San Marino. Nuovo governo: giochi già fatti?

San Marino. Nuovo governo: giochi già fatti?

Nuovo governo, si vocifera che i giochi siano già fatti

Giochi fatti in una notte. Queste almeno, le prime indiscrezioni circolate ieri sulla futura maggioranza. Per la verità, a ben vedere, se i rumors saranno confermati dato che gli incontri ufficiali delle consultazioni inizieranno da oggi, c’è voluto poco per accordarsi perché gli accordi erano già bell’e pronti da un po’, fin dalla preparazione del referendum per la modifica della legge elettorale, verrebbe da dire. Forse solo gli strateghi di Libera non lo avevano capito, unitamente alle basi di partiti e movimenti all’oscuro delle strategie dei vertici e abituate a prendere per oro colato le parole dei loro leader. L’esito delle urne, questo sì, altro non ha fatto che stabilire i rapporti di forza nella futura maggioranza, praticamente la ex opposizione, che ha lavorato fin dal 5 dicembre 2016 con due finalità: la prima impedire con ogni mezzo la legittimazione del risultato elettorale; la seconda sovvertirne l’esito, sempre con ogni mezzo. Ora tutto può tornare come prima.

E allora la Dc che ha stravinto può irretire Rete che si deve adeguare a fare da gregario a Via delle Scalette, con buona pace dei proclami sul “siamo la noi l’alternativa alla Democrazia cristiana”.  Per Noi per la Repubblica è tutto più facile, i socialisti d’altra parte sono sempre stati abituati ad accasarsi sotto l’egida del Santo; i Berti vengono da lì e l’area più di sinistra di Mdsi è rimasta fuori dal Consiglio.

Quindi non può che scattare, come in ogni periodo post elettorale che si rispetti, il toto-ministri. Al momento si parla di numero delle Segreterie e assegnazioni ai vari partiti e circolano già alcuni nomi e deleghe, al di fuori, ovviamente, dell’ufficialità.  Ecco allora, le prime ipotesi, perché di questo si tratta. Intanto la possibile formula: un 4-2-1-1. Per la precisione otto Segreterie di Stato andrebbero assegnate: 4 al Partito Democratico Cristiano Sammarinese, 3 a Domani in Movimento (di cui 2 a Rete e 1 a Domani Motus Liberi) e 1 a Noi per la Repubblica. Nelle ultime ore, però, sta prendendo corpo anche l’ipotesi 5-3-2, con cinque segreterie alla Dc, tre a Rete e Motus, 2 e 1, e 2 a Npr.  La prima formula, secondo i maligni, favorirebbe l’esclusione dall’esecutivo di Teodoro Lonfernini, che però difficilmente potrà non dire la sua con 957 preferenze ottenute. Ecco allora la seconda formula con 10 segreterie che lo vedrebbe incluso. Veniamo al toto-ministri vero e proprio. L’occupazione di Palazzo Begni è ad appannaggio della Democrazia Cristiana, con agli Esteri Luca Beccari e alle Finanze, Marco Gatti o viceversa. Sicuramente entrambi graditi a Via del Voltone.  Poi, sempre in casa Dc, S.E. Mariella Mularoni avrebbe già un piede nella Segreteria alla cultura, ovviamente a fine semestre. in gara però ci sarebbero anche Massimo Andrea Ugolini, Teodoro Lonfernini e Francesca Civerchia, con anche la Sanità alla Dc. Al Territorio, e come potrebbe essere altrimenti vista la pignoleria sul tema durante tutta la legislatura trascorsa,  ambirebbe Stefano Canti. A salire al governo per Rete Elena Tonnini all’industria, mentre gli Interni a Paolo Rondelli. Qui ci potrebbe essere un ballottaggio con Marco Nicolini che però, entrando al governo sarebbe maggiormente papabile per il Turismo e lo Sport, lasciando quindi gli Interni ad altri. Per Motus Liberi, Fabio Righi, con ipotesi Giustizia. Alessandro Mancini, pure lui farebbe capolino al Territorio, mentre Andrea Belluzzi al lavoro, questo nell’ipotesi che la formula prevede 2 congressisti per Npr. Ma anche Pedini Amati non sarebbe fuori dai giochi avento totalizzato il maggior numero di preferenze.

In queste ipotesi Libera resterebbe fuori dalla maggioranza. Si vedrà.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy