri favorevoli. Mai era successo che si votasse un bilancio con così pochi voti e con così pochi presenti e addirittura alcune componenti politiche assenti”. E’ questa la valutazione di Nicola Selva consigliere di Rf. “E’ una manovra che vale poco più di 500milioni di euro, di cui 28,9 milioni sono di disavanzo che con l’aggiunta degli ammortamenti arriverà ad un deficit di 45 milioni. Rf si è astenuta, perché non si è limitato questo disavanzo, ma si è creata una voragine con una manovra senza nuove entrate e con la spending review che scompare dai radar. Uniche cose che si notano sono continui rimandi a tavoli di confronto e a decreti. Insomma, in nome del tavolo istituzionale è stato messo in seria difficoltà il Paese. Non sono stati prodotti i risultati che si attendevano perché con il tavolo istituzionale si avevano obiettivi diversi e con la scusa di voler mettere tutti sullo stesso piano, si è sancito un asse politico fra la Democrazia cristiana e Rete. Asse che ieri si è evidenziato molto bene non solo dalle dichiarazioni, ma anche di voti su alcuni singoli articoli, come l’art. 22 che riguardava il tavolo quadripartito. Il tavolo della condivisione per affrontare le criticità del Paese è già stato di fatto bocciato. Nello scenario politico che si va profilando – ha detto Nicola Selva – Rf diventa la vera alternativa alle grandi ammucchiate che si stanno formando e che non portano nulla di buono per il Paese”.

“La votazione sulla legge di bilancio la dice lunga sull’esito del tavolo tripartito. In aula erano presenti solo 32 Consiglieri, con alcune componenti politiche che hanno sostenuto il tavolo istituzionale quasi del tutto assenti. Come Rf abbiamo dichiarato la nostra astensione. La legge è stata votata da esponenti di Libera, i presenti di Rete e il solo segretario della Dc e c’è stato un non votante. Ma nella votazione dell’articolo sul tavolo quadripartito la posizione tenuta dall’opposizione la dice lunga soprattutto perché alla vigilia del tavolo sostenevano cose del tutto diverse sulla necessità di condivisione. Certo è che in una legge così importante vedere 28 assenze tra i consiglieri, la dice lunga”, ha rilevato Fabrizio Perotto. “Insomma, un tavolo istituzionale nato con l’obiettivo nascosto di far cadere il Governo”, aggiunge.

Rf presenta anche alcuni suoi candidati. “C’è rammarico in merito alla mancata presa d’atto del reclutamento dei due giudici di appello – dice Katia Savoretti – soprattutto perché ci sono molti cittadini che da anni, alcuni addirittura da oltre un decennio, attendono le decisioni in tribunale”. Poi Katia Savoretti ripercorre i provvedimenti della Segreteria Giustizia del cui staff ha fatto parte in questi tre anni. “Sottolineo la modifica dell’ordinamento penitenziario che ha introdotto il lavoro interno ed esterno diurno per una maggiore dignità a tutela dei detenuti; è stata introdotta la corruzione privata su sollecitazione del Gruppo europeo di stati contro la corruzione”. Tra le proposte di Rf: “E’ arrivato il momento di considerare la riforma del codice di procedura penale, considerato che la prima versione è del 1878. Essenziale, poi, l’informatizzazione del tribunale”.

Sul tema dell’ambiente e agricoltura interviene un altro candidato di Rf, Giovanni Lonfernini. “Va riconosciuto alla legislatura appena trascorsa l’aver affrontato in maniera coraggiosa e fattiva, non solo a parole, il nuovo piano regolatore. Si è passati da un approccio speculativo ad uno più conservativo e con tendenza a valorizzare le risorse. Mi auguro che si continui in questa direzione”. Sul piano agricolo e zootecnico Lonfernini, che è veterinario e raccoglie le istanze degli operatori del settore agricolo, parla di salubrità dei prodotti e di un percorso di filiera certificata, non solo nel biologico, “ma comunque di alta qualità che affianchi in un primo momento il biologico vero e proprio per convergere nello stesso”.

Tra i candidati di Rf come indipendente, tira le fila il professor Fernando Bindi, che torna alla politica attiva. “Sono qui per due motivi: uno perché l’aggressione a Matteo Fiorini nell’Ufficio di presidenza di fronte alla quale rappresentanti di altre forze politiche di opposizione sono rimaste indifferenti addirittura giustificando quell’atto, mi hanno fatto notare un livello di odio e violenza verbale intollerabili da parte di un gruppo che si definisce politico. Anche nei periodi più acuti dello scontro ideologico non c’erano mai state aggressioni verbali e intimidazioni come quella avvenuta in Ufficio di presidenza.

La seconda ragione è di carattere più generale. Ancora oggi i rapporti con l’est erno sono difficili per l’immagine che governi anni novanta hanno lascito e che condiziona ancora parecchio politica del microstato. Va riconosciuto a Nicola Renzi, ma a tutto il governo, di avere lavorato e bene per portare fuori San Marino dal limbo nel quale ancora si trovava. Per noi è molto difficile rapportarci con l’esterno e ancora, nonostante il lavoro fatto in questi ultimi anni, siamo considerati tra coloro dei quali deve essere ancora verificata l’effettiva capacità di inserimento nelle dinamiche virtuose dell’economia. Ora, occorre fare comprendere ai sammarinesi che questo micro stato corre dei rischi per la politica che si prospetta, con l’arrivo di un elemento di violenza e di odio nel linguaggio e nei comportamenti alleato alla restaurazione: non mi pare che sia un grande biglietto da visita e un quadro molto favorevole ad una visione di futuro”. Poi aggiunge: “Nella nostra lista non ci sono né indagati, né condannati del processo Mazzini e neppure denunciati che qualche magistrato tiene ancora nel cassetto”.

Poi il trucco della modifica della legge elettorale: “Finché la legge elettorale consentiva alla Dc di vincere le elezioni, ob torto collo andava bene. Quando non riusciva più a trovare alleati per vincere le elezioni, bisognava cambiare la legge elettorale. Lo stesso discorso vale per quell’altro movimento, che non trovava molti alleati, perché molti ritenevano che quel linguaggio, quelle proposte, quella politica fossero assolutamente negativi. Cosa è accaduto? E’ accaduto che quelli che non hanno trovato alleati hanno deciso di cambiare la legge elettorale, di saltare il fosso e di ritrovarsi insieme senza dirlo ai sammarinesi. Questa è una cosa già da tempo preparata che si concluderà l’8 dicembre”, termina il professor Bindi.

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