San Marino. Rinviati a giudizio, Zonzini (Rete) e Gian Nicola Berti (NpR)”, Antonio Fabbri

San Marino. Rinviati a giudizio, Zonzini (Rete) e Gian Nicola Berti (NpR)”, Antonio Fabbri

L’Informazione di San Marino: per Zonzini (Rete), i due segretari rinviati a giudizio sono “compagni perseguitati” da un processo politico di chi vuole nel Tribunale “squadracce di picchiatori”

Antonio Fabbri

Che si dica che Rete ha fatto l’en-plein nominando due segretari rinviati a giudizio, non va proprio giù al movimento. Che questo sia motivo per cogliere la palla al balzo e adombrare, mica tanto velatamente, la gattiana prospettiva di fare terra da ceci in tribunale è altrettanto evidente.

Così il merito del blitz in Carisp, gli insulti, le diffamazioni, le minacce, i manganelli invocati via Facebook, non interessano, perché quelle sono azioni di resistenza legittimate dallo scopo. E allora “squadristi e picchiatori” diventano gli altri, perché verso Tonnini e Ciavatta è in atto un “processo politico”. Questo, in estrema sintesi, ciò che dice il neo consigliere Giovanni Zonzini di Rete; “Vorrei esprimermi anche sulla questione della presunta incompatibilità di Elena Tonnini e Roberto Ciavatta col Congresso di Stato e col Consiglio. Ho ascoltato un certo garantismo peloso da parte dell’opposizione. Io non sono garantista: ritengo che Ciavatta e Tonnini siano colpevoli; ma la loro colpevolezza – o la loro eventuale innocenza – non ha nulla a che fare coi reati che gli sono imputati.

Loro sono colpevoli di essersi opposti senza riserve al gruppo Confuorti e ai suoi addentellati che hanno preso il controllo, nel silenzio complice o addirittura con l’avvallo di gran parte della ex-maggioranza.

Sono colpevoli di non aver chinato la testa di fronte allo strapotere di Marino Grandoni e dei suoi scagnozzi annidati fuori e dentro quest’aula. Sono colpevoli, infine, di essere stati alla testa di un movimento che si è opposto e si oppone ai tentativi di trasformare il nostro Tribunale nella sede di una squadraccia di picchiatori con funzioni di polizia politica perché quello intentato ad Elena Tonnini e a Roberto Ciavatta, così come a tanti altri compagni perseguitati, è un processo politico che nasce su basi politiche e che non ha nulla a che vedere con le imputazioni che sono loro rivolte. Questo è quello che penso io ed è la mia posizione personale di cui sono pronto ad assumermi tutte le responsabilità morali e politiche”. Un intervento che fa molto riflettere sulla direzione che la maggioranza vorrà dare alla propria gestione della giustizia.

Se non fosse bastato questo, con la sua usuale cortesia, ha aggiunto una serie di considerazioni l’avvocato Gian Nicola Berti, consigliere di Noi per la Repubblica, che ha detto: “Smettiamo di discutere perché perdiamo tempo”, manifestando un certo fastidio per il protrarsi del dibattito.

Poi, coperto da immunità di consigliere, ha insultato bellamente chi scrive cose che non a lui vanno a genio, e poi ha detto: “Condivido e sottoscrivo al 100% quello che ha detto il giovane consigliere Zonzini”. Quindi ha fatto l’avvocato difensore di Tonnini e Ciavatta dicendo che sono rinviati a giudizio, ma anche il magistrato che li ha rinviati a giudizio è rinviato a giudizio.

Quindi, dando un assaggio di come sarà la linea della maggioranza sulla giustizia, l’avvocato Gian Nicola Berti ha di fatto insultato il Dirigente del Tribunale. “Lei – ha detto rivolngendosi all’ex Segretario Renzi – ha preso dal Collegio Garante un soggetto che ha infangato le istituzioni della Repubblica, Giovanni Guzzetta, infangato, assumendo una posizione di conflitto di interessi e da quella situazione anziché censura è arrivato a metterlo a capo del tribunale. C’è una lettera molto chiara dove si capisce da chi arriva quel nome.

Quindi la clava della giustizia, lasciamola fuori da quest’aula”. Lì dentro, pare dire l’avvocato, deve entrarci solo la versione che sosteniamo noi. Guai a dire, dunque, che sono stati nominati, per la prima volta nella storia, due Segretari di Stato rinviati a giudizio. Non si può. Per ora siamo arrivati a questo punto, e pare già abbastanza.

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