San Marino. Futuro governo, la nuova parola chiave è “cronoprogramma”, Antonio Fabbri

San Marino. Futuro governo, la nuova parola chiave è “cronoprogramma”, Antonio Fabbri

Futuro governo, la nuova parola chiave è “cronoprogramma”

Antonio Fabbri

Non sarà sfuggito a chi segue la politica che sulla scena si è affacciata una parola nuova: cronoprogramma”. Che cos’è? Nella prassi edilizia è solitamente un documento che scandisce l’andamento dei lavori nel tempo con i relativi costi da affrontare nei vari stati di avanzamento. Traslata in politica, questa parolina nuova indica la scansione temporale delle cose da fare, in che scadenza e con quali impegni di spesa.

Resta da vedere come questa parola che fino a ieri non si era mai sentita sia arrivata anche nel parlare comune sammarinese. Ebbene, l’ipotesi più plausibile è che sia arrivata un po’ per sentito dire, che sia piaciuta e che sia stata nuovamente spesa nel lessico politico sammarinese.

Infatti il 9 dicembre scorso a utilizzare questa intrigante parola, è stato il presidente del consiglio italiano, che parlando delle beghe d’oltre confine ha avuto modo di dire: “Un minuto dopo l’approvazione della legge di bilancio dovrà aprirsi la verifica di governo che è necessaria e che dovrà indicare un cronoprogramma fino al 2023”.

Eccola lì la parolina, “cronoprogramma”. Giusto il tempo che rimbalzasse su tutti i mezzi di comunicazione, che è
arrivata anche sul Titano.

Così, dopo che la Dc ha ricevuto il mandato dalla Reggenza il 10 dicembre e poco prima di iniziare le consultazioni, si è iniziato a usare la parola “cronoprogramma”. Lo ha fatto per primo Luca Beccari, poi la stessa parola ha cominciato a circolare nelle dichiarazioni dei partiti interlocutori. Così, che sia necessario un “cronoprogramma” per il nascituro governo, è diventato un dato di fatto. Ovvio che una parola non ha senso se non viene riempita di contenuti. Quindi i contenuti li dovranno dare gli incontri in corso per fare sì che il Pdcs possa sciogliere ogni riserva e, entro 12 giorni, confermare alla Reggenza di essere in grado di dare vita alla maggioranza e al governo.

Maggioranza che si va sempre più profilando come formata da Dc, Dim e Noi per la Repubblica, con Libera sempre più ai margini, non gradita soprattutto a Npr. Questo anche se nella lista c’è chi è ancora convinto che sarà in maggioranza. Tuttavia da Rtv si apprende che da casa Dc riferiscono che nella base ci sarebbe disponbilità a digerire Rete, ma non gli ex di Adesso.sm presenti in Libera. Sussurri che servirebbero come strategia politica per preparare il terreno del “gran rifiuto” a coloro che ancora pensano che aver staccato la spina al governo precedente possa essere visto come un titolo di merito e un lasciapassare automatico per avere accesso alla compagine governativa. Questo sul piano politico.

Sul merito dei contenuti, invece, oggi è in programma il secondo giro di confronti. Si procede per macrotemi a partire da conti pubblica, debito,bilancio politica estera, riforme e giustizia.

Si dice, perché si deve dire, che nessuna decisione sarebbe stata ancora presa, ma a leggere tra le righe dei comportamenti e delle dichiarazioni politiche il governo Dc, Dim e Npr, sarebbe già una realtà. Si vedrà all’ufficializzazione dell’accordo che dovrà arrivare, e questa è una certezza perché prevista dalla legge, entro Natale.

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