San Marino. Debito pubblico a 360 mln, dal governo tre ipotesi per finanziarlo

San Marino. Debito pubblico a 360 mln, dal governo tre ipotesi per finanziarlo

Prima seduta operativa oggi per la Commissione consiliare permamente Finanze e Bilancio. Protagonisti la visita del Fondo Monetario Internazionale in corso lo stato del sistema economico sammarinese.

Ad aprire il dibattito, così come riporta l’agenzia stampa DIRE, è il Segretario di Stato per le Finanze Marco Gatti, che elenca quelli che saranno i temi che verranno affrontati nei prossimi giorni dal FMI. A cominciare dal debito pubblico: “Non è un segreto. Abbiamo un debito legale intorno ai 360 milioni di euro”. A tal proposito “abbiamo avanzato una ipotesi di ristrutturazione” con l’eventuale possibilità di “portare il debito da interno a estero”. Per fare ciò sono state individuate tre possibili fonti di finanziamento. “Una è quella di mercato. La seconda: altri Stati. La terza: programmi del FMI”.

Il Segretario si sofferma quindi sul tema delle banche, il “cui primo problema è quello della redditività. Occorre fare l’accordo con Banca d’Italia per fare in modo che gli operatori sammarinesi possano vendere i loro servizi in Italia e viceversa e forse anche a livello europeo”. Inoltre “dobbiamo interrogarci su Cassa di Risparmio. E’ molto distante dal punto di equilibrio. Chiederemo urgentemente di portare a definizione il progetto di bilancio, possibilmente entro il mese di febbraio”.

A proposito del superamento del sistema monofase, “la riforma dell’Iva è nel programma del governo. Ma le riforme non devono aumentare il cuneo fiscale e non devono aggravare la capacità di acquisto dunque essere sostenibili”. Un altro intervento, infine, “riguarda la necessità di rivisitare lo statuto di Banca Centrale”.

Si apre quindi il dibattito. Rossano Fabbri (Libera) punta il dito sulla questione “dei beni immobili che hanno in pancia i vari istituti di credito. C’è chi sostiene che i beni immobili rappresentano un problema perché la valutazione non è più in linea con i prezzi di mercato e vendere un bene sotto al valore economico che ha iscritto a bilancio significherebbe riconoscere una minor valenza e quindi che quella banca vale meno. Io credo – sostiene Fabbri – che il Fondo non reagirà bene se andiamo lì senza una idea di come intervenire”.

Per Iro Belluzzi (Npr) “sicuramente è una situazione molto difficile quella in cui si trova il Governo. Già l’anno scorso il FMI aveva parlato di 890 milioni di euro di disavanzo. Mi chiedo quanto potrà pesare la riforma pensionistica sul costo del lavoro e sulla capacità di reddito dei sammarinesi. Così come la razionalizzazione della Pa”.

“Il tema di fondo è che le banche da un sistema di ricavi sono diventate un sistema di costi. – è il parere di Andrea Zafferani (Rf) -. Ritengo impossibile inventarci qualcosa che possa ridarci la redditività delle banche di un tempo”.

Secondo William Casali (Pdcs) il modo per incrementare la redditività delle banche è legato “allo sviluppo della fintech” con strumenti quali “le criptovalute e il sandbox”. “Nel contesto internazionale c’è un accreditamento su un nuovo modello di finanza che richiede attenzione e controllo”.

Secondo Giovanni Maria Zonzini (Rete) sarà importante  “riparametrare le tasse: gli sgravi vanno dati a chi ne ha bisogno e non a chi ne potrebbe fare a meno”. 

Da Domani Motus Liberi Michela Pelliccioni sottolinea la necessità di “una normativa affinché questi Npl possano produrre un rendimento”. 

Nicola Renzi apre a una condivisione dei temi con la maggioranza, ma prima chiede una serie di risposte al Governo su “alcuni macrotemi che sono sul tavolo da dieci anni: “Credito di imposta, bail-in, banca nazionale, occupazione all’interno di Cassa di Risparmio ed ex Banca Cis, restituzione dei 55 milioni a Banca Centrale”. Rivolge un appello esecutivo chiedendo di “fare una vera e propria operazione verità su Cassa di Risparmio”. Quindi un appunto al Segretario Gatti sulla visita del ministro russo Lavrov: “Ora ha il compito di dirci quali sono i Paesi che si sono lamentati”. 

Eva Guidi (Libera) condivide l’ipotesi legata al debito estero, a patto però “che prima vengano attuate le riforme” e che non venga usato “per pagare la spesa corrente”.

Da Emanuele Santi (Rete) faro puntato sul “debito ‘nascosto’ relativo al conteggio del Cinque Ter e ai 300 milioni del credito di imposta che sorregge i bilanci delle banche”. 

Gatti ha poi replicato: “Al FMI non presentiamo soluzioni senza aver approfondito l’analisi. Il rischio è quello di presentare soluzioni non sufficienti. Le ipotesi di soluzione vanno simulate. Dunque abbiamo chiesto al fondo la disponibilità ad aiutarci nella simulazione. Una volta fatto questo, la politica dovrà tracciare la strada dell’implementazione. Ci saranno delle scelte che spettano al Governo e delle scelte che spettano agli attori del sistema. Stando inermi il sistema non si sana. Se non ci sono interventi il sistema va a deteriorarsi.

 

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