San Marino. Ribaltamento di un risultato elettorale mai legittimato porta ex opposizione al governo

San Marino. Ribaltamento di un risultato elettorale mai legittimato porta ex opposizione al governo

Il ribaltamento di un risultato elettorale mai legittimato porta l’ex opposizione al governo 

Antonio Fabbri

È un dato di fatto che la ex opposizione non abbia mai legittimato il risultato elettorale uscito dalle urne il 4 dicembre del 2016. Partendo da questo presupposto, diffondendolo anche nella cittadinanza, è riuscita a ribaltare la ex maggioranza usando principalmente tre leve.

La prima, quella dell’utilizzo politico delle sedi giudiziarie: si è partiti da subito con il ricorso amministrativo di Rete-Mdsi sul premio di maggioranza che aveva sottratto loro consiglieri e, soprattutto, emolumenti legati alla consistenza del gruppo consiliare. Il secondo, una pioggia di ricorsi davanti ai Garanti, eccezioni di costituzionalità, sindacato della Reggenza, denunce ed esposti in Tribunale. Tutti, finora, senza alcun fondamento, ma utilizzati mediaticamente per distorcere la realtà fattuale e istituzionale. Infine, strumento determinante, è stato il referendum sulla legge elettorale che unito alla limitatezza di analisi politica di una parte della ex maggioranza, ha fatto il resto.

Adesso che ci sono le preferenze e gli eletti, la Democrazia Cristiana “dà le carte”.  Oggi avvierà le consultazione in Via delle Scalette (vedi pagina 3) e Libera sarà il penultimo o l’ultimo soggetto politico a confrontarsi con la Dc.

Posto che comunque l’esito dei giochi si vedrà alla fine, l’ordine di incontro non è di poco conto ed ha, anzi, una valenza precisa. Perché? Perché è molto probabile che la Dc possa porre Libera di fronte alla, chiamiamola indisponibilità, degli altri due interlocutori, refrattari a fare un governo anche, appunto, con Libera. D’altra parte Noi per la Repubblica lo ha già detto.

Non è chiaro se Npr – ma con tutta probabilità sì – questa posizione che esclude Libera l’abbia mutuata da abboccamenti pregressi con la Dc, ma resta il fatto che Pedini, Mancini, e gli altri non vogliono Libera, tra l’altro – se si esclude la componente di lista di Noi Sammarinesi – suo competitor politico di area.

Per quanto riguarda Dim, Rete avrà già un bella gatta da pelare a fare strozzare ai suoi l’alleanza con i democristiani e i socialisti, figuriamoci se dovessero tirarsi dentro anche Libera. D’altra parte una maggioranza di 44 (oggi 43 vista l’elezione di sua Eccellenza Mariella Mularoni e che con la nomina dei Reggenti nel prossimo semestre passerebbero a 42) già ce l’avrebbero per fare un po’ quello che gli pare a livello istituzionale.

Quindi bisognerà vedere se Alessandro Bevitori, Michele Muratori, Giuseppe Morganti e Matteo Ciacci che fino adesso, visti i risultati, non hanno brillato per strategia politica, saranno capaci di convincere chi, come la Dc, ha di fatto già messo le mani avanti per interposta persona, facendo capire agli interlocutori che gli accordi in politica, ancorché firmati come il documento girato tra tutti i partiti a fine legislatura, contano di gran lunga meno di zero.

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