San Marino. 36 sono pochi, 54 troppi. La Dc temporeggia ancora un po’, Antonio Fabbri

San Marino. 36 sono pochi, 54 troppi. La Dc temporeggia ancora un po’, Antonio Fabbri

Maggioranza: 36 sono pochi, 54 troppi. La Dc temporeggia ancora un po’

Anche oggi sarebbe in programma un incontro a tre tra Dc, Dim e Npr. L’obiettivo è avere una fumata bianca entro i primi giorni della settimana

Antonio Fabbri

Dunque, 36 sono pochi e 54 sono troppi. Si parte da questo dato matematico. 36, è il numero dei consiglieri della futura maggioranza da cui prende le mosse il sostegno al futuro governo. Un numero di consiglieri formato dalla Dc più Rete-Motus che hanno già trovato l’accordo.

Adesso si tira un po’ per le lunghe per assommare a quei 36 gli altri consiglieri, siano essi gli 8 di Noi per la Repubblica arrivando a 44, o i 10 di Libera, arrivando a 46. Dopo gli ultimi confronti di ieri mattina, questa seconda soluzione appariva la più improbabile, tanto che Libera nel pomeriggio di ieri ha diramato una nota molto eloquente nella quale emerge evidente il tentativo di cercare di squalificare il proprio competitor, Npr.

Allo stesso tempo, se per Dim la scelta sarebbe già chiara, considerato che Rete si è già espressa per lasciare a piedi Libera, la Democrazia cristiana che conduce i giochi temporeggia. Un po’ perché temporeggiare è nella tradizione democristiana, un po’ perché probabilmente, quando si doveva fare cadere il governo, qualche parola il Segretario democristiano qualche parola potrebbe anche averla spesa. Si evince anche dalle sue parole pronunciate ai microfoni di Rtv, nelle quali c’è un riferimento di riconoscimento a chi ha staccato la spina al governo. Dice Venturini: “L’orientamento è quello di non andare a un governo di 54. Siamo 36 e stiamo valutando una delle forze politiche, una delle due che potrebbero ragionare con noi. Se da una parte Noi per la Repubblica nel momento della opposizione ha già avuto con noi un dialogo e un confronto, dall’altro va riconosciuto anche a Libera il ruolo che ha avuto negli ultimi mesi in cui ha aperto la crisi e c’è un riconoscimento di quello che è stato fatto”.

I due forni, insomma, sono ancora aperti stando a quello che lascia intendere il segretario della Dc, Giancarlo Venturini, Anche se quello di Libera sarebbe quello meno quotato. Pare, tra l’altro che anche per oggi sia convocato un incontro a tre, al quale dovrebbe prendere parte Noi per la Repubblica, convocata da Dc e Dim. Salvo disdette dovrebbe svolgersi nel pomeriggio.

Da un lato anche questo incontro giustificherebbe la presa di posizione di Libera che si sentirebbe con un piede già fuori dall’uscio di Via delle Scalette, ma soprattutto fuori dalla futura maggioranza. Allo stesso tempo, incontri anche di domenica, sono motivati dalla volontà di chiudere in fretta, considerato che il tempo stringe e che l’intenzione sarebbe quella di concludere la negoziazione e l’accordo nei primi giorni della settimana.

La formula di governo dovrebbe essere ormai assodata quella del 5 (Dc); 3 (Dim: 2 Rete 1 Motus); 2 (al terzo sia esso Npr o Libera). In questo, anche se nessuno lo dice, appare inevitabile che già in questa fase si parli anche dei nomi che dovranno andare al governo, considerato che la futura maggioranza ne dovrà votare la fiducia. D’altra parte, che sia così, è testimoniato proprio dal comunicato di Libera che inizia a porre l’accento, pur non nominando nessuno, su quelli che potranno essere i membri del prossimo esecutivo.

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