San Marino Appropriazione indebita di farmaci. Badante finisce nei guai, Antonio Fabbri

San Marino Appropriazione indebita di farmaci. Badante finisce nei guai, Antonio Fabbri

Appropriazione indebita di farmaci. Badante finisce nei guai

La donna, che ha ammesso l’addebito precisando di averlo fatto per aiutare il figlio malato, è stata condannata a sette mesi, ma la pena è stata sospesa e potrà continuare a svolgere il suo lavoro

Antonio Fabbri

Una badante è finita ieri davanti al giudice per essersi appropriata indebitamente di alcune confezioni di farmaci per un valore coplessivo di circa mille euro. La signora ascoltata ieri davanti al giudice Alberto Buriani, ha ammesso di essersi appropriata dei farmaci e materiale sanitario degli anziani che assiste, ma ha precisato che si trattava di medicine rimaste. I figli degli anziani che la donna accudiva, e accudisce tutt’ora, hanno d’altra parte testimoniato che ai loro genitori non è mai mancato nulla delle cure necessarie e, anzi, l’assistenza della badante aveva fatto guarire uno degli anziani da una piaga da decubito che era stata contratta dalla paziente dopo un periodo di degenza in ospedale. Una assistenza preziosa e impeccabile, insomma, tanto che la famiglia degli anziani ancora oggi si avvale dell’assistenza della stessa collaboratrice familiare. 

La vicenda giudiziaria è scattata in seguito al controllo da parte della Gendarmeria di un furgone diretto verso l’estero. Uno di quei mezzi che fanno un servizio di trasporto tra chi si trova sul Titano o in Italia e gli altri familiari rimasti nel paese d’origine o emigrati in altri paesi. Nel furgone sono state rinvenute dagli agenti diverse confezioni di farmaci. A quel punto gli agenti hanno chiesto conto al conducente del furgone da dove venissero quei farmaci e il conducente ha riferito che erano stati consegnati dalla badante perché li portassero al figlio malato. Inevitabilmente, però, è scattata la denuncia e, dopo le indagini, il rinvio a giudizio.

Ieri mattina il processo nel corso del quale sono stati ricostruiti i fatti. La donna ha dichiarato di avere agito per dare un qualche aiuto al figlio malato e lontano. La donna ha dichiarato di essere laureata in economia nel suo paese e di essere venuta a San Marino anni fa per cercare di rimediare il denaro per curare il marito, gravemente malato e oggi deceduto. Di fronte alla malattia del figlio, poi, ha chiesto: “Cosa avrebbe dovuto fare una madre”? Un caso di umanità nel quale, al di là della applicazione della legge, è stata riconosciuta alla donna la sua professionalità e la sua disponibilità nella cura degli anziani.

Dopo la requisitoria del procuratore del fisco, Roberto Cesarini, e l’arringa difensiva dell’avvocato d’ufficio Sabrina Lettoli, il giudice Alberto Buriani, ha emesso la sentenza, condannando la donna a 7 mesi, all’interdizione dalla professione per due anni e mezzo e alla multa pari a 300 euro. Il giudice ha tuttavia concesso la sospensione condizionale della pena e il beneficio della non menzione nel casellario giudiziario. Il giudice ha ricordato alla donna che “se per due anni non commetterà altri reati, la pena sarà estinta”. La donna potrà quindi continuare a svolgere il suo lavoro di assistente familiare.  

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy