Le Prime 5 Commodities Commerciate Sul Mercato Italiano

Le Prime 5 Commodities Commerciate Sul Mercato Italiano

Materie prime. Al solo nominarle si capisce l’importanza che hanno per l’economia globale. Si è fatto di tutto nel corso del secolo scorso. Sono nate e fallite aziende colossali, i mercati hanno speculato su qualsiasi cosa fosse possibile, pensato a sistemi per creare denaro praticamente dal nulla, ma alla fine non ci si potrà mai disfare di loro: le materie prime.

 

Per quanto i mercati al giorno d’oggi possano sembrarci interessati solo ai vari indici e intenti ad ascoltare le varie azioni intraprese dai governi per cercare di capire dove investire, le materie prime avranno sempre un ruolo di primo piano nel portafoglio di qualsiasi investitore degno di tale nome.

 

Commodities, Saperne Di Più

 

Per materie prime o commodities, termine inglese spesso utilizzato dai mercati per identificarle, si intendono tutti quei materiali che fungono da base per la produzione di altri beni, attraverso un processo di lavorazione industriale. Più in generale si può intendere per commodity qualsiasi prodotto di base, o anche prodotto agricolo, non lavorato. Il petrolio (materia prima estratta) può essere usato per produrre ad esempio carburanti e materie plastiche (materie seconde). Il ferro può essere usato per creare (in fusione o lega con altri metalli) particolari meccanici automobilistici, armature per costruzioni o la chiglia delle navi. 

 

Si può ben comprendere da questi semplici esempi quanto in realtà l’economia sia e resterà eternamente legata alle materie prime. I mercati e gli investitori lo sanno molto bene. Sempre più broker forex danno infatti ai loro clienti la possibilità di poter investire sulle commodities.

 

Il Trading Di Commodities Dal Computer Di Casa

 

Già perché se le materie prime erano e resteranno fondamentali per il funzionamento dell’economia, ciò che è cambiato è il fatto di poter investire, comprando e vendendo commodities, direttamente da casa. I già citati broker forex oggi ricoprono infatti il ruolo che una volta veniva assunto da un agente di borsa reale. Mentre prima bisognava avere un rapporto diretto col proprio broker, aprire una posizione di contrattazione presso la propria banca (sempre che il servizio venisse offerto) contattare telefonicamente l’intermediario e dettare i propri ordini di acquisto o vendita, oggi tutto è stato reso più semplice.

 

Il Broker Forex Giusto

 

Tramite il broker forex di fiducia sarà possibile aprire un account e vedere le quotazioni delle varie commodities in tempo reale. Un buon broker forex ci fornirà inoltre tutta la conoscenza necessaria al commodities trading.  Necessario fare un appunto: bisognerebbe sempre sceglie un broker forex affidabile, accettato e riconosciuto dalla CONSOB, l’ente italiano che vigila sui mercati. Tra i vari presenti in rete, eToro è degno di essere menzionato tra i più solidi e di immediato utilizzo per l’utente finale. Caratteristica degna di essere menzionata è il social trading, ovvero la possibilità di copiare altri investitori. Sarà così possibile investire il proprio denaro esattamente come fanno i broker di maggior successo sulla piattaforma, copiando quindi i loro acquisti.

 

Le Principali Commodities In Italia

 

Ma su quali commodities puntare? Per iniziare bisogna farsi un’idea del mercato. Poiché siamo in Italia vale quindi la pena considerare quali siano le materie prime maggiormente trattate sul mercato nazionale.

 

Prima di iniziare bisogna fare un appunto. Il nostro paese non ha giacimenti tali da esportare materia prima cruda. Ma essendo un paese manifatturiero possiede un alto livello di smercio di materie prime, acquistate per essere trasformate ed a loro volta rivenderle.

 

Possiamo dire che in Italia il petrolio gioca un ruolo fondamentale nel mercato delle commodities. Importiamo ogni anno infatti la ragguardevole cifra di 24,8 miliardi di dollari. Per intenderci questa somma rappresenta ben il 5,6% del totale speso per le importazioni. Abbiamo parlato in questo articolo anche di materie seconde, ovvero quei prodotti derivanti dalle materie prime. Il dato rappresentato dal petrolio diventa quindi emblematico. Analizzando infatti una delle maggiori esportazioni italiane troviamo infatti i derivati del petrolio (detti refined petroleum) per una cifra che si aggira intorno ai 14,7 miliardi di dollari. Questa somma rappresenta infatti il 2,8% del PIL nazionale. A dover di cronaca bisogna ricordare che non tutto il potenziale del suolo italiano è sfruttato quando si parla di petrolio. Si stima infatti che in Italia vi siano riserve intonse quantificabili in un miliardo di barili. Se si desse il via alle estrazioni il nostro paese potrebbe dire la sua su questa commodity in modo più netto.

 

Abbiamo parlato di manifattura. E non si può parlare di produzione senza citare i principali metalli. L’Italia infatti importa annualmente rame per 4,02 mld di dollari, acciaio per 3,29 mld di dollari (solo in lamiera laminata a caldo, senza contare le altre forme) e alluminio per 2,71 mld di dollari. Queste tre materie prime da sole rappresentano ben il 2,7% del totale importato. I metalli rappresentano in totale quasi il 10% della spesa. La conseguenza diretta è che l’Italia esporta prodotti direttamente derivanti dai metalli per un totale di 44,3 mld di dollari, il che vale circa il 9% del PIL annuo nazionale.

 

Sempre più apprezzato, ormai in tutto il mondo, è il vino italiano. In Italia si producono infatti oltre 55 milioni di ettolitri, il che fa del Bel Paese il più grande produttore mondiale di vini, staccando di gran lunga la Francia al secondo posto con 46 milioni. In cifre il vino vale per l’Italia ben 7,01 mld di dollari, che tradotto a livello percentile fa 1,5% del prodotto interno lordo nazionale. Il trend è in costante crescita, con sempre maggiori estimatori dei vini nostrani, soprattutto nel lontano oriente. NoN per forza questo si tradurrà in futuro in un aumento esponenziale della produzione, ma sicuramente in un apprezzamento di tutta la filiera del vino italiano, con la crescente qualità e le relative quotazioni.

 

Menzione d’onore merita anche l’industria casearia che con i suoi 2,9 mld di dollari contribuisce per lo 0,60% al PIL.

 

Il Re Delle Commodities

 

Parlando di commodities come non citare il re delle materie prime, l’oro. L’Italia importa annualmente 3,64 mld di dollari in oro e a sua volta ne esporta 1,87 mld di dollari, il che vale lo 0,39% del PIL. Importante notare il dato della gioielleria italiana che vale per esportazione ben 5,68 mld di dollari! Anche qui il trend risulta in costante crescita con sempre maggiori estimatori della plurisecolare tradizione orafa italiana.

 

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